Sarà  interessante vedere se almeno a Benedetto XVI, Ruini e fratelli resterà qualche minuto di tempo all’Angelus o nelle prossime omelie, tutte occupate dalla lotta ai Dico, per occuparsi concretamente delle famiglie, anche quelle a loro care, unite dal sacro vincolo del matrimonio, gettate sul lastrico dai rovinosi aumenti dei mutui
Chi non ha un mutuo alzi la mano

Marco G. Pellifroni

 …e salti questa pagina. Ma saranno in pochi. Il Secolo XIX di venerdì scorso riporta a tutta pagina, con ampio servizio interno, il dramma di migliaia di famiglie italiane, impossibilitate a pagare i ratei dei mutui crescenti, con relativa perdita della sudata casa in cui speravano di vivere.
Un esito, anzi l’inizio di un processo, ampiamente prevedibile sin da quando le banche hanno invogliato i loro clienti a contrarre un mutuo sulla casa di abitazione, “visti gli affitti così alti e i tassi così bassi”. Sembrava così logico far proprio il loro ragionamento: tassi di sconto al 2%, mai visti prima, e per contro affitti alle stelle. Chiunque ci sarebbe cascato, anche chi scrive. Parlo perciò con cognizione di causa.

Quando però Mr. Trichet, capo della BCE, ha cominciato ad alzare i tassi, portandoli in 5 colpi al 3,25%, l’effetto sui ratei mensili è stato devastante, soprattutto per i mutui a lunga scadenza, quali sono nella quasi totalità i mutui casa, viste le cifre a 5 zeri che li contraddistinguono. E sono cominciati i dolori. Porto l’esempio personale, per non riportare notizie di seconda o terza mano.

Mutuo di € 110.000 in 25 anni. Interesse inziale: 2,5%; attuale, dopo 20 rate mensili: 4,35%. Un aumento di quasi il 2%. Se però vado a vedere quanto ogni mese pagavo di interesse e di rimborso capitale, noto una notevole discrepanza: crescente del primo e decrescente del secondo:

Interesse iniziale:  € 340,68    Rimborso capitale iniziale:  € 227,16     Totale rateo: € 569,34

Interesse odierno:  € 468,54   Rimborso capitale odierno:  € 194,79    Totale rateo: € 664,83

Aumento  €  127,86       Diminuzione:  €  32,37       Aumento:    €   95,49

In altri termini, pago ogni mese il 37,5% in più di interessi e mi viene scalato il 14,2% in meno dal capitale! E questo in soli 20 mesi. Me ne restano 280; e già il mese prossimo la BCE ha annunciato l’ennesimo aumento dei tassi, con le automatiche ripercussioni sui ratei mensili.

Constatato quanto sopra, scrissi alla banca una lettera, nella quale portavo alla suo attenzione un futuro di insosteniblità dei mutui, ossia di debiti non quantificabili all’atto della stipula. Chiedevo anche, con un certo candore, “come vi sentirete voi banca all’assistere, anzi a provocare, la rovina di innumerevoli famiglie, alle quali avete prestato denaro (che neppure avevate in deposito, in virtù del requisito legale di una modesta riserva frazionaria), a fronte del quale vi appresterete a richiedere beni solidi come le case di quanti sono stati abbagliati dalle allettanti offerte iniziali?” Sottolineavo anche che per le banche non è un obbligo ma una facoltà praticare pedissequamente gli aumenti dei tassi BCE; ma se considerano tale adeguamento un obbligo, allora lo è anche, a maggior ragione, quello di applicare la legge Bersani n° 248 del 4 agosto 2006, che impone di adeguare non solo i tassi passivi, ma anche quelli attivi. Cosa che nessuna banca ha sinora fatto (un po’ come i petrolieri coi prezzi della benzina alla pompa).

La risposta fu freddamente tecnica, ribaltando la causa delle prossime inevitabili insolvenze agli aumenti dei tassi ad opera della Banca Centrale Europea. Punto.

E puntualmente, infatti, si legge delle prime, numerose vittime, il cui numero è votato ad una crescita esponenziale, grazie anche alle tasse di Governo ed enti locali; e grazie anche, e soprattutto, alla stessa BCE, che l’anno scorso ha immesso nel circuito finanziario quasi il 10% (per l’esattezza il 9,3% della massa monetaria che gli economisti chiamano M3) della moneta già in circolazione, contribuendo ad accrescere quell’inflazione che dice di voler combattere tramite l’aumento del tasso di sconto. Grazie anche alla stessa BCE che, banca centrale privata e proprietà di banche private, decide, senza possibilità di interferenze da parte dei governi della zona euro, quando e quanto praticare di tasso di sconto; che altro non è se non l’interesse che gli Stati membri le pagano come signoraggio, e cioè come interesse sul prestito di moneta elettronica (fiat money), che gli Stati sono poi tenuti a rimborsare con titoli di Stato, quindi tassando i cittadini, con la graduale costruzione, negli anni, di monumentali debiti pubblici, i cui interessi variano, appunto, a seconda del giudizio inappellabile del prestatore, ossia della BCE stessa.

Ma consoliamoci, siamo in buona compagnia: negli USA stanno ancora peggio, visto che la loro Banca Centrale, la Fed (anch’essa privata e posseduta dai maggiori banchieri mondiali) nel 2006 ha emesso moneta per un ammontare di circa il 10,7% di quella esistente (il “circa” è dovuto al fatto che dal marzo 2006 la Fed non osa più rivelare la quantità di dollari M3 che emette, per timore di vedere il dollaro finire a picco più rapidamente di quanto non stia già facendo). Gli americani, infatti, e come sempre, ci hanno preceduto in questa triste esperienza di mutui, avendo la Fed, sotto la direzione di Alan Greenspan, stimolato, attraverso il credito super-facile, il gonfiarsi di una ciclopica bolla immobiliare, che ultimamente, sotto le picconate dei tassi in rialzo, si è rapidamente afflosciata, con lo strascico di lavoratori edili disoccupati e migliaia di famiglie scacciate di casa e con ancora i mutui da pagare.

Ma cosa volete che importi tutto questo a un Bush tutto preso dal conseguire la vittoria in Iraq e dal porre le basi per un’invasione dell’Iran? Cosa volete che contino i nuovi senza-tetto, non per terremoti o alluvioni, ma per cause finanziarie, agli adulati maghi della finanza che ci governano, che chiedono alla ghettizzata “sinistra radicale” (che solo sinistra è, mentre lorsignori non lo sono mai stati) di lasciar loro le mani libere in Afghanistan, a Vincenza, sul TAV. Il problema dei mutui e delle banche? Non sono all’ordine del giorno e non tolgono dal faccione di Prodi l’eterno, beatifico sorriso, ancora più pacioso dopo aver ottenuto la benedizione di Napolitano a ripartire “con nuovo slancio”, facendo posto in barca ad un centrista nella speranza che a cederlo sia qualche rompicoglioni della sinistra (non aggiungo più il termine “radicale”, visto che trattasi dell’unica sinistra rimasta).

Sarà peraltro interessante vedere se almeno a Benedetto XVI, Ruini e fratelli resterà qualche minuto di tempo all’Angelus o nelle prossime omelie, tutte occupate dalla lotta ai Dico, per occuparsi concretamente delle famiglie, anche quelle a loro care, unite dal sacro vincolo del matrimonio, gettate sul lastrico dai rovinosi aumenti dei mutui.

Marco G. Pellifroni 

Finale Ligure, 24 febbraio 2007