FRAMMENTI,  PER  ENRICO

di Adriana Romano

“E il pensiero, un giorno, di potere – al pari dei lapponi di un tempo - concludere la mia giornata terrena avviluppato in una slitta lasciata poi scivolare delicatamente da un pendio, laddove la neve avrebbe poi disteso un pietoso velo morbido e lieve, più volte ai miei Cari comunicato in forma di una dolce e per me seducente fiaba nordica, mi è tuttora di soave, serena grata memoria e compagnia”.  Enrico Bonino, Elegia del Grande Nord, 2001.
Ricordo ogni giorno la voce, le parole, l'intelligenza, l'umanità di Enrico Bonino, poeta di Albissola Marina.

A lui dedico, come ringraziamento per l'attenzione che mi prestò, questi frammenti di poesia.

Era nato nel 1922; ci ha lasciati nell'estate del 2005.
Ci accompagna, e ci accompagnerà, la sua parola attraverso le numerose opere che rimangono come preziosa eredità; tra le raccolte di poesia ricordo qui alcune fra le più significative per me:  Ora attende il mio giorno (1944),  Quando il vento canta (1953),  L’ansia quotidiana (1965),   Sinfonia proustiana (1984),  Il guscio sommerso (1993),  Alla soglia del dubbio (1998),  Elegia del grande Nord (2001).

Enrico pubblicava “Quando il vento canta” nell'anno in cui io nascevo.

Dopo avere letto il mio primo libro di versi, disse di me : “Il vento, subito me l'ha fatta sentire sorella”. Era l’aprile del 2000.

Coincidenze, ricordi, complicità e vicinanza nella poesia, “sola realtà di vita”.

Impossibile dimenticare.

All'autunno portavi 

All'autunno portavi
la tua malinconia
- trasparenze d'azzurro
negli occhi -
e il vento la prendeva
come un dono, se ne faceva
veste per volare
dal tuo balcone al mare,
dal mare al mondo...

Il vento non dimentica,
sempre ritorna e in lui
oggi respiri, in lui
ti apri come una prateria
per tutto il giorno,
finché la notte trema
nel ricordo
di te, con grazia
e nostalgia.