versione stampabile

Salvare il patrimonio boschivo

Il viaggiatore attento che percorre la strada che dal colle di Cadibona porta a Savona nota che dai bordi della statale 29 del colle, alla sommità delle colline sovrastanti, a terra oltre al fogliame caduco, sono stesi innumerevoli tronchi di ogni dimensione, caduti da soli. Alcuni sono finiti nel rio che costeggia la strada, ma la maggior parte di questi tronchi, rami e sterpaglie varie, sono li pronti a disposizione dei piromani, o dei distratti ad accendere incendi boschivi.

Nessuno pare curarsene, eppure sciagure recenti, con vittime umane, oltre alla vittima principale anche se meno impattante delle perdite di uomini e donne   : il patrimonio boschivo della provincia di Savona;dovrebbero far riflettere sulla necessità di pulire il territorio boschivo per prevenire, anzichè intervenire sulle sciagure.

Il Presidente della Amministrazione provinciale di Savona, oltre a lodare gli addetti alla protezione civile, e i volontari che al momento degli incendi rischiano la vita per spegnerli, afferma che occorre formare addetti capaci e creare una forza di intervento, rapida ed esperta.

Noi siamo perplessi da queste e esternazioni che a nostro avviso non afferrano la vera essenza della azione da compiersi, non tanto e soltanto per intervenire a sciagura in atto, ma per prevenire ogni possibile e purtroppo prevedibile evento distruttore del patrimonio boschivo della provincia.

Noi conosciamo tantissimi esperti in materia di cura, cultura e salvaguardia di un patrimonio che oggi è più importante per la nostra provincia, di ogni altra risorsa creabile con qualsiasi altra attività.

Sono veri esperti in questa materia, noi li ascoltiamo commentare, stigmatizzare e proporre interventi che ad oggi sono sempre stati inascoltati da coloro che hanno il compito di decidere per il meglio..

Il guaio di molti dirigenti istituzionali, è che per affrontare un problema partono da soluzioni di livello elevato, da complicati interventi, proposti per lo più in via teorica, con scarsa conoscenza delle situazioni, o partendo da statistiche, a volte anche da modelli matematici, che spesso con la realtà delle cose si scontrano, e finiscono per non portare ad alcun risultato pratico.

I problemi sono più vicini al suolo e nascono dall'abbandono, dall'incuria, e a volte anche dalla convinzione che occorre lasciar fare alla natura, con i suoi ritmi lenti ma sicuri (ci dicono).

 Intanto i guardaboschi, le guardie forestali sono sempre in numero inadeguato. Al momento attuale la legislazione sulla cura del patrimonio boschivo andrebbe riscritta ed adeguata alle mutate condizioni delle vita, delle presenze delle attività, anche ludiche e ricreative.

Conservare invece che adeguare, non investire in mezzi e uomini è un dato di fatto riscontrabile non solo nel campo della cura e della cultura del patrimonio boschivo, purtroppo.

Spendiamo miliardi di euro per gli armamenti e non siamo in grado di prevenire calamità naturali e/o provocate dall'uomo, investendo nella cura del territorio.

Proprietà pubblica e proprietà privata si scontrano in questo settore, invece di collaborare attivamente, unitariamente, creando sicurezza, ricchezza e salvaguardando il territorio.

Che fare allora? Intervenire subito, pulendo i boschi da rami sterpaglie alberi caduti, creando strade tagliafuoco, presidi di sorveglianza, incentivando coloro che per passione e per guadagno chiedono di curare e coltivare il patrimonio boschivo, creando occupazione diretta e indotta, e sviluppando oggi più che mai un investimento indispensabile per la salvaguardia della vita, del lavoro del territorio.

Questo a nostro avviso un programmino semplice, dunque estremamente efficace, per risolvere, non uno, ma tanti problemi, che renderebbero alla nostra provincia: sicurezza, miglioramento economico e occupazione.

E' tempo che le istituzioni di ogni ordine e grado promuovano iniziative e investimenti è tempo di cambiare il concetto e la logica degli insediamenti produttivi; è veramente tempo di guardare a livello umano, restare ancorati alla terra, piuttosto che tentare voli senza avere le ali e la capacità di volare.

Giorgio Magni

Consigliere comunale

Portavoce provinciale del Movimento per la costituzione del Partito Comunista dei lavoratori