SANITA’ NUOVI TICKET IN VIGORE  LA STAMPA
Pronto Soccorso, aumento con beffa
[FIRMA]ERMANNO BRANCA
SAVONA
Alla fine i dubbi interpretativi sulla Finanziaria sono stati risolti nel modo più sfavorevole ai pazienti liguri che ancora una volta pagheranno più di tutti. Il caos tariffario sulle prestazioni di Pronto Soccorso si è tradotto nella solita beffa per i contribuenti liguri che già dal 1996 pagavano il ticket a differenza di quanto accadeva nella maggior parte delle Regioni. Ieri il Dipartimento Salute e servizi sociali della Liguria ha emanato una circolare interpretativa a cui ovviamente si sono adeguati i responsabili degli ospedali che alle 11 hanno fatto affiggere un cartello con le nuove tariffe.
Il ticket minimo di 15,49 euro che veniva pagato dai pazienti che una volta visitati al Pronto Soccorso non erano poi ricoverati, da ieri è salito a 25 euro come prevede la norma generale della Finanziaria. Ma poichè la legge prevede che restino in vigore anche le diverse disposizioni regionali che stabiliscono quote maggiori, resta in vigore anche la seconda tariffa di 36,15 euro che era già in vigore in Liguria quando oltre alla visita di Pronto Soccorso venivano effettuati esami o radiografie poi non seguite da ricovero. Una prima interpretazione della Finanziaria lasciava pensare che i due ticket venissero sostituiti dall’unica tariffa nazionale che avrebbe per lo meno portato un po’ di perequazione in un settore come la sanità pubblica. Invece i liguri che già erano penalizzati rispetto alla maggior parte delle Regioni, subiranno sia l’aumento di 10 euro sulla semplice visita e in più conserveranno il ticket maggiorato in caso di esami che invece altrove verranno pagati sempre solo 25 euro.
Per fortuna restano in vigore alcuni limiti di applicabilità. Continueranno a non pagare il ticket gli anziani sopra i 65 anni, gli esenti per patologia e per reddito (36 mila euro) e ragazzi con meno di 14 anni.
La Finanziaria ha introdotto poi un ulteriore balzello: per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, gli assistiti che non siano esenti dovranno pagare una quota fissa per ricetta di 10 euro. Quindi in caso di visita al Pronto Soccorso o ambulatoriale seguita da una ricetta medica, scatterà l’ulteriore salasso di 10 euro. Il tutto dovrebbe produrre una serie di effetti: anzitutto l’incremento delle entrate sul fronte sanitario che da sempre rappresenta una delle maggiori spese dello Stato e delle Regioni ma anche la riduzione delle visite al Pronto Soccorso che è oberato di richieste.
Al di là dei pasticci interpretativi e dei ritardi, la tassazione delle prestazioni di Pronto Soccorso è fortemente sgradita all’utenza che di solito si rivolge all’ospedale perchè non trova risposte adeguate altrove. Nel fine settimana e nei giorni di festa, ad esempio, il Pronto Soccorso è l’unico presidio sanitario esistente. Anche il criterio di penalizzare i cosiddetti «codici bianchi» alla fine è molto negativo per l’utenza che quando si rivolge al Pronto Soccorso si trova in condizioni di bisogno e parte sporadici casi non è in grado di stabilire la gravità dell’infortunio.