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L’origine

della moneta

e la sua evoluzione

Dario Ferro

 

Circolo culturale filatelico numismatico savonese
 

 
Contenuti dell’esposizione: sette puntate a tema

 

1 - Primitive forme di scambio e genesi dei mezzi di pagamento (questa settimana)

 

2 - Chi ha inventato la moneta?

 

3 - Monete arcaiche anche nel medioevo e nell’età moderna

 

4 - L’esplosione artistica della Grecia classica.

 

5 - La moneta in Italia in età antica: dai pani di bronzo al trionfo del ritratto

 

6 - Mille e una monetazione nel mondo antico

 

7 - Miti, leggende e misteri della numismatica classica

 


Primitive forme di scambio e
genesi dei mezzi di pagamento

 

 
Iniziamo questo incontro con un concetto espresso nel 1970 in una lezione universitaria da un grande numismatico di Cambridge: Philip Grierson.
Se chiedeste ad un numismatico “come ebbe inizio la moneta?”, con ogni probabilità egli affronterebbe la questione con un distinguo: “dipende da che cosa si intende per moneta!”. Ciò non si deve tanto a un desiderio di prender tempo, vuoi per raccogliere il pensiero, vuoi per formulare una risposta in modo più elegante, quanto all’ambiguità del tema.
Per molte persone “moneta” significa “moneta coniata”, e ciò che ci si dovrebbe realmente chiedere in tal caso è “Come ebbe inizio la moneta coniata?”
Il tema di come ebbe inizio la moneta è questione a cui non è possibile rispondere così facilmente o, comunque, nello stesso modo.
Per questo motivo non affronteremo che un excursus generale su questo tema, per poterci dedicare anche ad un approfondimento sulle origini dei pezzi di metallo impressi. Tralasceremo anche il vasto campo dell’evoluzione dei sistemi di pagamento in banconote, cambiali, lettere di credito.
 
Per noi, abituati ormai da millenni all’uso della moneta, la sua invenzione può sembrare quasi una cosa da nulla.
Prima di essa, però, l’uomo si è sempre trovato dinanzi al problema di reperire sempre nuovi strumenti adatti a misurare il valore di beni e servizi: raggiungere il giusto equilibrio nello scambio di merci diverse era spesso problematico, anche perché sovente si aveva a che fare con merci deperibili o, ancor più semplicemente, indivisibili.
 
Tra gli innumerevoli beni ai quali l’uomo è ricorso come mezzo di scambio antecedente alla moneta, un posto privilegiato spetta agli animali.
Mysia: Parion
Emidracma, Ag, Ca. IV sec. A.C. 
Toro a sinistra, PA in alto, PI  con patera in basso.
SNG Copenhagen 257ff.1

 

 

 
Gli animali, in diverse culture vittime sacrificali, divennero una sorta di moneta sacra. Non a caso molti nomi di monete derivano proprio da forme di culto. Æs, termine che acquisirà un senso piu’ vasto da quello originario di un certo tipo di “metallo”, deriva da Assum, “arrosto”, in ricordo del banchetto sacro. Il termine greco “obolo” da “obelos”, gli spiedi di ferro con cui si infilzavano i pezzi di carne degli animali sacrificati. Senza dimenticarci di “pecunia”, naturalmente derivato da “pecus”, pecora.
Quando i Romani decisero di battere moneta costituirono la loro officina monetaria in prossimità del tempio della dea Giunone Moneta, la dea “ammonitrice”: è probabile che l’origine del nome usato per indicare il “metallo coniato” nell’officina derivi proprio dall’epiteto della dea.

La dea Giunone Moneta su un
denario dell’imperatore
Adriano (117 – 138 d. Cr.)

 
 
 
Ai Sumeri, popolazione di origine oscura stanziatasi verso il V millennio a.C., spetta un ruolo importante nella storia della moneta: per facilitare il baratto tra le merci escogitarono un calcolo ancorato a valori di riferimento costanti. Grazie a loro, oro e argento divennero l’unità di misura del prezzo di ogni cosa. Ma tali metalli, di fatto, non circolavano, e rimanevano nei templi:
i Sumeri avevano scoperto l’uso del denaro, ma non ancora la moneta. Si trattava di un grosso passo in avanti, perché a forza di scartare altri beni si era arrivati ai metalli, e con essi tutti gli altri metodi di pagamento furono via via abbandonati. A partire dal primo millennio a.C. l’uomo inizia così a “fabbricare” le prime rudimentali monete propriamente dette. La loro forma richiama da vicino gli utensili e gli oggetti indispensabili alla vita quotidiana: abbiamo così monete a forma di pani e di pelli di bovino, le monete-asce, le monete-tripodi, le monete a forma di coltello, spiedo, anello, il cui successo non deriva solo da un uso ornamentale ma anche dal valore magico che viene talvolta loro attribuito.

Cina: moneta a forma di vanga
del 400 – 340 a.C.

 

 

 

Poi vennero le barrette, le gocce, i lingottini:
i tempi per il debutto della moneta erano ormai maturi.
Nella prima metà del sec. VII a.C. questi ultimi, piccoli oggetti lasciarono il posto a globetti metallici, ancorati ad un determinato sistema di peso.
Su questi globi i mercanti iniziarono ad apporre i propri sigilli, a garanzia di peso e titolo di purezza del metallo.
  Più avanti si perfezionò l’impronta con
  una dicitura che precisasse la    provenienza ed il valore.
  A questo punto intervenne lo Stato, avocando a sé la coniazione e vietandola ai privati: la moneta era nata, e in breve accelerò i traffici commerciali fra popoli contigui diventando la sovrana del mondo economico e sociale.

 

 
Lidia, 450 – 330 a.C. - Siclo d’argento al tipo persiano, e,
in luogo del conio del rovescio, una semplice traccia del
punzone più tardi circondata da due piccole
contromarche mercantili
 

 

 


Arrivederci alla prossima settimana con l'incontro numero 2 a tema:
Chi ha inventato la moneta?


 Circolo culturale filatelico numismatico savonese CFNSV@libero.it - http://digilander.libero.it/cfnsv/ 

 Dario Ferro