Di Tullio in campo«Sì alla torre di Fuksas» IL SECOLOXIX
il caso
L'assessore rompe gli indugi e prende posizione sulla Margonara
«DICO sì alla torre di Fuksas. Innanzitutto perché è bella. E' ora di iniziare a guardare le cose per quello che sono, senza giudizi ideologici». L'assessore ai lavori pubblici Livio Di Tullio ((Ds) rompe gli indugi ed esce allo scoperto sulla Margonara. È evidente che, sulla scacchiera di una battaglia che si annuncia lunga e difficile, Di Tullio preferisce incarnare l'alfiere della prima mossa. All'avanguardia, insomma, a costo di rischiare di scoprire i fianchi: «Il primo "onere di urbanizzazione" da chiedere a Fuksas è di progettare la parte pubblica di quella zona, da Albissola a Miramare, con la stessa qualità della parte privata, cioè della Torre».
Non è certo un caso se l' uscita pubblica dell'assessore arriva a poche ore di distanza dal via libera che la maggioranza di centrosinistra ha dato al piano triennale delle opere pubbliche, presentato mercoledì sera a Palazzo Sisto. Un piano nel quale non compaiono opere calibrate per stupire, ma tanti piccoli e grandi lavori «che mirano - dice Di Tullio - a migliorare la vivibilità quotidiana della città». Le piccole cose di tutti i giorni - è il messaggio - accanto ai grandi progetti.
«Negli ultimi anni - spiega - Savona è stata amministrata prima dal centrodestra con il criterio dell'amministratore di condominio: le piccole cose, pur importanti, e basta. Poi è seguito un periodo che potremmo definire quello dei grandi sogni...». Di Tullio non lo dice esplicitamente, ma sembra invitare a tenere insieme i due aspetti. «Abbiamo messo in preventivo opere pubbliche per 16 milioni di euro - dice - e si tratta per lo più di interventi sulle periferie e nei quartieri: fogne, acquedotti, sottoservizi, sicurezza stradale. Sono convinto che per una città che guarda al turismo, la qualità della vita sia un elemento cardine dello sviluppo economico».
Uno sviluppo economico nel quale - suggerisce Di Tullio - la Margonara ha un ruolo, invece, di traino: «C'è un grande architetto che disegna una cosa per noi, solo per Savona. Ribalto la domanda diventata abituale: perché no?». Aggiunge l'assessore: «Rifondazione Comunista ha una posizione contraria a prescindere». Prosegue: «C'è qualcuno che a prescindere dice no e qualcuno, come me, che se vede una cosa bella, come la torre di Fuksas, a prescindere dice sì. Poi si valutano tutti i pro e contro». Di Tullio paragona il faro-torre alla Torretta: «Perché negare alla città un nuovo simbolo? Se nel Cinquecento si fosse ragionato come ora, la Torretta forse non si sarebbe fatta». Ma l'affondo dell'assessore non termina qui: «Il problema non è fare o non fare case per i ricchi. Piuttosto, il problema è fare della torre un elemento di novità, che l'ultimo piano sia un'attrazione turistica». Aggiunge: «Nel porticciolo arriveranno gli yacht dei ricchi? Dov'è lo scandalo? Il punto, semmai, è redistribuire il reddito attraverso il lavoro: arrivano gli yacht dei ricchi e io offro i cantieri...». Conclude: «Ci dobbiamo chiedere quale potrà essere il futuro di Savona. E certo non potremo essere tutti dipendenti pubblici o pensionati. Dobbiamo attrarre risorse: se in mezzo ci sono anche gli yacht dei ricchi, ben vengano».
Antonella Granero