Gobetti diceva che gli indifferenti sono graditi al regime.
Laico o laicista?

MARGHERITA PIRA

Per Natale mi è stato regalato un libro di Claudio Magris che sto leggendo in questi giorni.

Si tratta del testo”La storia non è finita”, raccolta di scritti quasi tutti pubblicati precedentemente sul Corriere della sera.

Già subito dopo la lettura dei primi capitoli ho provato la splendida sensazione di trovarmi in completa sintonia con quanto affermato.

Del resto mi capita spesso, quando leggo i saggi di questo autore.

Il sotto titolo è “Etica, politica, laicità”

Concetto l’ultimo spesso non chiaro o, comunque, non sempre correttamente interpretato.   

Magris già all’inizio focalizza l’attenzione sul termine “laicità” che dice essere diverso , come è ovvio, dal fanatismo, ma anche – e questo è forse meno scontato- dall’ assoluto rispetto per il diverso da sé.

“Vi sono cose – dice Magris – per cui non si può provare rispetto”

Non ci avevo mai pensato, ma è proprio così: ci sono idee a cui comunque non si può  concedere il diritto di essere professate.

Io, da assoluta ammiratrice di Voltaire,ho sempre accettato in modo quasi sacrale e quindi non laico il motto “non sono d’accordo con le cose che dici, ma mi batterò sino alla fine per difendere il tuo diritto a dirle

Ciò è sacrosanto, ma se il rispetto porta anche all’accettazione di tesi pericolose è , in realtà, assolutamente deleterio.

Si può accettare che qualcuno professi e cerchi di diffondere una cultura di morte?

Capita proprio opportuno questo libro ora che è stato giustiziato Saddam.

Saddam era un assassino, un tiranno di una crudeltà efferata, un uomo che troppo spesso ha violato i diritti umani: non si poteva certamente essere d’accordo con lui anche se parlava in nome di strani diritti non chiarificati, ma non si poteva nemmeno rispettare il suo diritto a professare pubblicamente tali teorie.

Allo stesso modo io non mi sento di accettare  che si possa difendere la pena di morte nei suoi confronti.

Hitler propugnava teorie aberranti. Era lecito rispettare il suo diritto a dirle dato che tanti orrori sono venuti di conseguenza?

Non era forse meglio ascoltare don Milani il quale affermava (  a posteriori però ) che era giunta l’ora per aver il coraggio di dire ai giovani che l’obbedienza non è più una virtù, ma la peggiore delle tentazioni?

Sono temi difficili, probabilmente da sempre presenti per chiunque voglia vivere la propria vita con consapevolezza e onestà.

Del resto Dante stesso ha stigmatizzato il suo disprezzo per gli ignavi, per gli uomini e gli angeli che non hanno saputo o voluto scegliere.

Brecht nella sua “Ode al dubbio” chiede a tutti di dubitare delle proprie certezze. Nessuna certezza umana può essere assoluta. Continuamente dobbiamo dubitare delle nostre scelte ideologiche e accettare di porle a confronto con quelle degli altri ed  essere pronti, se è il caso, a riconoscerle sbagliate.

Tuttavia, anche Brecht considera gli incapaci di scegliere allo stesso livello degli incapaci di dubitare.

E’ assolutamente vero che le teorie farneticanti dei kamikaze non debbono essere rispettate e non si deve permettere loro di propugnarle e di farne un vessillo, ma non è condannabile anche chi resta indifferente? Non fanno male in politica coloro che restano indifferenti?

Gobetti diceva che gli indifferenti sono graditi al regime.

Un vero laico non è indifferente. Deve accettare di discutere le sue scelte e di confrontarle continuamente con quelle degli altri, ma deve avere il coraggio di dire che alcuni valori non sono discutibili. In caso contrario non è un laico è un laicista ed è pericoloso perché la permissività è pericolosa.

Dice Magris : “Laicità significa tolleranza, dubbio rivolto pure alle proprie certezze, autoironia, demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri”, ma significa anche che certi valori non sono discutibili. Il rispetto della vita umana è uno di questi. 

Margherita Pira