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GUERRA, VIOLENZA E AGGRESSIVITA'

 QUESTO MIO BREVE CONTRIBUTO SULLA GUERRA, SULLA VIOLENZA E SULLA NATURALE AGGRESSIVITA’ DELLA SPECIE UMANA, ARGOMENTO PURTROPPO SEMPRE ATTUALE, L’HO TRATTO, CON UN PAIO DI AGGIUNTE DEL MOMENTO, DA UN MIO ROMANZO DI QUALCHE ANNO FA BASATO SULLA REALTA’ VIRTUALE, INEDITO E DESTINATO PROBABILMENTE A RIMANER CHIUSO IN UN CASSETTO. IL CAPITOLO DA CUI E’ TRATTO FACEVA RIFERIMENTO A UN CLASSICO DELLA LETTERATURA, IL “VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE” DI CELINE, LADDOVE ERA AMBIENTATO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE.

RIPORTO QUI UN PASSO, INEVITABILMENTE ESTRAPOLATO DAL CONTESTO MA, CREDO, SUFFICIENTEMENTE AUTONOMO, SPERANDO CHE SUSCITI INTERESSE E POSSA MAGARI ACCENDERE UN DIBATTITO. (I DUE PERSONAGGI CITATI, EZIO E MATTEO, ERANO I PROTAGONISTI DI FANTASIA DEL MIO ROMANZO). 

…La guerra. Gli orrori della guerra, nella fattispecie gli orrori della prima guerra mondiale. Dunque eccoli lì, Matteo ed Ezio, in tuta ed elmetto ad hoc dell’esercito francese, coi fucili e le baionette in resta, pronti (?) a uccidere e a morire, insieme a migliaia di povere comparse, in quel carnaio che fu la regina dei combattimenti di trincea. (…)

La prima guerra mondiale fu terreno di brutalità e sopraffazioni spaventose e milioni di persone morirono a causa di futili ideali. Fatti del genere d’altronde si verificano fin dagli albori dell’umanità. Il cervello umano, dopotutto, è identico a quello degli uomini di mille, diecimila o cinquantamila anni fa, epoche in cui si commettevano violenze di ogni genere senza che nessuno capisse neppure il significato della parola moralità e pace. L’aggressività è una componente della specie homo sapiens, fa parte della sua natura e benché la maggior parte degli uomini riesca a tenerla sotto controllo, chiunque, in seguito allo stimolo adatto, può caderne preda. Chiunque, insomma, può, in determinate situazioni, arrivare ad uccidere perdendo il lume della ragione.

La differenza rispetto al passato è che oggi lo sviluppo della società moderna, grande conquista dell’intelligenza umana, impedisce alla nostra natura aggressiva di avere libero sfogo e riesce spesso a mettere in risalto soprattutto gli istinti migliori, che ci sono, eccome se ci sono. Istituzioni come lo Stato, la Chiesa, le associazioni culturali, eccetera, dopotutto si sono sviluppate anche per dare un ordine alla civiltà umana e per incanalare in maniera positiva l’aggressività insita in tutti noi. Se, ad esempio, non fossero esistiti gli stati organizzati, nel mondo prevarrebbero l’anarchia e la legge del più forte. Eppure alle volte sono queste stesse organizzazioni a causare gli orrori peggiori, come dimostrano gli odierni fanatismi dettati dal fondamentalismo islamico, le guerre scatenate dall’imperatore espansionista statunitense George “Traianus” Bush, oppure le ancor recenti violenze nella ex Iugoslavia. Basta così poco affinché la sottile patina di civiltà che ci preserva venga a cadere! E la grande guerra pose nuovamente in rilievo, inevitabilmente, quelli peggiori, di codesti nostri istinti.

C’è però almeno un’altra consistente differenza rispetto al lontano passato: il non secondario particolare che cinquantamila anni fa un colpo dell’arma più temibile a disposizione, la clava, avrebbe potuto fare solo una vittima alla volta, mentre col trascorrere dei millenni…

Un tempo, durante l’evo antico e ancor più durante il medio evo, le guerre erano, per così dire, a misura d’uomo. Cioè, sempre crudeli, violente e brutali, ma perché anche l’uomo sa essere crudele, violento e brutale, quando vuole e le battaglie antiche contribuivano a far sfogare queste aggressività e violenza insite negli esseri umani. Non a caso nel corso della storia sono state commesse tante ignominie, ancora ne vengono commesse e sicuramente ne verranno commesse in futuro.

Oggi le cose sono molto cambiate, oggi che sempre più attività, compreso le operazioni militari, vengono affidate alla tecnologia. Vedi, ad esempio, le Guerre del Golfo, dove quasi tutto è in mano ai cacciabombardieri e ai missili più o meno intelligenti, più meno che più. Si uccide e si viene uccisi senza neanche accorgersene, rendendo impossibile il contatto diretto e lasciando pericolosamente insoddisfatta questa umana aggressività. E anche gli attacchi terroristici kamikaze contribuiscono a rendere sempre più alieno lo scontro armato.  

In effetti alle volte viene da pensare se non sia questo limite ad aver condotto all’odierno pacifismo. Cioè, che l’unica colpa riconosciuta alle guerre odierne sia d’impedire alla gente di scaricare la propria aggressività e violenza come accadeva invece nel passato e che per questo, non per desiderio di armonia, sia oggi così vituperata. Dopotutto molti pacifisti non sembrano poi così pacifici quando si tratta di menar le mani, scontrarsi con le forze dell’ordine o addirittura, in alcuni casi è accaduto pure questo, organizzare attentati.

E quanto a disumanizzazione la cosiddetta grande guerra stava al guado: non era, infatti, più scontro tra guerrieri che si potevano affrontare a viso aperto trovando soddisfazione nel battersi in singolar tenzone, ma non aveva ancora raggiunto il livello estraniante dei conflitti successivi.

Naturalmente fu negativa, odiosa, cattiva e sbagliata come tutte le conflagrazioni, siano esse necessarie e inevitabili oppure no. Perché non ci sono mai state, né ci saranno mai, guerre buone e giuste ma, ciononostante, esistono guerre necessarie e inevitabili o, ancora più esattamente, guerre che la follia e l’avidità umana rendono necessarie e inevitabili. Il primo conflitto mondiale non fu né necessario né inevitabile.

Tornando ai nostri eroi, con loro costernazione si erano invischiati proprio in quell’angoscioso stato di belligeranza d’inizio ventesimo secolo. Ezio e Matteo erano nascosti in due delle tante, famigerate trincee, a qualche chilometro virtuale di distanza l’uno dall’altro, e non lontano dalle controparti tedesche, in perenne attesa che una bomba gli cadesse sulla testa o che, dal quartier generale, ordinassero una carica, con discrete possibilità che si trattasse di una carica suicida… 

 Massimo Bianco