«La vicenda Acts usata per la battaglia interna al partito» IL SECOLOXIX
franco orsi (forza italia)
E il leader azzurro non esclude la propria candidatura alla presidenza dell'amministrazione provinciale
PROSEGUE la resa dei conti in Forza Italia dopo il flop del voto sulla commissione d'indagine per Acts. Il vicepresidente del consiglio regionale Franco Orsi - con Enrico Nan e Claudio Scajola uno dei maggiorenti del partito che osserva da lontano, ma non troppo, quello che sta accadendo - attacca: «Il mancato voto su Acts è stato sicuramente un errore. Ma il clima effervescente che ne è emerso nel partito è dovuto all'avvicinarsi del congresso provinciale». Ancora più chiaro: «Le voci sul ruolo di Cipollina in Acts? Ecco, proprio queste sono le effervescenze congressuali cui mi riferisco. Anzi: un inizio di manovre congressuali che non mi piace molto. Intendo dire che qualcuno di noi, facendo il male del partito, ha cercato di utilizzare la vicenda Acts per mettere un gruppo in difficoltà rispetto ad un altro gruppo». Tanto per chiarire: non è un mistero che Remigio e Cipollina, chiamati in causa per la vicenda, appartengano all'area di Orsi (a sua volta delfino del senatore Grillo).
Forza Italia doveva votare la commissione d'inchiesta? «Sì, doveva, è stato un errore che un consigliere non l'abbia fatto, anche se sulle questioni importanti, per avere compattezza, occorrono passaggi più stringenti dentro al partito».
E' vero, come si dice negli ambienti politici, che lei abbia già in tasca la candidatura a presidente della Provincia? «Sono 7-8 anni che, ad ogni scadenza importante, si parla di me e ciò mi onora. Ma la strategia per le Provinciali verrà fatta durante o dopo il congresso provinciale».
Dunque: sì o no? «Non sono alla ricerca di posti, ho la massima carica dell'opposizione in consiglio regionale. Il mio nome ha senso se è funzionale ad un progetto... ».
Quale progetto? «La Provincia vive una fase di paralisi. Il presidente Bertolotto, del centrosinistra, ha fatto aperture al centrodestra. Allora: il candidato sarà il candidato di chi, con chi, per chi? Quando sapremo questo, sapremo anche se il mio nome, in tutto ciò, avrà un senso. Ne approfitto: la Provincia non sta facendo nulla su due questioni centrali: rifiuti e acqua».
La questione rifiuti, con la chiusura di Cima Montà, è dirompente. «Tra qualche anno, grazie alla non gestione della Provincia, saremo con i rifiuti per strada come a Napoli o con una Tarsu a livelli esorbitanti».
Torniamo al congresso. Cosa si aspetta? «Spero che sia unitario e rappresenti una svolta nella nostra carente organizzazione. Dobbiamo costruire un partito all'altezza del ruolo di maggioranza relativa che ha in provincia. Il Congresso, inoltre, darà finalmente legittimità ai nuovi organismi dirigenti che ne usciranno. Non ne facevamo da tanto. Sarà anche l'occasione per valutare chi in questi anni ha fatto bene e chi invece si è spento».
Cosa pensa della Margonara? «Penso che tutti siamo andati dietro ad un dibattito finto, sull'onda delle posizioni di Rifondazione Comunista. E' desolante che la maggioranza appena eletta a Palazzo Sisto non abbia mai voti per votare ciò che vuole».
Come vi regolerete? «Gli scenari sono due: la giunta presenta al consiglio una posizione che è quella della maggioranza e l'opposizione decide se votarla o no. Il secondo è che la maggioranza non c'è e si deve decidere chi redige il provvedimento. Voglio dire: spero che nessuno di noi si faccia tentare dal votare un provvedimento redatto comunque dalla giunta».
Si spieghi meglio. «Non è mai successo che un soggetto attuatore al quale spetta di presentare un progetto, ovvero l'Autorità Portuale, chieda prima se deve farlo. Noi non possiamo far finta di non vedere che è un incidente, un atto di sfiducia verso l'amministrazione comunale di Savona. Non è in questione Margonara sì-Margonara no. Nel sì ci sono differenze sul come, sul quando, sul modo. Ma non è quello che ci viene chiesto ora».
Antonella Granero