Arrivati alla mèta iniziamo ad ambientarci, conosciamo nuovi amici al Fish Factory Creative Center

(Alba, Daniel, Imogen, Ingrid, Vid, Vinny, Una), facciamo lunghe passeggiate, ci guardiamo attorno sempre più meravigliati. Al loro passaggio per Stöðvarfjörður si fermano a salutare anche i cari ragazzi svizzeri conosciuti sul ferry, Siri e Roger Koller.
L’ambiente è sereno, multiculturale, stimolante: dopo un anno funestato dal Covid non si può dire non ci volesse.
Ricchi di buoni propositi iniziamo anche a lavorare sulla parte più propriamente artistica, le cianotipie: ma di questo parleremo un altro giorno, in un’altra cartolina, se ci sarà occasione.
Alla fin fine, quando lo scopo è creare situazioni che spingano al confronto  con gli altri, o a vagliare le profonde e comuni radici dell’essere umani, o a studiare cosa possiamo trovare di diverso e interessante intorno a noi, ecco, credo che queste due esperienze – l’arte e il viaggio – si assomiglino molto.

Noi: consumiamo il tempo, le scarpe, gli aggettivi.

I dintorni, chi li abita, cosa capita, tra mare e cielo.