Bigenitorialità

BIGENITORIALITÀ:

UNA REALTÀ ANCORA TROPPO SCONOSCIUTA

BIGENITORIALITÀ:

UNA REALTÀ ANCORA TROPPO SCONOSCIUTA

 Sono una mamma separata con i figli collocati presso una struttura e con la potestà genitoriale ridotta ed in data 20/10/2017 ho partecipato al convegno organizzato dall’associazione “Papà separati Liguria” presso il Priamar di Savona, riguardante la bigenitorialità, condivisione e strategie efficaci, per aggiornarmi e per le novità a riguardo.

Sono l’unica persona purtroppo che ha firmato il registro della bigenitorialità nel suo Paese.


La bigenitorialità è il diritto di entrambi i genitori di svolgere il loro compito, durante le separazioni e suddetto è stato sancito dalla legge n°54 del 2006 della nostra costituzione, affinché i figli non siano orfani da vivi di uno dei due genitori, affinché questa figura non sia cancellata.

Al convegno di Savona, hanno partecipato molti tra i più grandi ed importanti professori, avvocati, psicologi, giudici ed assistenti sociali d’Italia, per cercare di fare un po’ di luce e di chiarezza sul concetto della bigenitorialità.

Per l’associazione “Papà Separati Liguria” è intervenuto il Presidente della suddetta, Mauro Lami, raccontando la sua esperienza in prima persona da papà separato che combatte quotidianamente per poter stare accanto ai suoi figli.

Egli ha spiegato che troppo spesso il padre è il genitore più debole durante la separazione, perché viene visto solo come un “babbomat”, ossia un padre -bancomat.

Inoltre, ha asserito che troppo spesso i problemi che comporta una separazione, possono portare i padri a depressioni molto forti, con conseguente problemi economici e finanziari, perdita di casa e lavoro e nei casi più estremi epiloghi anche tragici come il suicidio.

Ha altresì sostenuto che la mediazione famigliare dovrebbe essere obbligatoria e che l’alienazione genitoriale è il frutto di un’errata cognizione dell’affido condiviso, in cui dovrebbero essere presenti una sensibilità maggiore per le famiglie separate ed una giustizia meno invasiva sulla parentela dei figli condivisi.

Il secondo relatore è stato l’avvocato e psicologo Guglielmo Gulotta, il quale ha asserito che durante il matrimonio, quando sono presenti dei figli, la cosa si complica, perché la madre tende a sentire il figlio come suo, mentre il padre passa in secondo piano, poiché la donna si occupa di più dei figli.

Essi sono il prodotto della brama che la vita ha di sé stessa.

Durante i conflitti tra marito e moglie, inoltre, molto spesso i figli restano orfani viventi due volte, poiché troppo spesso si arriva a conclusioni tragiche in cui un coniuge uccide l’altro e poi finisce in prigione.

I genitori devono sempre essere l’esempio per i figli, invece vengono influenzati dagli stessi e non sono più in grado e padroni di dire ciò che provano, ciò che sentono (teoria del Io contraffatto) ed usano parole che sono come pistole cariche.

La terza relatrice è stata l’avvocatessa di Torino Cristina Ceci, che esercita la sua attività anche presso il tribunale di Milano, la quale ha asserito che il tribunale ordinario distingue i figli in figli matrimoniali (avvenuti all’ interno del matrimonio) e figli non matrimoniali (figli di genitori con precedenti matrimoni o convivenze alle spalle).

Per i figli matrimoniali è prevista una possibilità di conciliazione durante la separazione dei genitori, mentre per i figli non matrimoniali la suddetta non è prevista e tutto ciò avviene davanti al presidente del tribunale.

Tutto questo prima del 2013 quando presso il Tribunale di Milano è stato adottato il Rito Partecipativo in cui lo stesso si applica alle controversie relative ai figli nati fuori del matrimonio, il rito che consente ai genitori di partecipare alla costruzione di una decisione comune, in cui il giudice non è un soggetto terzo che impone una soluzione, ma suggerisce le determinazioni opportune per la conciliazione. Pertanto, in analogia con il procedimento di separazione e divorzio, il Tribunale può fissare un’udienza per il tentativo di conciliazione delle avverse pretese, in cui il giudice formulerà una proposta di accordo nell’interesse dei figli minori.


A seguire ha parlato il relatore nonché neuropsichiatra infantile Professore Giovanni Battista Camerini, il quale ha dichiarato che i figli esposti a separazioni conflittuali, in futuro e da adulti, potrebbero riportare problematiche psicologiche e malattie psichiatriche dovute allo stress della separazione e che quindi, per cercare di evitare tutto ciò bisogna ricorrere a degli esperti in scienze psicologiche e scienze del diritto che possano valutare la capacità genitoriale dei genitori.

La capacità genitoriale consiste nella capacità di riflettere, di svolgere le funzioni di protezione, di cura, empatica ed organizzativa nei confronti ti del proprio figlio.

Ogni minore ha diritto a mantenere i rapporti con entrambi i genitori, questo è un diritto del minore, sancito nell’articolo 3 della Convenzione del Fanciullo di New York.

I figli stanno male ancora di più quando sono contesi, perché per il figlio è un percorso di lutto legato al dolore per la separazione dall’altro genitore.

A seguire, l’intervento della Presidente della sezione civile del tribunale di Savona Lorena Canaparo che ha dichiarato che nel 2016 le cause di famiglia sono state 862 alle quali se ne sono aggiunte 198 inviate dal Tribunale dei Minorenni.

Delle 862 il 60% erano separazioni e divorzi congiunti, mentre il 40% erano giudiziali.

Il 95% erano affidamenti condivisi, mentre il 5% era esclusivo, quindi il minore era affidato ad un solo genitore, in caso di disinteresse conclamato da parte del padre o della madre nei confronti del figlio.

Di seguito, l’intervento della Presidente del Tribunale di Brindisi Fausta Palazzo, la quale ha adottato dallo scorso marzo delle linee guida utili sia ad avvocati, psicologici, assistenti sociali, che potete trovare a questo… link … dopo aver tristemente ricordato che l’Italia è il Paese più rimproverato dall’Unione Europea per ciò che riguarda il ritardo nei processi e la bigenitorialità effettiva.


A seguire l’intervento di Marino Maglietta, il quale ha ricordato che il codice civile non prevede l’età in cui il figlio possa dormire con l’altro genitore non affidatario, che la parola “mantenimento” è stata sostituita nel 2006 con l articolo n°30 della costituzione in “prendersi cura” quotidiana e continuativa del minore e che il giudice, nelle sue decisioni, deve essere il meno lontano possibile dalla soluzione indicata per i diritti del minore.

Inoltre Maglietta ha rammentato che le spese ordinarie sono tutte le spese che sono programmabili, durante il momento operativo e decisionale, tutto ciò che è prevedibile.

Successivamente l’intervento di Marco Pingitore, psicologo e psichiatra di Catanzaro, il quale ha dichiarato che la PAS ossia l’alienazione parentale, non è una sindrome, che quando è presente è perché è già esistente qualcosa che non va tra genitore alienato e suo figlio e che il ruolo del bambino è sempre fondamentale.

A dimostrazione di ciò ha mostrato dei disegni di bambini alienati, in cui il bimbo alienato non trova difetti al genitore che lo aliena e non si disegna.

Le cose buone le fa solo il genitore che lo aliena, mentre il genitore alienato viene disegnato come passivo e sottomesso.

Vedere disegni allegati all’articolo, in cui è anche presente il disegno di un bambino presumibilmente abusato.

A seguire l’intervento di Luciano Lensi, psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’asl3 il quale ha asserito che il genitore che ha subito violenza subdola e nascosta debba essere subito riconosciuto ed aiutato e che nonostante i genitori siano separati debbano vivere nel sacro rispetto della bigenitorialità.

Di seguito, l’intervento di Massimo D’Amelio, assistente sociale privato e C.P.T a Milano, il quale ha sostenuto che se si debba sempre lavorare sul positivo, che prima di condividere l’esperienza del diventar e genitori bisogna pensare d’esserlo, che la libertà di separarsi è possibile, mentre la libertà di far male ai propri figli non debba mai esserci e che un genitore singolo possa sempre contare sulla propria famiglia d’origine e sulla famiglia degli operatori che lo prendono “in cura”.

Per ultima l’avvocato Elisabetta Ferrero, presidente dell’ordine degli avvocati del Foro di Savona, la quale ha sostenuto che i principi di responsabilità ed i principi di etica siano ben precisi e che ha esposto alcune linee guida del Consiglio Europeo per gli interessi dei minori.

L’avvocato deve sempre mentre al centro gli interessi del minore ed assicurarsi che lo stesso sia sempre tutelato

Deve andare oltre per capire se il genitore vuole essere strumentale o no ed immedesimarsi nel cliente.

Tra i doveri deontologici di un avvocato c’ è:

 art. 56 in cui l’ascolto del minore è previsto solo con il consenso di chi esercita la potestà genitoriale; il minore deve essere tenuto fuori dalle controversie in materia famigliare e lo stesso va ascoltato in sedi opportune;

art.57 l’avvocato deve sempre assicurare in ogni caso l’anonimato del minore

art. 68 l’avvocato che abbia assistito insieme coniugi/conviventi in controversie di natura famigliare deve sempre astenersi dal prestare la propria assistenza a favore di uno dei coniugi in controversie successive.

Al convegno hanno partecipato anche il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, l’assessore regionale Scajola, l’assessore ai servizi sociali di Savona Ileana Romagnoli, che ha ricordato che a Savona il registro della bigenitorialità è attivo dal novembre del 2016, il vescovo di Savona Don Vero e Don Adolfo Macchioli della Caritas di Savona

   Laura Candelo

 

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