Pubblica illuminazione all'Ata sospetti e veleni a Palazzo Sisto
IL CASO IN CONSIGLIO COMUNALE
IL SECOLOXIX
 
DOPO i parcheggi e la manutenzione del verde, arriva anche la gestione dell'illuminazione pubblica. L'Ata, l'azienda di tutela ambientale, amplia ulteriormente il proprio raggio d'azione, ormai da tempo non più limitato alla pulizia delle strade, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Sfumata definitivamente la possibilità di realizzare e gestire un inceneritore a Cima Montà l'azienda è costretta a puntare su altre attività redditizie.
Una metamorfosi che provoca polemiche e sospetti a Palazzo Sisto. Sospetti alimentati negli ultimi giorni dallo strano destino della gara d'appalto indetta dal Comune per la gestione triennale dell'illuminazione pubblica.
Secondo Patrizia Turchi, consigliere comunale di "A Sinistra per Savona", la gara sarebbe stata bloccata dal city manager Nanni Ferro, che è anche presidente dell'Ata, con l'obiettivo di limitare a sei mesi la durata del contratto di gestione.
L'argomento verrà discusso in consiglio comunale, poiché la Turchi ha presentato un'interpellanza al riguardo. Chiede al sindaco Federico Berruti se l'Amministrazione concorda con l'iniziativa del city manager e se questa preluda al passaggio all'Ata del contratto di manutenzione degli impianti luce.
Ma la Turchi insinua anche un altro dubbio sulla partita dell'illuminazione pubblica: e cioè che il passaggio sia propedeutico «ad eventuali ingressi di imprese magari istituite ad hoc». Più avanti è ancora più esplicita e chiede «se risulta all'Amministrazione che questo eventuale ingresso di imprese istituite ad hoc, porti vantaggio a soggetti connessi a personalità dell'amministrazione aventi incarichi istituzionali e non».
Per il momento si tratta di semplici illazioni ma che hanno alzato il livello di attenzione della minoranza sul futuro contratto di gestione degli impianti luce della città.