«Per noi disabili il teatro Chiabrera è inaccessibile» IL SECOLOXIX
la denuncia
La rabbia di un abbonato: 5 milioni di lavori senza risolvere il problema
 
SI POSSONO spendere quasi cinque milioni di euro per avere uno dei "cuori" della città non accessibile a tutti? Sembrerebbe di sì. E' quanto successo al teatro Chiabrera. Le ingenti cifre - per l'esattezza quattro milioni e 750 mila euro - profuse per il restauro del gioiello cittadino non sono servite ad evitare alcune pecche strutturali. Non visibili da tutti. Se non da chi, come Giuseppe Taschini, con determinate barriere architettoniche deve fare i conti tutti i giorni. Il quale denuncia con forza la situazione e la sua amara esperienza.
«Sono un abbonato di vecchia data alla stagione teatrale - racconta il pensionato sessantaquattrenne, costretto da tre anni su una sedia a rotelle - e sono affezionato da sempre al Chiabrera. Quando, l'anno scorso, il teatro è tornato a disposizione della città sono stato quindi particolarmente felice di poter riprendere le antiche abitudini. Le sorprese negative non si sono però fatte attendere. Il Chiabrera, nonostante i lavori, non è a prova di disabile». Ad essere sotto tiro è in particolare l'accesso al teatro stesso. Che i disabili trovano sul lato destro dello stabile, a grandi linee poco prima dell'ingresso riservato agli artisti.
«La pendenza della rampa di accesso è troppo ripida - spiega Giuseppe Taschini - quindi, se non trovo qualche volenteroso disponibile, sono in difficoltà. Mia moglie non può sostenere un simile sforzo da sola». Un problema che era stato sollevato fin dalle origini. Senza alcun risultato. «Già un anno fa avevo segnalato la questione ad un vigile urbano - prosegue l'ex agente immobiliare - Mi aveva proposto di fare un esposto ma poi tutto è finito nel dimenticatoio. Trovo comunque scandaloso che, dopo quello che si è speso per rimettere a posto il teatro, questo non risulti accessibile a tutti».
Una situazione che non è sfuggita nemmeno al Cesavo, da sempre sensibile alle problematiche legate alle barriere architettoniche. Il Centro savonese di servizi per il volontariato aveva realizzato, non molto tempo fa, il cortometraggio "A cinque centimetri". Un filmato in cui Elena Giannasso aveva testato, con la sedia a rotelle sulla quale vive, tutti gli ostacoli invalicabili che Savona presenta. Ma un conto è accettare l'idea che la città non può cambiare di colpo con la bacchetta magica, altro è che, dove si mette mano ai lavori, la situazione dell'accessibilità, poi, non risulti migliorata.
«Al Chiabrera c'è un gradino di quattro centimetri che andrebbe limato - analizza Davide Pesce, responsabile del Cesavo per questi temi? Inoltre al Chiabrera un disabile non può accedere ai piani superiori né al bar. Un aspetto, quest'ultimo, che può essere benissimo superato attraverso la disponibilità del personale del teatro. Inoltre il Chiabrera manca di una segnaletica esterna che indichi ai disabili dove si trova l'accesso a loro destinato. So, però, che qualcosa si sta muovendo in tal senso». Il direttore Roberto Bosi spiega: «Abbiamo preso accordi con l'assessore Livio Di Tullio per mettere a breve una segnaletica esterna per i portatori di handicap». E aggiunge: «Le piccole imperfezioni strutturali sono dovute al fatto che, come avviene in tutti i teatri storici protetti da normative rigide, gli interventi hanno avuto limiti ben precisi. Ben vengano comunque le segnalazioni, la collaborazione permette di migliorare».
Raffaele Di Noia
 
«un caso risolvibile con poco sforzo»
il cesavo
 
«FORTUNATAMENTE Savona non ha tantissime barriere architettoniche. Ed è una delle città messe meglio anche in virtù degli sforzi fatti in questi ultimi anni. Quanto è stato realizzato al porto in collaborazione con la Lega Navale è emblematico in tal senso. Oggi i disabili possono usufruire delle strutture e navigare autonomamente. C'è però ancora molto da fare». Davide Pesce, responsabile Cesavo per questi temi, ha fatto da tempo una mappatura delle zone della città"a rischio". «La biblioteca di Monturbano resta una delle roccaforti inaccessibili - prosegue Pesce - La stazione ferroviaria è scandalosa. Un disabile non può decidere di prendere un treno in giornata perché per usufruire dei montacarichi (e non tutti funzionano) deve avvisare almeno un giorno prima. Incredibili poi le condizioni dei bancomat e delle cabine telefoniche. Dei primi ce n'è soltanto uno utilizzabili in tutta la città. Una situazione paradossale è che tutte le nuove banche che entrano in città non tengano conto di ciò. Le cabine telefoniche, invece, sono troppo piccole per l'ingresso delle carrozzine. Molti negozi infine hanno ancora dei gradini troppo alti». Qualcosa che va c'è però... «La piscina coperta di piazzale Eroe dei Due Mondi, ad esempio, è perfetta - conclude - Sia come strutture sia per la disponibilità del personale che vi lavora. Idem l'Ipercoop. Il caso dello stesso Chiabrera può essere risolvibile con poco sforzo».


18/12/2006