«DICO sì alla torre di Fuksas. Innanzitutto perché è bella.
E' ora di iniziare a guardare le cose per quello che sono,
senza giudizi ideologici». L'assessore ai lavori pubblici
Livio Di Tullio ((Ds) rompe gli indugi ed esce allo scoperto
sulla Margonara. È evidente che, sulla scacchiera di una
battaglia che si annuncia lunga e difficile, Di Tullio
preferisce incarnare l'alfiere della prima mossa.
All'avanguardia, insomma, a costo di rischiare di scoprire i
fianchi: «Il primo "onere di urbanizzazione" da chiedere a
Fuksas è di progettare la parte pubblica di quella zona, da
Albissola a Miramare, con la stessa qualità della parte
privata, cioè della Torre».
Non è certo un caso se l' uscita pubblica dell'assessore
arriva a poche ore di distanza dal via libera che la
maggioranza di centrosinistra ha dato al piano triennale
delle opere pubbliche, presentato mercoledì sera a Palazzo
Sisto. Un piano nel quale non compaiono opere calibrate per
stupire, ma tanti piccoli e grandi lavori «che mirano - dice
Di Tullio - a migliorare la vivibilità quotidiana della
città». Le piccole cose di tutti i giorni - è il messaggio -
accanto ai grandi progetti.
«Negli ultimi anni - spiega - Savona è stata amministrata
prima dal centrodestra con il criterio dell'amministratore
di condominio: le piccole cose, pur importanti, e basta. Poi
è seguito un periodo che potremmo definire quello dei grandi
sogni...». Di Tullio non lo dice esplicitamente, ma sembra
invitare a tenere insieme i due aspetti. «Abbiamo messo in
preventivo opere pubbliche per 16 milioni di euro - dice - e
si tratta per lo più di interventi sulle periferie e nei
quartieri: fogne, acquedotti, sottoservizi, sicurezza
stradale. Sono convinto che per una città che guarda al
turismo, la qualità della vita sia un elemento cardine dello
sviluppo economico».
Uno sviluppo economico nel quale - suggerisce Di Tullio - la
Margonara ha un ruolo, invece, di traino: «C'è un grande
architetto che disegna una cosa per noi, solo per Savona.
Ribalto la domanda diventata abituale: perché no?». Aggiunge
l'assessore: «Rifondazione Comunista ha una posizione
contraria a prescindere». Prosegue: «C'è qualcuno che a
prescindere dice no e qualcuno, come me, che se vede una
cosa bella, come la torre di Fuksas, a prescindere dice sì.
Poi si valutano tutti i pro e contro». Di Tullio paragona il
faro-torre alla Torretta: «Perché negare alla città un nuovo
simbolo? Se nel Cinquecento si fosse ragionato come ora, la
Torretta forse non si sarebbe fatta». Ma l'affondo
dell'assessore non termina qui: «Il problema non è fare o
non fare case per i ricchi. Piuttosto, il problema è fare
della torre un elemento di novità, che l'ultimo piano sia
un'attrazione turistica». Aggiunge: «Nel porticciolo
arriveranno gli yacht dei ricchi? Dov'è lo scandalo? Il
punto, semmai, è redistribuire il reddito attraverso il
lavoro: arrivano gli yacht dei ricchi e io offro i
cantieri...». Conclude: «Ci dobbiamo chiedere quale potrà
essere il futuro di Savona. E certo non potremo essere tutti
dipendenti pubblici o pensionati. Dobbiamo attrarre risorse:
se in mezzo ci sono anche gli yacht dei ricchi, ben
vengano».
Antonella Granero
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