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ERZELLI E LEGINO come le due gambe, solide e robuste, di uno
stesso progetto. Ieri, quattro emissari di Savona - il
presidente di Spes Alessandro Schiesaro, con il sindaco
Federico Berruti e il presidente provinciale Marco
Bertolotto, a nome delle istituzioni, e il direttore
dell'Unione industriali Luciano Pasquale, per le imprese -
hanno incontrato il presidente della Regione Claudio
Burlando e ottenuto il disco verde ad un progetto di
integrazione tra Erzelli (futura sede della facoltà di
ingegneria genovese) e Legino, dove già si trovano i corsi
di laurea in ingegneria gestionale e ingegneria ambientale.
All'incontro erano presenti anche il vicepresidente
regionale Massimiliano Costa e l'assessore Carlo Ruggeri.
Entusiasta il presidente di Spes, Alessandro Schiesaro:
«Burlando si è dimostrato assolutamente convinto della
proposta che la nuova facoltà di ingegneria sia articolata
sul binomio Legino-Erzelli». Aggiunge Schiesaro: «E' un
passaggio decisivo del progetto il fatto che la Regione
faccia propria una prospettiva di sviluppo della facoltà su
base regionale e ne sia in qualche moda la garante».
Conclude: «Diventare consoci di questa operazione non è un
regalo di Natale da parte della Regione, ma un grande
investimento sul futuro del nostro territorio nella sua
interezza». Il progetto è ambizioso e si basa su
considerazioni pratiche e concrete: intanto, Erzelli, nel
Ponente genovese, e Legino distano non più di 30 minuti di
collegamento navetta, meno di quanto si impieghi in altre
parti del mondo a muoversi tra un polo e l'altro dello
stesso Campus universitario. Ma non è tutto. In una
suggestiva cartina che accompagnava il progetto presentato
ieri a Burlando, si vede come Erzelli-Legino rappresentino
l'ideale terzo angolo di un rinnovato triangolo industriale
con Torino e Milano-Bergamo. Un triangolo che non parla più
la lingua ormai morta dell'industria pesante, ma quello
della ricerca, dell'alta tecnologia, dell'innovazione.
E' un'area geografica, del resto, rispetto alla quale
Legino-Erzelli è ancora più baricentrica in relazione al
sudest della Francia. Insomma, in un mondo che parla la
lingua della globalizzazione, l'integrazione della proposta
universitaria in modo da fare "massa critica" appare
un'obbligo e, nel caso di Erzelli e Legino, anche
un'opportunità straordinaria.
In questo quadro, Legino si candida sin da ora a ospitare -
oltre a ciò di cui già dispone - altri pezzi di ingegneria
in coordinamento con Erzelli. Sul piatto mette i 15 mila
metri quadrati di cui già oggi il Campus dispone e gli altri
10 mila metri quadrati nell'ex caserma che già oggi,
strumenti urbanistici alla mano, si possono realizzare.
Inoltre, in ballo ci sono le osservazioni al "Puc",
presentate da Spes e Ips, che prevedono di utilizzare le
aree antistanti il Campus per la cittadella
dell'innovazione. Un'opzione che, a seconda delle scelte che
verrano compiute, consentirà di sviluppare tra i 20 mila e i
40 mila metri quadri. Con una offerta totale che si andrà
dunque ad attestare tra 45 mila e i 65 mila metri quadri. A
metà gennaio le parti si reincontreranno, anche con il
preside della facolta di Ingegneria.
In questa quadro, il progetto che ha ricevuto la benedizione
regionale prevede che Savona si concentri sui settori nei
quali è già specializzata e per i quali esiste un interesse
del territorio: la logistica (soprattutto in relazione alla
futura piattaforma portuale di Savona-Vado), l'energetica,
per la quale Savona dispone di centri di ricerca
d'eccellenza (Savona Combustion Laboratory, Savona Renewable
Energies Laboratory, ESaM, tutti riuniti nel Centro
universitario per la gestione dello sviluppo sostenibile),
l'ambiente (ha sede a Legino il Centro interuniversitario in
monitoraggio ambientale, Cima, collegato con la Protezione
civile), l'avionica, legata allo sviluppo della Piaggio a
Villanova.
Antonella Granero
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