INCASTRATI da una serie di intercettazioni telefoniche e
ambientali, dalle quali emergerebbe che già prima della gara
d'appalto si sapeva a quale ditta sarebbero stati affidati i
lavori per lo sgombero della neve con mezzi meccanici e per
il trattamento antighiaccio di alcune strade provinciali del
levante savonese. Ditte che, tra l'altro, alle gare
d'appalto presentavano offerte con un ribasso lievissimo,
sicure (almeno secondo la tesi sostenuta dalla procura) che
non avrebbero perso il servizio.
A distanza di ventiquattro ore dall'arresto di Andrea
Zaffarano, 58 anni, e Maurizio Zerbini, 47 anni, entrambi
funzionari della Provincia con l'incarico rispettivamente di
responsabile del settore viabilità del compartimento di
levante e responsabile della manutenzione stradale,
cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulla
clamorosa vicenda che ha portato agli arresti domiciliari i
due dipendenti pubblici. «L'inchiesta è ancora in corso,
perchè stiamo vagliando la posizione di altre persone
coinvolte, per cui non posso scendere troppo nei particolari
- sottolinea il procuratore capo Vincenzo Scolastico che ha
chiesto e ottenuto dal gip Giovanni Zerilli gli ordini di
custodia cautelare agli arresti domiciliari per Zaffarano e
Zerbini - Posso però dire che siamo in possesso di elementi
tali da poter dimostrare che, almeno per quanto riguarda
dieci lotti su un totale di ventiquattro, già prima della
gara d'appalto si sapeva chi l'avrebbe vinta. In pratica
l'affidamento dei lavori veniva suddiviso tra alcune ditte
che alla gara d'appalto presentavano offerte con un ribasso
oserei dire impercettibile, tra lo 0,01 per cento e il tre
per cento. Soltanto l'Acts aveva presentato un ribasso del
cinque per cento».
L'inchiesta, è bene ricordarlo, riguarda l'appalto del
servizio per la stagione invernale 2005/2006 costato poco
più di un milione e cento mila euro, ma quello che allo
stato attuale delle cose non è ancora ben chiaro è perchè i
due funzionari dell'amministrazione provinciale favorissero
alcune ditte rispetto ad altre. Visto che l'accusa nei loro
confronti è quella di turbativa d'asta e di tentata
concussione ma per un singolo episodio. «In questo momento
non si tratta a mio avviso di un aspetto dal punto di vista
giudiziario importante - commenta ancora il procuratore
Scolastico - Non sappiamo se lo abbiano fatto per spirito
filantropico, per amicizia o per qualsiasi altro motivo.
Sappiamo però che già prima della gara d'appalto si sapeva
chi l'avrebbe vinta ed è questo che i due funzionari ci
dovranno spiegare».
Nessuna novità, invece, sul fronte dell'imprenditore
indagato a piedelibero per la stessa vicenda. La sua
identità viene mantenuta riservata dagli investigatori, ma
non è escluso che nei prossimi giorni altre persone possano
esser coinvolte nell'inchiesta.
Gianluigi Cancelli
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