Bonelli, il mesto bombardino del Centrosinistra

La carriera di Angelo Bonelli, tra discontinuità e frustrazione, racconta la sgangherata ascesa nel panorama politico di centrosinistra. Dal geometra ai salotti parlamentari, passando per un mitico bombardino in cerca di visibilità.
Bonelli, il mesto bombardino del Centrosinistra

Tra sparate e smentite, un ruolo secondario in una fanfara disgregata

La carriera di Angelo Bonelli, tra discontinuità e frustrazione, racconta la sgangherata ascesa nel panorama politico di centrosinistra. Dal geometra ai salotti parlamentari, passando per un mitico bombardino in cerca di visibilità.

Biografia sintetica di Angelo Bonelli
Data di nascita: 30 luglio 1962
Luogo di nascita: Roma, Italia

Formazione e prima carriera:
Diplomato geometra con un percorso scolastico poco brillante, Bonelli ha scelto di dedicarsi alla politica sin da giovane, entrando in contatto con i movimenti ambientalisti e le tematiche ecologiche. La sua carriera si è sviluppata tra la Federazione dei Verdi e diverse cariche politiche locali e nazionali.

Carriera politica:
Nel corso della sua carriera politica, Bonelli ha ricoperto vari ruoli, tra cui quello di consigliere comunale di Roma, capogruppo dei Verdi al Consiglio Regionale del Lazio e, più recentemente, co-portavoce di Europa Verde. La sua elezione alla Camera dei Deputati nel 2022 segna l’ennesima fase della sua ascesa politica, con la sua continua posizione di spicco nel movimento ecologista italiano.

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Attività recenti:
Bonelli si è distinto per la sua opposizione alle politiche di destra sul fronte ecologico, ma non senza polemiche. Tra le sue ultime dichiarazioni più discusse, spicca quella sul rimpianto per Bettino Craxi, un’uscita che ha scatenato un acceso dibattito.

Il Bombardino nel centrosinistra: Un ruolo secondario
Come il bombardino in una fanfara, il ruolo di Bonelli all’interno del centrosinistra appare marginale e ridotto a un sostegno “sonoro”, privo di una vera leadership. Nella sinistra italiana, dove i leader sono spesso chiacchieroni ma inefficaci, Bonelli sembra incarnare quella figura che, pur essendo parte del gruppo, non riesce mai a conquistarsi il ruolo di primo piano. Come un bombardino che rinforza i bassi senza mai emergere dalla massa, Bonelli sostiene una sinistra che non ha più un’anima chiara, piuttosto un miscuglio di frasi ecologiste e ideali distanti dalla realtà politica.

Un frustrato mito?
La visibilità di Bonelli è ridotta, eppure si dibatte tra la frustrazione di un ruolo che non riesce mai a colmare le sue aspettative e la necessità di farsi notare per ogni costo. Per Bonelli, il paragone con altri leader più visibili e autonomi, come il leader di +Europa, Riccardo Magi, è inevitabile. Magi, infatti, ha una leadership che trasuda autonomia e competenza, qualità che Bonelli fatica a esibire. Il contrasto tra la sua figura secondaria e la maggiore presenza mediatica degli altri esponenti del centrosinistra è palese.

La guerra silenziosa con Fratoianni
Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, rappresenta una figura che Bonelli sembra inevitabilmente invidiare. Nonostante i toni più forti e la capacità di incidere politicamente, Bonelli vede in lui un compagno di partito che, pur essendo nel suo stesso campo, ha saputo mantenere un’immagine più dura, incisiva e “autonomista”. Fratoianni è, sotto molti aspetti, l’opposto di Bonelli: è l’artefice di una sinistra che sa spingersi al di là delle parole, mantenendo una coerenza che Bonelli sembra spesso perdere in mezzo alle sue contorte dichiarazioni.

La recentissima sparata: Un colpo di cannone a vuoto
Una delle ultime dichiarazioni di Bonelli ha fatto il giro dei social: “Rimpiango Bettino Craxi”. Il riferimento al leader socialista degli anni Ottanta, noto per le sue scelte politiche controversie, ha scatenato una bufera mediatica. Bonelli, in risposta alla decisione di Carlo Nordio di revocare gli arresti di Mohammad Abedini, ha fatto un’uscita che suonava come un endorsement per un’Italia più “autonoma” nelle sue decisioni internazionali, un ritorno al passato che ha fatto storcere il naso a molti.

Un partito senza direzione
Questa ultima “sparata”, che inizialmente ha destato clamore, è stata smentita in fretta, ma non senza lasciare un alone di imbarazzo. Bonelli si è visto costretto a correggere il tiro, sottolineando come la sua critica fosse indirizzata alla mancanza di trasparenza nelle decisioni politiche, ma il danno era fatto. La figura di Bonelli, da leader delle battaglie ecologiche, si è trasfigurata in quella di un leader di partito che sembra incapace di mantenere una linea coerente, un po’ come un bombardino che, pur cercando di farsi sentire, non riesce mai ad essere al centro del palcoscenico.

 Il mito frustrato di Bonelli
A distanza di anni, Bonelli è diventato un “mito” solo per i suoi seguaci più fedeli, che lo vedono come un simbolo dell’ambientalismo italiano. Ma per chi lo osserva dall’esterno, la sua figura appare sempre più simile a quella di un bombardino: un suono forte ma mai decisivo. Non ha una vera identità politica solida e non riesce a farsi un nome fuori dal coro della sinistra italiana, dove la competizione per la visibilità è feroce.
Il risultato di questa sgangherata ascesa è il suo isolamento nel contesto di una sinistra che sembra ormai più dispersa che mai, tra polemiche, cambiamenti di rotta e dichiarazioni a volte incomprensibili. E, forse, rimarrà sempre un “mito” per chi lo ha visto crescere politicamente, ma un mito che fatica a mantenere la sua dignità in un mondo che sembra non apprezzarlo più.

Tags: Bonelli, Europa Verde, politica italiana, centrosinistra, carriera politica

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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One thought on “Bonelli, il mesto bombardino del Centrosinistra”

  1. Bonelli è il frutto appassito di un ecologismo che, da movimento distante dai colori dei vari partiti, negli anni ’80 decise di aderire alla sinistra, facendo proprie tutte le sue istanze. Fu allora che il sottoscritto, fondatore del primo Partito Verde in Italia, sorto a Finale Ligure nei primi anni ’80, decise di staccarsi dai novelli “compagni”; senza per questo abbracciare i “camerati”. Il solco divenne ancora più profondo quando le sinistre, e i Verdi-Arancione al loro traino, decisero che l’immigrazione illegale di massa fosse un bene per il Paese, benedicendo i barconi carichi di maschi africani che in Italia venivano carichi di livore per “noi bianchi”. Parimenti, i Verdi mi guardarono come un marziano quando cercai di far capire quanto fossimo tutti schiavi di un sistema banco-monetario ecocida e disumano, fonte prima del consumismo, inteso come punto d’appoggio del regime finanziario corrente e paradossalmente spacciato come green deal. Vedi il mio articolo odierno, dove sintetizzo la truffa nella formula debito/Pil.

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