Cartoline dall’Islanda IX

Cartoline dall’Islanda 
(Viaggio di Delfo Pozzi e Sofia Fresia)
IX Westfjord, Holmavìk

Cartoline dall’Islanda  
(Viaggio di Delfo Pozzi e Sofia Fresia)

IX Westfjord, Holmavìk

 E un giorno siamo arrivati nei Westfjords, la grande penisola intagliata di fiordi che si allunga a nord- ovest, nota per essere la zona più remota dell’Islanda.

Forse sarebbe meglio dire la più arcaica: absit iniuria verbis cosa c’è di non remoto in Islanda?
Sia come sia, per noi era una mèta che portava con sé anche un certo valore simbolico, essendo il luogo più lontano da toccare in questo viaggio. Girata la boa cambia la prospettiva: si può solo tornare indietro e, in un modo o nell’altro, riavvicinarci a casa.

Per arrivare nei Westfjord avevamo affrontato una giornata lunga, non banale. Da Stykkisholmur in poi avevamo cominciato a intuire il diverso significato di “ben collegato“ da queste parti: decine di chilometri di sterrati, scossoni, buche schivate, nubi di polvere. E non si trattava di F-road, le strade per 4×4, ma più semplicemente eravamo entrati nel limbo delle diaboliche strade bianche islandesi, larghe sei metri, che un po’ ti consigliano prudenza e un po’ – per i molti chilometri da percorrere e per non disturbare quel poco di traffico che c’è – non ti permettono di scendere sotto i 50 all’ora (il limite, per inciso, è 80). Holmavìk poi era una scommessa, scelta il giorno stesso della partenza e quasi per caso.

Altre mete che sapevamo interessanti nei Westfjords erano davvero troppo lontane (i fiordi aumentano a dismisura i chilometri da percorrere: quello che sembra vicino sulla mappa in realtà…).
Oltre ad essere più a portata, Holmavìk aveva dalla sua le buone recensioni di altri viaggiatori, che la ricordavano come una cittadina piuttosto piccola ma caratteristica.

Cosa non secondaria, si trattava anche di un porto della costa settentrionale, una costa che non avevamo ancora avuto occasione di toccare.
Originariamente l’idea era di arrivare, stare una notte e ripartire il pomeriggio seguente.
Siamo invece rimasti tre giorni a esplorare il paese e i suoi dintorni, sospesi, incantati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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