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BACIAMO LE MANI

Tra lobby, servi e lacchè, chi ci rimette è la democrazia 

di Antonella de Paola

Purtroppo Secolo XIX e Stampa non hanno ritenuto la notizia sufficientemente interessante e non l’ hanno resa nota. Strano, perché Il Giornale, viceversa, le ha dedicato un quarto di pagina. Il tema di fondo è la tormentata vicenda della caccia allo storno; la notizia vera, i machiavellismi della politica (ligure e non). 

Procediamo per ordine: in ottobre la Regione approva la caccia allo storno, specie protetta dalla UE. Il 12 dicembre la Commissione Europea deferisce l’ Italia per infrazione alla Direttiva ”Uccelli” (come già aveva fatto nel 2005, per lo stesso motivo). Questa volta, però, considerata la strafottenza dei nostri amministratori, minaccia anche una pesante sanzione pecuniaria. La Regione prende tempo ma nel frattempo, in maniera inaspettata, interviene il Consiglio dei Ministri che dichiara la legge ligure illegittima e la sospende.  

L’ Assessore alla Caccia, Giancarlo Cassini, non perde occasione per fare una figuraccia dichiarando pubblicamente di aver varato la legge dopo aver ottenuto “copertura” da  parte del ministro per l’ Agricoltura (assente nel giorno della delibera ministeriale…); Burlando, da parte sua, accetta la bocciatura del Consiglio dei Ministri senza troppo risentimento. 

Fin qui i fatti noti. I fatti che solo i lettori del Giornale hanno avuto la possibilità di conoscere vengono invece ora. Nel corso dell’ ultima riunione della commissione agricoltura in Regione, è emerso che la decisione del Consiglio dei Ministri, su iniziativa di Pecoraro Scanio, è stata sollecitata dalla stessa giunta regionale ligure, cioè dalle stesse persone che hanno voluto inserire lo storno tra le specie cacciabili di contro ad ogni ragionevolezza!!! La giunta avrebbe infatti chiesto al ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta di contattare il consigliere regionale Verde Cristina Morelli affinché facesse pressioni in tal senso sul suo “capo”, il ministro all’ ambiente Pecoraro Scanio (cosa che, immaginiamo, la Morelli avrà fatto con molto piacere visto che sono due anni che continua a ripetere che gli storni non si possono cacciare senza comprovate ragioni). 

Non ci capite più niente? Non è colpa vostra. Siete delle persone normali. I politici non sarebbero tali se non possedessero una scaltrezza fuori dal comune (senso del pudore). Seguitemi allora, senza distrarvi. La giunta regionale si trovava costretta a recedere dalle sue decisioni filo-venatorie perché non poteva certo fare braccio di ferro con la Corte di Giustizia Europea. Ma come farlo capire ai cacciatori, per loro natura poco socievoli e ancora meno avvezzi ai ragionamenti? E come parare le inevitabili accuse da parte dei consiglieri di destra che non avrebbero certo perso l’ occasione per additare i loro avversari come biechi ambientalisti anti-caccia e sfruttare il malcontento dei seguaci di Diana contro di loro?  

Noi, comuni mortali, avremmo fatto quel che c’ era da fare: avremmo ritirato la legge e ci saremmo poi svenati per spiegare la situazione. In fondo, più di così la Regione Liguria per i cacciatori proprio non poteva fare. Ma i politici non seguono le logiche dei comuni mortali (anche perché, se cosi fosse, la caccia allo storno non sarebbe mai stata autorizzata).  E così hanno pensato di ripristinare la legalità grazie ad un abile sotterfugio che avrebbe permesso loro di rimangiarsi la parola senza “perdere la faccia” (per lo meno con i cacciatori…). Insomma, hanno fatto prendere la decisione ad altri, il Consiglio dei Ministri, salvando, in questo modo, capra e cavoli.  Pardon, storni e cacciatori.  

Ma, qualcuno di voi continuerà a chiedersi, perché la giunta ligure ha scomodato il ministro Lanzillotta e non ha contattato il consigliere Morelli direttamente, visto che lavorano tutti nello stesso palazzo e, per lo più, fanno parte della stessa coalizione? Risposta: perché a causa dei continui battibecchi sulla caccia, Burlando e Cassini hanno smesso di rivolgere la parola a Morelli.

Ma, mi chiedo, cosa si aspettavano da un’ animalista quando hanno accettato la sua partecipazione alla coalizione? I voti degli ambientalisti servono al momento delle elezioni ma poi gli ambientalisti devono stare zitti? 

Purtroppo per loro, comunque, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi per cui l’ ingegnosa macchinazione è venuta a galla, come spesso succede alle cose poco pulite…Ora è tutto chiaro. O quasi. Rimane solo da capire perchè una notizia così succulenta sia stata ignorata dai giornali locali… In attesa degli sviluppi, baciamo le mani. 

Antonella de Paola  Responsabile diritti animali - Verdi Savona