SBATTI LA SCUOLA IN…
QUARANTESIMA PAGINA!

Riequilibriamo, e subito, i ruoli dell’informazione. Prima che sia troppo tardi e tutto appiattito come su uno schermo video fragoroso,esagitato e bugiardo!

                                                 di
Sergio Giuliani      versione stampabile

 Dice un antico adagio che se un cane morde un uomo, non fa notizia, ma se un uomo morde un cane…altroché.

Un Provveditore agli studi, convocando i Presidenti delle Commissioni di Esame di Maturità ebbe a metterci sull’avviso dicendo: due giornali di provincia debbono riempire ogni giorno pagine e pagine. In questo periodo vi aspettano al varco e badate di non dar loro nessuna esca: siete avvisati!

Come sono lontani i tempi in cui Emile Zola, coi suoi articoli, smascherò la camarilla del potere militare francese intesa a rovinare il capitano Dreyfus! E quelli in cui Pio Baldelli (ma chi se lo ricorda più!) sulle pagine di “Lotta continua” (oh! Come ce ne ricordiamo!) si batteva per smascherare la trama della prima strage di Stato, quella di Piazza Fontana, il 12 dicembre 1969: davvero un altro millennio!

Un episodio, forse di sconsideratezza violenta, forse davvero banale capitato alle scuole elementari “XXV Aprile” di Fornaci ha dato la stura ad una serie di articoli un poco maliziosi e pettegoli di cui era notizia persino sulle “civette”. Non si è pensato, certo, alle conseguenze della coloritura massmediatica. O forse no; ci si è davvero pensato. La notizia è un osso polposo, sempre; specialmente se riguarda la scuola e se si può non tanto dire male, quanto lasciarlo chiaramente intendere, dei soliti statali rovinanazione.

La crisi dei giornali è sotto gli occhi di tutti: si legge tanto quanto nel 1939. Ma l’edicola è diventata regno di gadgets, di riviste colorate di ogni genere, di cd, cassette e di libri classici, ma inguaribilmente fuor di mercato e, quindi, liquidati o come regalo, o a prezzi accessibilissimi, il che non sarebbe male se non rappresentasse comunque il risultato di una squalificante sconfitta.

L’edicola oggi vende tanti quotidiani come nel 1939, ma si è moltiplicata per invasività ed è un negozio grandissimo, lucente e costipato. E fin qui, è progresso.

Ma il discernimento critico del lettore è probabilmente di molto ridotto, se la qualità dell’informazione è tanto, tanto scontata e sguaiata. La cronaca savonese in particolare è un frullato di voci, di smaniosa attenzione a far dire ai soliti ben informati o politici quello che neppure sognano di dire, di”lanci” di appuntamenti culturali “sentiti” a danno di altri neppure segnalati. Ci si sbraca sul calcio, sulla “dance”, sui “sentito dire” sulle pesanti “caricature”  (Topo Gigio, Volpe argentata, Montalbano e via con altre lepidezze): è il pubblico che lo vuole e loro –  i “giornalisti” ne sono a servizio.

Non è così! L’informazione ha una sua ben precisa etica, perché è un’arma senza replica, unidirezionale e deve essere attenta a dare elementi, ”fatti” senza giudizi e, peggio ancora, pre-giudizi.

Mi capita di conoscere bene la scuola e le maestre della “XXV Aprile” di cui sono stato spesso ospite per incontri con  le classi: ammiro il lavoro, pesante e poco gratificato, delle insegnanti tutte del Plesso Fornaci e, davanti ad un episodio come quello “sbattuto” per giorni in prima pagina locale, vorrei che le acque non fossero state rimescolate fino a divenir torbide, vorrei che del fatto discutessero in piena serenità chi ne ha diritto e dovere: maestre, genitori della bimba che si è lamentata e direttore didattico.

Lasciamo a loro il ricercare la verità, che spererei sgonfiata da cattiveria e ricondotta nell’alveo della vivacità dei piccoli in ricreazione. Chi di noi, anche alle elementari, non è tornato a casa con un bozzo in testa? Chi di noi non ha fatto a botte? Allora, i genitori alzavano le spalle ed erano pronti a dar la colpa al loro figlio, anche e spesso a torto.

Adesso non più di tanto! Lascino, quindi, certi “giornalisti” (si fa per dire!) i toni allarmistici. Gravissimo cercare subito una spiegazione, più che nella vivacità dei bimbi, nell’interetnia. Lascino il “caso”, se di caso si tratta, alla cura degli educatori e dei genitori che sanno molto bene che i piccoli non si turbano nemmeno per far colpo con articoli in “civetta”

Riequilibriamo, e subito, i ruoli dell’informazione. Prima che sia troppo tardi e tutto appiattito come su uno schermo video fragoroso,esagitato e bugiardo!

  Sergio Giuliani