Rifiuti, è guerra tra Savona e Vado
Il trasloco da Cima Montà al Boscaccio
Vacilla l'accordo per smaltire la spazzatura del capoluogo nella discarica di San Genesio
L'INTESA per il trasloco dei rifiuti savonesi dalla discarica di Cima Montà (Savona) a quella del Boscaccio (Vado) vacilla. Ieri mattina sembrava sul punto di saltare, poi una riunione in Provincia tra i Comuni di Savona e Vado ha propiziato una nuova trattativa. Le parti si dovranno ritrovare domattina, sempre in Provincia, per provare a definire i dettagli di una partita tutt'altro che risolta. Potrebbe riservare clamorosi colpi di scena. Quanto clamorosi? Qualcuno ipotizza persino di dirottare i rifiuti savonesi su Varazze (discarica della Ramognina) anche se l'assessore provinciale all'ambiente Giampiero Filippi lo esclude: «Mi pare allarmismo».
Sul piatto ci sono due grossi problemi: l'importo della tariffa che Savona deve pagare per conferire i rifiuti al Boscaccio; ma soprattutto la questione logistica di quella "postazione di stazionamento" che Vado ha inserito come clausola indispensabile per accettare i rifiuti savonesi. Postazione che servirà come centro di raccolta dei rifiuti prima di portarli al Boscaccio. Si tratta di un passaggio intermedio per ottimizzare il trasporto e non intasare di camion la frazione vadese di San Genesio. Il tutto in attesa che sia pronta la nuova strada per la discarica che eviterà la frazione.
«Su questo l'intesa non c'è, capisco che Savona abbia un grosso e urgente problema da risolvere ma non può pensare che glielo risolviamo noi di Vado. Noi vogliamo certezze» dice il sindaco Carlo Giacobbe.
Ma queste certezze, a soli dieci giorni dalla chiusura della discarica di Cima Montà, non sembrano esserci all'orizzonte. «Diciamo che ci sono dettagli da chiarire - media l'assessore all'ambiente della Provincia, Filippi - nell'incontro di oggi si sono creati due tavoli distinti: uno economico, l'altro logistico. Io mi sono occupato di quello logistico ma nel merito dei problemi non voglio entrare perché la partita è troppo delicata per i Comuni di Vado e Savona. Spetta a loro decidere. Ho comunque fiducia che si arrivi a un accordo presto. Non credo si possa dire che il tavolo rischia di saltare perché non ci sono alternative. Qualcuno ipotizza la Ramognina? Mi pare allarmismo. I problemi resterebbero gli stessi anche su Varazze con l'aggravante della maggiore distanza».
Il problema è questo: Savona chiede a Vado una proroga dei tempi per costruire la postazione dove compattare i rifiuti. Una proroga imposta dai tempi stretti visto che costruirla in pochi giorni è impossibile. Vado su questa proroga non ci sente: «Programmi certi, non solo parole». Savona un'area l'ha già individuata: un terreno della zona Paip di Legino. Ma da sciogliere c'è la natura di questa stazione: se farla fissa, e dieci giorni certo non basteranno, o viceversa mobile (uno scarrabile) da prendere a nolo da una ditta specializzata. E' un problema non da poco perché Vado, su questo punto, resta inflessibile: «Non possiamo accettare che il conferimento inizi senza dati certi su quando nascerà questa postazione» conclude Giacobbe.
Dal punto di vista tariffario il tavolo è invece più banale, anche se spinoso. Il nodo riguarda un adeguamento della tariffa all'indice Istat nel piano d'accordo quinquennale. E gli "sconti" che si potranno ottenere se il conferimento dei rifiuti avverrà in modo razionale, selezionando a priori i rifiuti. La base di partenza - è già noto - è una tariffa che per Savona dovrà essere sui 57.5 euro a tonnellata (su un monte di 30 mila tonnellate annue).

Dario Freccero
 
un paio di questionisono ancora aperte»
berruti
IL SINDACO di Savona Federico Berruti ieri ha affrontato il "caso" del difficoltoso accordo con il Comune di Vado per il trasloco dei rifiuti a San Genesio durante la giunta comunale. Ha annunciato ai colleghi della sua Amministrazione l'imminente incontro in Provincia per provare a risolvere i nodi ancora da sciogliere: quello di natura economica, e soprattutto l'altro riguardante l'aspetto logistico del futuro servizio. «Vi aggiornerò al più presto» ha detto congedandosi da Palazzo Sisto. Poi, dopo l'incontro, si è limitato ad uno stringato commento in attesa dell'esito del nuovo incontro già fissato per domattina. «Diciamo che ci sono un paio di questioni ancora aperte - sono le parole di Berruti - ci dovremo rivedere tra poche ore per tentare di trovare una soluzione. Entrare nel merito dei problemi non sarebbe corretto nei confronti del Comune di Vado con cui stiamo facendo una trattativa seria e delicata».
D. Frec.
«Non è un ultimatumma serve chiarezza»
giacobbe
SUL TAVOLO restano irrisolte le due questioni principali: le modalità di trasporto dei rifiuti da Savona a Vado e le tariffe da applicare. Berruti ha chiesto a Giacobbe una proroga e uno sconto. Richieste che il sindaco di Vado non può accettare. «Non vogliamo porre ultimatum a Savona - spiega Giacobbe -, siamo ben consci che esiste un problema urgente. Ma alcune richieste vanno ripensate, i problemi di Savona non possono essere semplicemente trasferiti su Vado». Rispetto al problema della stazione intermedia, Vado ha chiarito di non poter accettare un aumento del traffico dei camion per un tempo troppo lungo, «o addirittura indefinito». Per quanto riguarda le tariffe, Giacobbe ha riproposto uno schema di convenzione che coinvolge anche gli altri comuni che utilizzano il Boscaccio. «In pratica un sistema di sconti per chi presenta percentuali maggiori di raccolta differenziata e applica già"alla fonte" sistemi di selezione del rifiuti che permettano una riduzione dei volumi destinati alla discarica».
G. V.