PROSEGUE la resa dei conti in Forza Italia dopo il flop del
voto sulla commissione d'indagine per Acts. Il
vicepresidente del consiglio regionale Franco Orsi - con
Enrico Nan e Claudio Scajola uno dei maggiorenti del partito
che osserva da lontano, ma non troppo, quello che sta
accadendo - attacca: «Il mancato voto su Acts è stato
sicuramente un errore. Ma il clima effervescente che ne è
emerso nel partito è dovuto all'avvicinarsi del congresso
provinciale». Ancora più chiaro: «Le voci sul ruolo di
Cipollina in Acts? Ecco, proprio queste sono le
effervescenze congressuali cui mi riferisco. Anzi: un inizio
di manovre congressuali che non mi piace molto. Intendo dire
che qualcuno di noi, facendo il male del partito, ha cercato
di utilizzare la vicenda Acts per mettere un gruppo in
difficoltà rispetto ad un altro gruppo». Tanto per chiarire:
non è un mistero che Remigio e Cipollina, chiamati in causa
per la vicenda, appartengano all'area di Orsi (a sua volta
delfino del senatore Grillo).
Forza Italia doveva votare la commissione d'inchiesta? «Sì,
doveva, è stato un errore che un consigliere non l'abbia
fatto, anche se sulle questioni importanti, per avere
compattezza, occorrono passaggi più stringenti dentro al
partito».
E' vero, come si dice negli ambienti politici, che lei abbia
già in tasca la candidatura a presidente della Provincia?
«Sono 7-8 anni che, ad ogni scadenza importante, si parla di
me e ciò mi onora. Ma la strategia per le Provinciali verrà
fatta durante o dopo il congresso provinciale».
Dunque: sì o no? «Non sono alla ricerca di posti, ho la
massima carica dell'opposizione in consiglio regionale. Il
mio nome ha senso se è funzionale ad un progetto... ».
Quale progetto? «La Provincia vive una fase di paralisi. Il
presidente Bertolotto, del centrosinistra, ha fatto aperture
al centrodestra. Allora: il candidato sarà il candidato di
chi, con chi, per chi? Quando sapremo questo, sapremo anche
se il mio nome, in tutto ciò, avrà un senso. Ne approfitto:
la Provincia non sta facendo nulla su due questioni
centrali: rifiuti e acqua».
La questione rifiuti, con la chiusura di Cima Montà, è
dirompente. «Tra qualche anno, grazie alla non gestione
della Provincia, saremo con i rifiuti per strada come a
Napoli o con una Tarsu a livelli esorbitanti».
Torniamo al congresso. Cosa si aspetta? «Spero che sia
unitario e rappresenti una svolta nella nostra carente
organizzazione. Dobbiamo costruire un partito all'altezza
del ruolo di maggioranza relativa che ha in provincia. Il
Congresso, inoltre, darà finalmente legittimità ai nuovi
organismi dirigenti che ne usciranno. Non ne facevamo da
tanto. Sarà anche l'occasione per valutare chi in questi
anni ha fatto bene e chi invece si è spento».
Cosa pensa della Margonara? «Penso che tutti siamo andati
dietro ad un dibattito finto, sull'onda delle posizioni di
Rifondazione Comunista. E' desolante che la maggioranza
appena eletta a Palazzo Sisto non abbia mai voti per votare
ciò che vuole».
Come vi regolerete? «Gli scenari sono due: la giunta
presenta al consiglio una posizione che è quella della
maggioranza e l'opposizione decide se votarla o no. Il
secondo è che la maggioranza non c'è e si deve decidere chi
redige il provvedimento. Voglio dire: spero che nessuno di
noi si faccia tentare dal votare un provvedimento redatto
comunque dalla giunta».
Si spieghi meglio. «Non è mai successo che un soggetto
attuatore al quale spetta di presentare un progetto, ovvero
l'Autorità Portuale, chieda prima se deve farlo. Noi non
possiamo far finta di non vedere che è un incidente, un atto
di sfiducia verso l'amministrazione comunale di Savona. Non
è in questione Margonara sì-Margonara no. Nel sì ci sono
differenze sul come, sul quando, sul modo. Ma non è quello
che ci viene chiesto ora».
Antonella Granero
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