«SVOLGIAMO un lavoro che richiede competenze, abilità
pazienza e passione nella formazione professionale, che è il
settore in cui ci siamo specializzate, attraverso laurea e
master specifici, a costo di tempo, fatica e denaro,
impegnandoci in tutte le fasi della formazione, dalla
progettazione alla gestione umana e amministrativa delle
attività formative. Dei compensi che percepiamo, circa la
metà rientra nelle casse dello Stato sotto forma di tasse.
Inoltre, non è affatto detto che al reddito dei primi sei
mesi, oggetto dell'inchiesta sunnominata, ne corrisponda uno
uguale per la seconda parte dell'anno.
Come professionisti lavoriamo con il massimo impegno, in un
Ente pubblico o presso privati, pur senza avere la sicurezza
del futuro, una cadenza regolare di compenso mensile, la
possibilità della malattia, della maternità, una
liquidazione alla chiusura del rapporto di lavoro.
Vogliamo soprattutto difendere con vigore il senso del
nostro lavoro: il nostro impegno, soprattutto quello con gli
adolescenti, in età di obbligo formativo, è volto a creare
le basi non solo per un possibile futuro professionale ma
anche per una condizione di serenità per ciascun giovane che
seguiamo, allo scopo anche di limitare eventuali situazioni
di disagio. Vorremmo che ci si rendesse conto della
fortissima valenza sociale (secondo noi ancora più
importante dell'esito occupazionale) del nostro lavoro».
Laura Maniscalco, Rossella Pattaro, Giovanna Servettaz,Antonella
Tedde
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