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GLI ANGOLI DIMENTICATI DI SAVONA

di ALDO PASTORE

LA CHIESA DELLA MADONNA DEL PONTE

Passeggiando lungo la strada, adiacente al Torrente Letimbro, che conduce da Corso Ricci a Cantagalletto, potrete trovare, sul lato di Ponente del ponte di San Martino, la Chiesa della Madonna del Ponte, piccolo Angolo dimenticato della nostra Città. 

Perchè desidero richiamare, su di essa, l'attenzione  dei nostri concittadini?

La prima motivazione è di ordine storico.

- Giovanni Vincenzo Verzellino, nei suoi due fondamentali volumi, aventi per titolo: " Delle memorie particolari e specialmente degli uomini illustri della città di Savona" (datati 1885-1891), afferma che  " nel 1367 già era fondata la Chiesa di Pietramare, sotto il titolo della Madonna, appiè del ponte di San Martino".

Filippo Noberasco, inoltre, nel suo Volume XXII (datato 1940), recante il titolo "L' anno ecclesiastico di Savona - noterelle storiche"  ed incluso negli "Atti della Società Savonese di Storia Patria", reca la notizia che, nei pressi di questa piccola chiesa, esisteva, nel 1402, un eremitaggio di suore di clausura, di cui, presumibilmente, non ci è giunta traccia.

Sappiamo, tuttavia, per certo che, da notizie storiche più recenti, la Chiesa è stata completamente ricostruita durante il decorso del Secolo XVII.

- Esiste, peraltro, una seconda motivazione, che rende estremamente interessante la conoscenza di questo nostro piccolo gioiello; mi riferisco alle singolari caratteristiche architettoniche dell' intero edificio.

  Desidero citare quanto riportato, in proposito, nella pregevole Tesi di Laurea "Lavagnola nel Medioevo, redatta, negli anni 1992-1993, da Roberta Bertonazzi:

"La facciata della chiesa è rivolta a Sud, verso il borgo di Lavagnola, e presenta la tipica forma a capanna della maggior parte delle chiese medievali, alleggerita però, in questo caso, da una finestra  polilobata sovrastante il portale d'ingresso; proprio la forma settecentesca di questa finestra ha fatto pensare ad un radicale intervento di restauro eseguito verso la metà del '700.
Il portale d' ingresso è costituito da una semplice  porta a due battenti verniciata di verde, sormontata  da una lunetta a tutto sesto senza alcuna decorazione.
Sul fianco destro della cappella si aprono due finestre dall' accentuata strombatura e si nota il segno di una terza finestra tamponata.
L' interno è costituito da un' unica aula lunga 12 metri e larga 6, divisa in due parti da piatte lesene e coperta da una volta a vela, molto ribassata nello spazio riservato ai fedeli e da un catino ribassato nel presbiterio.
Sulla controfacciata si trova una tribuna con stucchi dorati; sopra l'altare vi è una tela di G. A. Ratti (1699 - 1775), raffigurante la Madonna con Bambino tra Angeli; il catino absidale presenta decorazioni probabilmente risalenti allo stesso periodo in cui fu dipinta la tela suddetta, e cioè il XVIII secolo."

- La presenza di questo dipinto ( olio su tela 114x71cm) rappresenta una terza motivazione per la visita e la conoscenza di questo nostro piccolo tesoro.
La datazione (1745) e l'attribuzione all' artista sopra citato di quest' opera sono fornite da notizie d' archivio (Savona - Archivio Storico Diocesano - Capitolo della Cattedrale di Savona), dalle quali si apprende che il dipinto, " dopo il 1° Gennaio 1745, a causa di un furto, è stato fatto dal pittore Agostino Ratti."
La tela, particolarmente aggraziata nella posa della Vergine con il Bambino, (dalle tipiche fisionomie riscontrabili anche in altre opere di Agostino e contraddistinta dall' allungamento delle figure di linea sinuosa) appare avvicinabile all' affresco eseguito per la Chiesa Parrocchiale di Legino nel 1739. Il dipinto, racchiuso in una cornice mistilinea, è inserito in un' edicola di stucco, affiancata da teste di cherubino dorate e coronata da una raggiera dorata; al di sotto dell' immagine, entro una cartella, è visibile l' iscrizione: DATA EST MIHI OMNIS POTESTAS.

- Il complesso dell' edificio appare, oggi, in precarie condizioni, soprattutto per la notevole instabilità del tetto di copertura; anche all' interno, tuttavia, presenta segni di degrado e di usura, non facilmente eliminabili.
E', dunque, urgente la necessità di un restauro architettonico e, contemporaneamente, di un recupero funzionale.
Mi rendo conto che si tratta di argomenti difficili e complessi e che presuppongono, in termini molti sintetici, un diverso modo di concepire  l' architettura e, soprattutto, l'urbanistica del futuro ed, in ultima istanza, il modo di intendere  l' economia turistica e, quindi, la stessa conduzione politica della nostra città e dell' intero Paese.

Ritengo personalmente che tutte le città italiane (ivi compresa, ovviamente, la nostra Savona) in virtù della loro storia, della loro tradizione artistica, della loro cultura, debbano puntare  maggiormente sul restauro e sul recupero e, forse, un pò meno sulle nuove  ed invadenti edificazioni.

Soltanto percorrendo questa strada, sarà possibile raggiungere la FELICITA' ARCHITETTONICA, concetto molto semplice introdotto e sostenuto dal filosofo svizzero Alain De Botton; nella sua lineare semplicità, questo presupposto ideale ci può aiutare a comprendere che passato e presente, tradizione e modernità possono imparare a coesistere e completarsi a vicenda, in modo ottimale.

 

ALDO PASTORE                                                    4 gennaio 2007