BLADE RUNNER, FILM ICONA DELLA ROBOTICA E DELL’ETICA MORALE DEL FUTURO

La scena in “Blade Runner” (1982) dove Rachael scopre di essere una replicante è una delle più iconiche del film.

Questa rivelazione non solo colpisce il personaggio, ma ha anche profonde implicazioni filosofiche sull’identità, l’umanità e la natura della memoria.

Rachael, interpretata da Sean Young, lavora come assistente del dottor Eldon Tyrell alla Tyrell Corporation. Quando incontra Rick Deckard (Harrison Ford), inizialmente la vede come un’umana, ma poi la sottopone a un test Voight-Kampff, progettato per rilevare i replicatori.

Rachael si considera umana e non ha idea della sua vera natura.

Tuttavia, Deckard la mette in dubbio rivelandole che i suoi ricordi più preziosi sono impiantati, appartenenti in realtà alla nipote del dottor Tyrell.

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La scena pone la domanda se i nostri ricordi sono quelli che ci definiscono.

Rachael credeva di essere umana perché aveva ricordi di una vita vissuta, ma quando scopre che questi ricordi sono artificiali, affronta una crisi d’identità.

Ciò riflette l’idea che la memoria svolga un ruolo cruciale nella formazione dell’identità personale.

Il film mette in discussione cosa significa essere umani.

Se un essere artificiale come Rachael può provare emozioni, ricordi e senso di identità, in cosa è diverso da un umano?

La scena suggerisce che ciò che consideriamo “umano” potrebbe non essere esclusivamente legato alla biologia.

“Blade Runner” è spesso considerato un film che esplora la natura dell’umanità e le sfumature della coscienza, sollevando domande sull’esistenza e il significato della vita.

La scoperta di Deckard sul suo status non è semplicemente una rivelazione, ma un momento chiave per la sua crescita personale e per la riflessione sui temi del film.

Nel futuro avremo Robot replicanti, semi umani, tipo quelli di Blade Runner o Alien, essi ci sostituiranno in molte situazioni e lavori in cui noi umani non avremo più modo di effettuare.

All’inizio sarà una cosa per pochi, visto gli alti costi per potersi permettere un robot, che nel mentre si evolverà sempre più in un vero e proprio umanoide, lo stiamo già vedendo in molti Robot di recente costruzione, sia negli USA che nel continente Asiatico.

Poi come per le automobili, e le altre tecnologie, il costo si abbasserà sempre più fino a poter permettere anche alle famiglie meno abbienti di possedere modelli di automi, da quelli più semplici a quelli più sofisticati e con svariati usi.

Tanto più i robot assomiglieranno agli umani, tanto più gli umani saranno in una crisi esistenziale, quel giorno forse l’etica morale umana cambierà per sempre.

Forse anche se le generazioni nate tra gli anni 50 e gli anni 80 del XX secolo non le vedranno sicuramente mai, il futuro sarà più o meno così, statene certi, sempre se l’umanità riuscirà a superare certi impasse e dogmi che la stanno attanagliando e legandola troppo al passato.

E naturalmente se riusciremo a sopravvivere ed evolvere economicamente e socialmente, senza dover affrontare conflitti che ci autodistruggano

Il futuro in quel caso, sarà in un umanità che saprà governare e trarre profitto da questi umanoidi, ma un giorno come per il Golem, o per la creatura del Dott. Frankenstein, quando essi capiranno ciò per cui saranno stati creati, forse accadrà qualcosa in loro, che cambierà per sempre la storia dell’umanità.

 

Paolo Bongiovanni
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