Burlando a Savona? Gatta ci cova!

Purtroppo il tempo passa in fretta e molto spesso i nuovi avvenimenti fanno dimenticare ciò che è accaduto nel passato. Ma siccome i problemi di oggi sono figli degli errori precedenti, da vero savonese, nato Savona da famiglia savonese, ho sempre sentito  il dovere di informare i miei concittadini degli avvenimenti cruciali che hanno segnato negativamente le sorti della nostra città, anche se devo ammettere che, visto come sono andate le cose, con rammarico devo rilevare che i miei avvertimenti non sono serviti a molto. Però non mollo.

Andrea Doria                                                                                                     farinata di grano

Non starò a tornare indietro alla Savona del XVI° secolo, quando, come ormai gli amanti della nostra storia cittadina ben sanno, Andrea Doria pose fine drasticamente all’intraprendenza dei Savonesi, i quali vedevano crescere la ricchezza locale grazie ai loro traffici marittimi di lungo corso che toccavano addirittura il Nord Europa, arrivando altresì a sviluppare una cantieristica per la costruzione di navi idonee a quello scopo.
Attraverso l’alleanza con Carlo V, Re di Spagna, Andrea Doria riusciva nell’anno 1528 a distruggere non solo fisicamente la nostra città, ma a distruggerne soprattutto la sua economia imponendo il proprio potere ed i propri dazi, a causa dei quali (forse non tutti sanno) nacque la locale “farinata di grano”, inventata dai Savonesi per non pagare il pesante dazio imposto dai genovesi sulla farina di ceci.
Successivamente, durante la  breve era Napoleonica, Savona , grazie anche per essere lo sbocco al mare di  Torino , è riuscita in parte a rimettere in moto  la propria economia e, con la nascita del Regno d’Italia, è ridiventata una città ricca e produttiva , tanto da essere inserita giustamente in quel  mitico triangolo industriale, che ha creato il tanto decantato “Miracolo Economico” del nostro Paese degli anni 60 e che ha fatto peraltro  affluire a Savona  un bel po’ di immigrazione interna, che ha portato la città ad avere quasi 80.000 abitanti.

Oggi invece, Savona è una città decadente, con i giovani migliori che emigrano altrove, che vive di assistenza e sta consumando, lentamente ma sistematicamente, la ricchezza prodotta nei mitici anni 50’ e ‘60. Da allora Savona ha perso la sua capacità produttiva manifatturiera e da seconda città italiana per ricchezza pro-capite è crollata al 51° posto in classifica, ben al di sotto della media nazionale. Il disastro si è compiuto principalmente negli ultimi 30 anni, certamente a causa di scelte economiche sbagliate e demenziali, ma soprattutto per la scandalosa sudditanza del P.D. savonese, che ha amministrato la città per decenni, agli ordini del proprio Capo di Genova: Claudio Burlando.
In questi giorni apprendiamo dai giornali che, dopo la  breve parentesi di amministrazione  del centro destra, che peraltro ha bloccato temporaneamente il deposito di bitume in porto che la precedente amministrazione di sinistra aveva accettato supinamente – e la ripresa di potere da parte del Partito Democratico sull’amministrazione cittadina, il compagno Claudio Burlando è tornato ad aggirarsi nella nostra città, il che inevitabilmente incute preoccupazione in tutti coloro che, come  me, si addolorano nel vedere la propria città rotolare sempre più in basso.

Burlando col Sindaco Marco Russo

Spesso, in Consiglio Comunale sono stato tacciato di essere ossessionato dalla figura dell’ex Governatore; vi era addirittura una Consigliera che, quando facendo qualche intervento in cui dovevo per forza ricordarlo, usciva dall’aula. Si da il caso però che io non citavo Burlando per insultarlo, il che sarebbe stato davvero ineducato e villano, ma lo facevo per ricordare la sua storia di politico e i fatti savonesi imputabili a lui, i quali non possono essere né smentiti, né dimenticati  Alla fine di questo mio intervento sarà quindi il lettore a esprimere il proprio giudizio, non tanto sul genovese Claudio Burlando, ma sui savonesi che lo hanno assecondato e che di fatto sono i veri responsabili della rovina della nostra cara città.

1- Il Caso Margonara

Cena alla Margonara e il progetto

In Liguria Genova ha 5 porti per megayacht (così chiamati “marine”). La Spezia ne ha 3; Imperia ne ha 2; Savona: zero.
Savona (che dista 1 ora di auto da Montecarlo; 1 ora e mezza da Torino, 2 da Milano e 3 dalla Svizzera) è l’unico Capoluogo di provincia litorale senza una marina.
La Marina della Margonara era stata approvata dalla maggioranza dei partiti del Consiglio Comunale di Savona dell’allora Giunta Berruti (quindi incluso il PD), di quella di  Albissola Mare,  dalla Conferenza dei Servizi,  nonché dalla Camera di Commercio, dalle Organizzazioni Sindacali, da Confindustria, CNA e Confcommercio.
Il solo VETO dell’allora Governatore Burlando impedì di costruire a Savona almeno una marina.
Se fosse stata realizzata, oggi avremmo almeno mille giovani, molti dei quali con occhi azzurri e capelli biondi, che insieme ad altrettanti giovani savonesi col portafoglio pieno andrebbero in giro per la città a spendere e consumare. Avremmo altresì un indotto legato all’elettronica, alla carpenteria, al software nautico, al design, alla ricettività alberghiera: certamente, una città più internazionale, più giovane, più ricca e più attraente.

2 – Il Caso Ambiente

Burlando con l’assessore Briano e Piero Santi all’inaugurazione del tunnel

La costruzione del tunnel sottomarino per sbarcare a Savona 3 milioni di tonnellate di carbone all’anno, da bruciare per lo più nella centrale di Vado, con il raddoppio di potenza dei generatori a carbone, fu concepita da Claudio Burlando quando era Ministro alle Infrastrutture, durante uno dei Governi Prodi. “Il mio sogno si è avverato” aveva detto all’inaugurazione di quell’opera, quando da Governatore della Regione vedeva coronato il suo orribile sogno: far diventare Savona l’hub delle rinfuse nere!
Il suo sogno era lo sbarco di 3 milioni di tonnellate di carbone all’anno a Levante da bruciare,  per lo più, a Ponente nella Centrale di Vado, con Savona e i Savonesi nel  mezzo a inebriarsi dei fumi e delle polveri sottili, condividendo un tale “privilegio” con gli abitanti di Vado Ligure , Quiliano e  della Val Bormida.

A sinistra Burlando nella sede di TP,  a destra Burlando ascoltato al processo Tirreno Power

In questi giorni il Tribunale di Savona, nell’ambito del processo per disastro ambientale, deve giudicare se le morti per tumori e malattie cardiache, così fuori dalla norma (eccessi dal 49 al 90% sulla media nazionale) nelle aree attigue la Centrale, incluso Savona città,  siano state causate dalle emissioni nocive della Centrale o meno. Fortunatamente i gruppi a carbone sono stati fermati dalla Magistratura; tuttavia, comunque finisca il processo, una cosa certa è che le polveri sottili, la diossina, l’anidride solforosa e i metalli pesanti vari, danneggiano la salute, mentre la famosa “tramontana”, che ha sempre soffiato verso il mare spingendo parte degli inquinanti al largo verso l’orizzonte, da anni a Savona non c’è più!
Non voglio parlare dei soldi che ogni anno il contribuente paga per le perdite perenni del “sogno di Burlando” e cioè le vecchie funivie, le quali fanno tutt’ora bella mostra di sé all’ingresso della città rappresentandone il peggior biglietto da visita! Ma di questo ho già scritto a sufficienza (VEDI).

3 – Il Caso Mobilità
Il Piano Integrato Mobilità della Provincia di Savona approvato nel 2010 era articolato su tre Assi strategici, tra i quali l’Asse 2 era costituito dal Trasporto Pubblico (TPL – Ferrovia) per la realizzazione di un Metrobus elettrico. Già dai primi anni 2000 infatti, la Provincia insieme ai comuni di Savona, Vado Ligure, Albissola Marina e Albissola Superiore, sottoscrivevano un accordo di programma per affidare all’ACTS la realizzazione di un sistema di collegamento elettrificato da Vado Ligure ad Albisola Superiore.
Nel 2002 l’ACTS, con la Presidenza di Luca Delbene, ottiene un finanziamento di 27,5 milioni di euro per la realizzazione del primo lotto, Vado Ligure – Savona Piazza del Popolo.
L’ACTS arrivò addirittura a definire l’esecuzione definitiva e ad indire la gara per la realizzazione del sistema, ottenendo tutti i finanziamenti necessari.
Nell’anno 2005 tuttavia, gli Enti sottoscrittori dell’accordo di programma decisero di rinunciare al finanziamento ed imposero le dimissioni di Delbene da Presidente di ACTS, il ritiro e l’annullamento della gara, e la rinuncia al finanziamento di 27,5 milioni destinati alla mobilità di Savona: per farne cosa? Per destinarli all’ampliamento della metropolitana di Genova!.

I protagonisti di questa assurda e triste vicenda sono stati: Burlando (Governatore della Regione),  Bertolotto (Presidente della Provincia) e Ruggeri (Sindaco di Savona): insomma tutti personaggi targati P.D. col loro Capo in testa.
Andreotti diceva: a pensar male è peccato, ma in genere ci si azzecca.

4- Il Caso Porto

La classifica di flusso delle merci sbarcate in Italia vede i porti come segue:
Trieste: prima, con circa 62.000.000 di tonnellate;
Genova: seconda, con 52.000.000 di tonnellate;
Savona – Vado: presto terza, con 38.500.000 (di cui Savona con 14.500.000 e Vado con 24.000.000  quando la piattaforma Maerks entrerà a regime).
Di fronte a questo scenario, già prevedibile ai tempi in cui Burlando era Governatore (in scadenza!) della Regione, Prodi era al Governo come Presidente del Consiglio e Del Rio Ministro delle infrastrutture – si perpetrava il più grande sopruso di Genova nei confronti della nostra città, superiore, a mio parere, addirittura a quello commesso Andrea Doria nel 1530.

PUBBLICITA’

Mentre il Governo Prodi manteneva le autonomie amministrative a 15 porti, aventi volumi di merce sbarcata nettamente inferiori al nostro, il porto di Savona – Vado, futuro terzo porto mercantile d’Italia, veniva privato della propria autonomia per venire inglobato da quello di Genova!
Ora tutti piagnucolano per l’accaduto, compresi coloro che ne sono stati gli artefici colpevoli, anche se mentre tutti sanno chi sono costoro, per convenienza personale oggi fanno finta di non ricordarselo.
Come è successo per il Metrobus e per tutti gli altri casi, i “giochi” che hanno affondato la nostra città si sono fatti tutti in casa del Partito
Democratico, dove i Democratici savonesi si sono messi, diciamo così, sull’attenti (per non usare un’espressione meno delicata ma più appropriata) di fronte al loro Capo genovese.

Siccome il peggio non ha mai fine, il fatto che Claudio Burlando si aggiri in questi giorni per Savona, perché chiamato a dare suggerimenti (proprio lui, che ha dimostrato di “amare così tanto il nostro territorio”), deve allarmare e non  poco i Savonesi.

Purtroppo nella nostra città c’è più poco da prendere, ma molto “da smistare” e il fatto che vengano investiti milioni di euro per ripristinare le Funivie, il fatto che il Biodigestore di Ferrania sia stato raddoppiato, il fatto che si parli di creare nella provincia di Savona la discarica di tutta la Liguria, il  fatto che si legga di abboccamenti fra il leghista Ripamonti (altro personaggio nemico di Savona e della Val Bormida “pro domo sua”) e il candidato Sindaco di Cairo del PD Briano e, infine il fatto che Claudio Burlando si aggiri dalle nostre parti, non può che destare viva preoccupazione nelle persone che risiedono a Savona e in Val Bormida.
L’area della provincia di Savona comprendente il Capoluogo e la Val Bormida, conta sui 200.000 elettori, i quali dovranno essere vigili su ciò che si sta escogitando alle loro spalle e su chi vuole turlupinarli, specialmente quando sarà il momento di votare per le prossime elezioni politiche, perché, dice un proverbio, “Il Lupo perde il pelo ma non il vizio” e se poi ti morde, è inutile piagnucolare!

Silvio Rossi (libero Pensatore)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.