CAFFELATTE

Per chi non avesse seguito i commenti al mio ultimo articolo “Vulnerabili” [VEDI], riporto qui integralmente l’ultimo commento di Fulvio Sguerso:
< Ma tu credi veramente che la questione dei flussi migratori si possa risolvere con le cannonate? Che la situazione sia grave nessuno lo nega, ma tu ci vedi un deliberato proposito di invasione militare dell’Italia. Se così fosse per affrontare un’invasione nemica bisognerebbe mobilitare l’esercito, la Marina militare e l’Aviazione. Contro chi? Contro i barconi e e le Ong! Con quali conseguenze? L’esempio della Russia che invade l’Ucraina per prevenire l’invasione del suo territorio da parte dell’Ucraina stessa supportata dalla Nato, dagli Usa e dall’Ue, è mal scelto, visti i risultati catastrofici dell’”operazione militare speciale” di Vladimir Putin! No, Marco, la via è una sola, ed è il coinvolgimento di tutta l’Europa. Converrai che non si tratta di un’emergenza solo italiana. Per di più, la soluzione da te proposta verrebbe immediatamente bloccata dalla Nato e dagli Usa, nostri alleati, ci piaccia o non ci piaccia.>

Mobilitiamo Guardia Costiera e Marina Militare per fare da taxi a questi infami, che arrivano in Italia con mire bellicose: diventare più numerosi di noi e dominarci. E noi li ingrassiamo a nostre spese, tenendo alla fame la parte più bisognosa degli italiani. Col plauso della sinistra [VEDI]

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Innanzitutto, che si tratti di un proposito, deliberato o meno, di un’invasione e progressiva occupazione
dell’Italia, ha scarso rilievo: io mi attengo ai fatti, che potrebbero condurre ad una extrema ratio dell’Italia di fronte al disinteresse dell’UE (altro che il “coinvolgimento di tutta l’Europa”, auspicato da Sguerso) nei confronti del problema, che cresce di giorno in giorno e che l’Italia, per esasperazione, potrebbe essere costretta a risolvere con un gesto estremo, come quello della violenza. Ma non tanto contro ONG e barconi, bensì contro i covi dei trafficanti in terra libica, con l’impiego, certamente, di tutte le nostre Forze Armate. Una forma, su dimensioni nazionali, di “farsi giustizia da sé”.
Sguerso giustamente sottolinea che questa disperata operazione cozzerebbe contro USA, UE e NATO, ossia quel groviglio di interessi che hanno totalmente ignorato quelli dell’anello debole –l’Italia- nello schierarsi a muso duro contro la Russia, portando la nostra popolazione ad un aumento insopportabile del costo della vita, non mitigato, come ad es. in Francia, da salari e pensioni più che doppie delle nostre, eppure osteggiate a furor di popolo, come i francesi sanno fare, a differenza nostra, che subiamo di tutto, a testa china.
Il confronto con la situazione Russia/Ucraina non regge. Pensiamo forse che la NATO si schiererebbe in forze contro un’Italia –membro NATO- che difende la sua stessa sopravvivenza colpendo i trafficanti libici? Si era forse schierata contro la Francia di Sarkozy, quando invase la stessa Libia per molto meno nobili motivi, portandoci al caos che stiamo purtroppo affrontando a causa di quel gesto di puro stampo imperiale?

20 ottobre 2011: l’anno di inizio delle “primavere arabe”, finite tutte nel sangue o nel caos economico e sociale. Qui sopra: Gheddafi assassinato ed esultanza dei ribelli, appoggiati dalle solite potenze occidentali, Francia in testa e Italia riluttante, in quanto destinata a pagarne il prezzo più alto. Due immagini che sono i prodromi di quella in apertura

Con barconi e ONG arriva di tutto: dove pensate che i delinquenti con conti in sospeso con la giustizia nel loro Paesi pensino di scappare, per ripulirsi la fedina penale? Arriva una feccia fatta di spacciatori, stupratori, ladri. Ne abbiamo già a iosa tra i nostri connazionali. Borseggiatrici/tori in metrò sono l’ultima beffarda scoperta, in coda ai nigeriani fuori dai negozi col piattino in mano. E le TV nostrane li/le intervistano, per sentirci dire spudoratamente che vivono di ruberie. Ma “con sensi di colpa”. Eroi/eroine moderni.
Ma queste pubbliche dichiarazioni non scalfiscono il buon cuore di certi italiani, per lo più personaggi pubblici arricchiti, i quali salutano con fervore il crescente arrivo di questo strame sul nostro suolo. Ultimo esempio il rapper/influencerFedez, che, dopo lo sbaciucchio omo a Sanremo, annuncia un’altra provocazione, per mantenere alta la sua visibilità: l’acquisto di una nave ONG con la sua faccia, da aggiungere a quelle già in servizio permanente nel Mediterraneo. Fa più notizia di un banale yacht extra lusso.Del resto, sembra che oggi, se non hai almeno una nave ONG, non sei nessuno. E’ diventato uno status symbol.

Quasi non bastasse la nutrita flotta di navi ONG che, pur battendo bandiere straniere, pretendono di scaricare torme di presunti naufraghi in Italia, il rapper Fedez vuole aggiungerne un’ennesima, “con sopra la sua faccia”. Un modo di farsi pubblicità in linea con i tempi: seguire la corrente vantandosi di andare controcorrente

Che la situazione migratoria sia grave lo ammette lo stesso Sguerso; ma invita ad aggrapparsi ad un’UE che non fa che procrastinare ogni atto che possa essere di sollievo per la Cenerentola europea, come è sempre stata considerata l’Italia, magari a braccetto della Grecia, che invece ha trovato ultimamente la forza per sigillare le proprie frontiere, dirottando il flusso verso di noi, accoglitori di ultima, anzi ormai prima istanza.
Quanto all’accusa di complottismo, rivolta a chiunque rilevi che un fenomeno di queste dimensioni non può essere casuale, ma calcolato, non voglio esprimermi; mi limito soltanto a constatare che i “padroni del mondo”, ossia coloro che si sono arricchiti con giochi finanziari o monopolistici di rilevanza globale (cito come esempi George Soros e Bill Gates), sono in prima linea nel finanziare i vascelli ONG. E qualcosa vorrà ben significare. Che poi siano gli agevolatori, coscienti o meno, del famigerato piano Kalergi (di cui vedi mio articolo [VEDI]), ha scarsa rilevanza, in quanto gli stessi si comportano come se l’avessero fatto proprio, nella sua versione distorta.
Versione distorta che mira ad un meticciato europeo, a cominciare dall’Italia, negli anni e col passare delle generazioni. Per la realizzazione di questo risultato, di cui i fatti rendono testimonianza, è necessario che i flussi migratori siano indirizzati, pressoché in esclusiva, verso l’Italia, predestinata del resto per l’estensione costiera e la forma allungata verso l’Africa. L’ostilità dei Paesi confinanti contro una “osmosi” del flusso oltralpe si traduce nel ferreo sigillo delle frontiere, come fossimo un lazzaretto, contribuendo a trasformare l’Italia in un immenso campo profughi multirazziale in preda a ripetuti e crescenti spasmi sociali.

L’Italia è geograficamente perfetta per diventare un’enclave ricettiva di fiumi di disperati o delinquenti in fuga dall’Africa: vicinanza marittima, sigillata dal mare e dalle Alpi, affinché vi si possa solo entrare, per non più uscirne

La domanda a questo punto è: a quanta parte degli italiani un tale esito è considerato auspicabile? A giudicare dalle ultime elezioni, non c’è dubbio che la maggioranza sia contraria. Ma d’altro canto, non si tratta di una maggioranza “bulgara”, come si sarebbe portati a pensare da parte di un popolo con un sano istinto di auto-conservazione. Invece, il blocco di sinistra è tutt’altro che insignificante; e anche se al suo interno appare molto variegato, sull’emergenza migranti sembra esserci un ampio consenso, con un PD che oscilla intorno ad un significativo 20% nei sondaggi.
Confesso di far fatica a comprendere le ragioni di tanto entusiasmo per essere invasi e poi condizionati da una moltitudine di persone così lontane da noi sotto ogni aspetto. Non vedo neppure il nesso di ferro tra l’essere di sinistra ed esultare per la mescolanza forzata delle razze, pardon, delle etnie. Così come non l’ho mai visto tra l’essere ambientalisti e, quasi per consecutio logica, essere ipso facto di sinistra.
Venendo alla cronaca, Fratelli d’Italia sottolinea con enfasi il risultato di una nave ONG (Luoise Michel) messa sotto sequestro per non aver rispettato le nuove regole contro i salvataggi multipli. Con tutti i migranti raccolti comunque sbarcati. Pannicelli caldi conto una febbre a 40.
La compagine di governo ha stravinto le elezioni sull’onda –è il caso di dirlo- dell’invasione da mare, da bloccare ad ogni costo. L’inaspettato e ironico finale è stato una decuplicazione degli sbarchi! Tutto ciò mentre la Meloni vantava successi a Bruxelles proprio sul tema migranti, che tuttavia non trovano riscontro nei fatti. Anzi.
Il ministro Piantedosi ha tuonato che “accelererà i rimpatri”. Ma questa azione deve ottenere il consenso delle nazioni cui rimandare i migranti. Sinora si è rivelata impresa ardua, se non impossibile, dal momento che quelle nazioni sono ben felici di sgravarsi di un problema scottante; e non possiamo certo scaricarceli con la forza. In pratica, più che esseri umani, sono considerati da tutti come eccedenze, aggravi di spesa e mine vaganti, sia oltralpe che oltremare. L’esempio della Tunisia, prossima ad esplodere, è il più calzante [VEDI].
La soluzione sarà forse monetaria, come avvenuto con la Turchia? Soldi per lasciarci invadere e riempirci di clandestini, magari con tendopoli o riserve in stile indiani d’America? FdI ha avanzato un disegno di legge per la salvaguiardia della lingua italiana. [VEDI] Sembra un anelito disperato, con le dinamiche migratorie in atto.

La Louise Michel, in stato di fermo a Lampedusa, per violazioni plurime del nuovo regolamento sulle operazioni delle navi ONG. La nuova moda di ricconi, come il suo finanziatore Banksy, che non sanno come spendere i soldi, è quella di mettere in mare navi ONG, in presunte stile filantropico; in realtà per appagare il proprio narcisismo

Nelle riunioni di partito (FdI e Lega) immagino gli animi siano piuttosto agitati, poiché la bellicosità dei propositi s’è evidentemente scontrata coi muri di gomma delle istituzioni, con gli altri Paesi europei che mettono tutti i bastoni possibili per ogni modifica al Trattato di Dublino e ad ogni venticello di pur blando cambiamento dello status quo.
In conclusione, se noi italiani continueremo ad essere succubi di interessi a noi contrari, in una suicida esterofilia che da troppi anni ci connota, resteremo per sempre in sala d’attesa di decisioni UE che non arriveranno mai; o quando sarà troppo tardi. Nonostante le fiduciose, direi eroiche (o patetiche), speranze di Sguerso.
Per avere un gesto di coraggio, di autodeterminazione, bisognerà forse aspettare un nuovo “salvatore della patria”? Certo, aspettarsi gesti coraggiosi da una democrazia è chiaramente una pia illusione.

Marco Giacinto Pellifroni   2 aprile 2023

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6 thoughts on “CAFFELATTE”

  1. Caro Marco, una cosa mi pare certa: il mondo così come è non ci piace. Vorrei sentire qualcuno sano di mente a cui piaccia. Questo significa che ci stiamo a disagio. Chi più chi meno, ovviamente. Tu ed io facciamo parte dei fortunati (almeno per ora) che usufruiscono dell’acqua corrente, della luce elettrica e del gas per cucinare. E abbiamo il frigorifero colmo di ogni ben di Dio. Certamente questa fortuna non è assicurata non dico per l’eternità, ma nemmeno per la durata media della nostra vita. E di questo, sia tu che io, siamo ben consapevoli. Se non che gran parte dell’umanità non ha questa fortuna, anzi ha la malasorte di essere nata dove carestia, siccità, guerre tribali, schiavitù e autocrazie spietate imperano. Altrimenti, perché scapperebbero dai luoghi dove sono per disgrazia nati? Che poi ci sia chi specula cinicamente sulle disgrazie altrui non c’è ombra di dubbio. Vedi, tanto per non fare nomi, il premier turco Erdogan., il re siriano Assad, il premier egiziano Al Sisi e altri dittatori. Ad ogni modo, quando tutto è stato detto, mentre da noi la popolazione decresce , in Africa, in Asia e in America Latina aumenta esponenzialmente. Per forza aumentano anche i migranti. Come già ti ho detto,(ma è la scoperta dell’acqua calda) è un problema che riguarda tutto l’Occidente, cioè la parte ricca del pianeta, in altri termini anche noi, dal momento che non siamo nati in Africa o in India o in Afghanistan…Quanto all’attacco di Sarkozy a Gheddafi, bel risultato davvero! Insomma, che Dio ce la mandi buona!

  2. Caro Marco
    Purtroppo questo Governo si trova ad affrontare una situazione difficile, perche’ convincere l’Europa a cambiare l’andazzo creato da 10 anni di politica delle sinistre di accettare l’invasione, in cambio di soldi (da distribuire in clientelismo) oggi mi pare impossibile.
    Dovremo con pazienza attendere un anno, quando probabilmente le elezioni europee porteranno un parlamento europeo diverso da quello attuale, parlamento e commisione che peraltro al momento , oltretutto , vengono apparentemente sistematicamente aizzati contro l’ Italia , dalle stesse sinistre italiane.
    Al momento temo occorra fare buon viso a cattivo gioco, in attesa……
    Silvio

  3. A Fulvio Sguerso: è innegabile che la parte ricca del mondo, diciamo 10-15% , non condivide minimamente i problemi del restante 85-90%. C’è da aggiungere che il nostro benessere si adagia in gran parte sullo sfruttamentop del mondo povero. Una disparità pari a quella che c’è all’interno dello stesso mondo ricco, Non siamo riusciti, se non per un breve periodo (il trentennio postbellico) a riequilibrare un po’ le disuguaglianze, grazie ai movimenti culturali e alle lotte dei lavoratori. Successo effimero, poiché il vecchio padronato, cambiando nome e passando da un’economia fisica ad una finanziaria illiquida (benché si parli di società “liquida”), è riuscito a riprendersi ciò che aveva in precedenza concesso. Qualcosa di analogo s’è verificato nel “terzo e quarto mondo”, con le insurrezioni e l’autonomia politica (solo di facciata, però), riprecipitando a breve nella situazione quo ante, se non peggio. Ora, le tendenze buoniste sognano di risolvere i problemi dei Paesi poveri facendoli entrare in Europa, negli anni passati in Francia, Germania, UK, ecc.; nell’ultimo decennio prevalentemente in Italia. E’ questa la soluzione della povertà della maggioranza del mondo, peraltro in crescita esponenziale? Diluendo la nostra, pur diseguale, ricchezza, annacquandola col 90% di povertà? Magari portando allo stremo il saccheggio della natura, per mantenere in condizioni leggermente migliori la massa di immigrati e molto peggiori la nostra minuscola frazione, acuendo la già avvenuta, e in pieno corso, la regressione socio-economica delle nostre ultime generazioni? Inondare di asiatici ed africani l’Europa porterebbe a questo sconfortante risultato, con un lieve miglioramento delle condizioni di vita degli immigrati e un peggioramento drastico del nostro stile di vita. Non siamo riusciti ad appianare le ingiustizie a livello nazionale; figurarsi a livello di un’Europa, a cominciare dall’Italia, terra di primo impatto, con una improvvisa -e improvvida- supremazia di razze esotiche. Mi fermo qui, ma spero di aver reso il mio pensiero sull’immigrazione forzata in pieno e crescente svolgimento

  4. Caro Marco, come puoi immaginare, sottoscrivo la prima parte della tua elaborata risposta al mio commento. tanto che non avrei niente da aggiungere al tuo testo fino a “se non peggio”. Da lì in poi si apre la faglia che ci divide: so anch’io che in Europa e in Italia non c’è posto per tutti i richiedenti asilo, per questo il problema dei profughi e degli emigranti in generale riguarda tutto l’Occidente. Ma so anche che non tutto l’Occidente intende prendersi carico delle masse di poveri del Terzo e del Quarto Mondo, tra l’altro in aumento esponenziale come anche tu sottolinei. Da qui una situazione che può diventare, se già non è diventata, esplosiva. Quindi: altro che globalizzazione! Il mondo è praticamente già in guerra, ci piaccia o non ci piaccia! Tu sai anche che qualcuno di nostra conoscenza, tempo addietro, richiamandosi all’ideologia futurista, lamentava il fatto che il lungo periodo di pace succeduto alla seconda guerra mondiale, , oltre ad aver infiacchito la tempra degli italiani, non ha permessi lo sfoltimento della popolazione causato dalla guerra. Bene, tutto lascia credere che stiamo avviandoci a un nuovo lungo periodo di guerra globale. Coraggio, futuristi da tastiera, non tutto è perduto!

  5. Dobbiamo rassegnarci, l’unica via possibile è investire sull’integrazione, 10 miliardi all’anno potrebbero bastare per dare vitto, alloggio, scuole, lingua, formazioe lavorativa. Certo occorre essere severi per chi non ha alcun requisito per entrare e delinque reiteratamente, li si salva dall’annegamento e li si controlla con leggi speciali e chi sgarra lo si spedisce indietro facendo accordi diplomatici con i Paesi di provenienza. Gli altri paesi d’Europa spendono molto più di noi per l’integrazione e infatti non hanno problemi particolari con gli immigrati, che forse in diverse Nazioni sono di numero di gran lunga superiori ai nostri…a meno che sotto traccia non vogliamo far intendere che il tipo di immigrato che arriva sulle nostre coste o attraverso i confini di terra ci è particolarmente indigesto…

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