Cara Savona, dove stai andando?

  Cara Savona, dove stai andando?

Un articolo di Carlo Cerva del 2009 ancora attuale. 

  Cara Savona, dove stai andando?

Un articolo di Carlo Cerva del 2009 ancora attuale. 

 – Cara Savona, dove stai andando? O meglio, in quale direzione potresti andare?

 

Superata la fine della siderurgia, della metallurgia, della meccanica, del c. vetraria, della refrattaria, della elettromeccanica, della conciaria, dell’alimentare, ecc., finita la grande industria pubblica, stai cercando di rilanciare il tuo porto, in un contesto di incerta e non ben definita evoluzione, rilancio pesantemente condizionato, peraltro, dalla scarsità e dalla precarietà delle vie di collegamento. 

 


 

– Cara Savona, stai cercando di riscoprire e di rinnovare la tua antica vocazione turistica, ma devi certamente farlo risolvendo in modo definitivo il rapporto tra città e mare. 

 

Il discorso sarebbe lungo, poiché manca un disegno complessivo per la Città, che preveda a mio parere, la reale riqualificazione del fronte-mare, realizzando prioritariamente la splendida passeggiata da Albissola Mare a Vado Ligure, e che punti con determinazione alla costruzione della strada di cornice nel levante cittadino, che amo indicare come “da Miramare a Montenotte”, con bretelle di collegamento sui quartieri, unico mezzo per abbattere il traffico ed elevare la qualità della vita in una zona della Città, quella di levante, appunto, particolarmente oppressa dall’inquinamento acustico e atmosferico. 

 

– Cara Savona, devi cercare di ritrovare, poi, un equilibrio urbanistico, oggi  gravemente alterato, e sempre per la mancanza di un progetto complessivo per la Città. 

 

Perché non pensare, ad esempio, alla realizzazione in P.zza del Popolo, nel sito ove era la vecchia Stazione Letimbro, di un contenitore culturale, auditorium o spazio espositivo della cultura ligure e savonese, per ospitare festival nazionali ed internazionali e avvenimenti culturali, promuovere la socialità e gli incontri per affari? 

 


Piazza del Popolo

 

Perché non riprendere il bel progetto risalente al 1930/31, che prevede il prolungamento dell’attua/e C.so Italia sino ad una piazza a verde pubblico, ai piedi del complesso di Monturbano? 

 

La nuova piazza, se realizzata compiutamente, diventerebbe uno spazio di riferimento a scala urbana, con una profonda influenza sugli ambiti circostanti. 

In questa zona si potrebbe realizzare, senza condizionamento di alcun genere, il più considerevole Park sotterraneo della Città, che rappresenterebbe, credo, assieme all’altro Park da prevedere in P.zza del Popolo, sotto al grande Auditorium/Spazio espositivo di cui ho detto sopra, un valido contributo alla soluzione del problema del parcheggio in centro città. 

 

– Cara Savona, oggi sembri vivere una stagione quasi nevrotica a causa del prevalere di ragioni immobiliari rispetto all’elaborazione di modelli di crescita non solo finanziari. 

 

Un eccesso di fretta che ha il suo simbolo più chiaro, ancora una volta, nelle architetture, la rincorsa del tempo porta a enfatizzare l’eccezione quando non la bizzarria delle forme a discapito di ogni riflessione sulle funzioni e su codici anche solo formali. 

 


Le gallerie sotto il Monturbano
dove potrrebbe nascere un parcheggio sotteraneo

 

– Cara Savona, le trasformazioni urbane che Ti coinvolgono, nuove, straordinarie e discutibili, segnano il cambiamento dei tempi e preannunciano lo sviluppo di scenari futuri. Quali? 

 

Questa occasione speciale, che Ti accomuna ad altre città, nell’epoca già da tempo definita postmoderna e postindustriale, contiene quesiti difficili. Il recupero di grandi aree dismesse, l’innalzamento dei valori fondiari, l’opportunità di diversificare le attività economiche, spingono i cittadini alla riflessione e alla ricerca di orientamenti utili. 

 

Al contempo l’amministrazione delle scelte non è più questione di “pratica ordinaria”, ma suggerisce a tutti gli attori di questo processo, politici, tecnici, urbanisti, l’opportunità di adattare i “ferri del mestiere” alle nuove situazioni. 

 

In altre parole si tratta di passare dal CHE COSA FARE al COME FARE, poiché è proprio nella “disposizione delle pietre” della loro città che i cittadini possono riconoscersi, stimarsi, sviluppare la vita civica. 

 

Carlo Cerva dal Giornale de “A Campanassa”

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