Alla scoperta dei veleni nascosti sono cinque le aree da bonificare
Nel mirino Passeggi, Fontanassa, Letimbro, ex Metalmetron e piscina di corso Colombo IL SECOLOXIX
 
LA CITTA' dei veleni. Nel vero senso della parola. Dalla collina di Passeggi all'ex Metalmetron, dalla Fontanassa al greto del torrente Letimbro, dalla discarica di Lavagnola alle aree dove sorge la piscina di corso Colombo, il sottosuolo della città sembra nascondere una vera e propria bomba ecologica, che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Negli anni passati in molti siti anche vicini al centro della città sono stati infatti smaltiti rifiuti di ogni genere ma con un particolare comune, quello di essere tossico-nocivi. Liquami provenienti da aziende che ormai appartengono alla storia di una Savona industriale che non esiste più, ma anche rottami di veicoli e rifiuti derivanti da interventi edilizi.
Una situazione che sotto il profilo ambientale non può esser certo definita delle migliori, che il Decimonono ha provato a censire.
Partendo da ponente il primo sito che balza all'attenzione è la collina di Passeggi, immediatamente alle spalle del depuratore consortile di Zinola. Una zona nella quale a cavallo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 era in funzione un inceneritore di rifiuti. Nei terreni di quella zona, seppure a vent'anni di distanza dal termine dell'attività dell'inceneritore,, continuano ad esser presenti tracce rilevanti di benzene e di metalli pesanti. Segno evidente che nonostante sia o trascorsi un paiodi decenni dalla chiusura dell'inceneritore le tracce dei rifiuti che vi sono stati smaltiti sono ancora ben presenti.
Sempre restando sulla collina alle spalle della città si arriva alla Fontanassa. Dove il Comune ha realizzato un impianto di atletica su un terreno che sino a pochi anni prima era stato utilizzato come deposito, anche se abusivo, di rifiuti di ogni genere. Un terrapieno sul quale ogni giorno si allenano decine di ragazzini, inconsapevoli che nel sottosuolo sono state sepolte sostanze tossico-nocive. Una vicenda che era balzata in maniera clamorosa all'onore delle cronache dei giornali tra la fine del 1999 e i primi mesi del 2000. Quando il procuratore della Repubblica Vincenzo Scolastico aveva disposto l'apertura di una inchiesta giudiziaria volta a stabilire se la presenza dei rifiuti nel terrapieno potesse provocare danni ai ragazzini che quotidianamente si allenano nella struttura e soprattutto inquinare le falde acquifere sottostanti. Alla fine, pòerò, dopo mesi di indagini con prelievi di campioni di terreno ed esami di laboratorio, tutto si era risolto con l'assoluzione del funzionario comunale ex responsabile dell'ufficio tecnico. Senza prevedere inoltre alcun intervento di bonifica sui terreni in questione.
Scendendo verso il litorale si incontrano invece le aree dell'ex Metalmetron, che si affacciano su via Stalingrado. Aree che nei mesi scorsio vennero poste sotto sequestro (il provvedimento risale giusto a un anno fa e porta la firma del sostituto procuratore Alberto Landolfi) perchè si sospettava che nelle grandi vasche che si trovano all'interno dell'ex azienda che produceva pezzi destinati all' industria automobilistica fossero state stoccate sostanze nocive i cui liquami, con il trascorreredel tempo, potrtebbero essersi infiltrati nel sottosuolo. Nelle aree ex Metalmetron è ancora in corso l'intervento di bonifica ordinato da autorità giudiziaria e autorità sanitarie. E soltanto dopo che l'intervento sarà ultimato si potrà pensare a un loro utilizzo per strutture artigianali o commerciali.
E dall'ex Metalmetron di via Stalingrado a corso Colombo la distanza è breve. La notizia relativa al ritrovamento di tracce di idrocarburi durante i lavori per la realizzazione della piscina coperta è recente. Si tratterebbe, almeno secondo i risultati dei primi acertamenti effettuati, di tracce che potrebbero derivare dall'attività delle ex Officine Servettaz, un'azienda che sorgeva proprio su quelle aree sulla sponda sinistra alla foce del Letimbro.
Ed è proprio risalendo il corso del torrente Letimbro che ci si imbatte in un altro caso di inquinamento. Nella sabbia e nelle pietre che si trovano nel greto del torrente sono state infatti trovate tracce consistenti di idrocarburi. In quantità sufficiente per impedire che il materiale potesse esser tranquillamente utilizzato per il ripascimento degli arenili. cittadini, in particolare di quello delle Fornaci.
Continuando a percorrere aritroso il corso del Letimbro si arriva a Lavagnola, dove sulla sponda destra del torrente esisteva una discarica abusiva a cielo aperto. Un centinaio di migliaia di metri quadrati di terreno sui quali, nel corso degli anni, erano state gettate carcasse d'auto, di roulotte e rifiuti di ogni genere. Su queste aree, dissequestrate lo scorso anno, è prevista la realizzazione di un polo dell'artigianato che però sta tardando a decollare a cusa del protrarsi dell'intervento di bonifica.
 
Collina di passeggipronto il progetto
il comune
 
«ALLA FINE il discorso è sempre lo stesso: ad inquinare sono le aziende private mentre tocca poi agli enti pubblici sobbarcarsi le spese di bonifica o almeno messa in sicurezza delle aree». È il parere dell'assessore comunale all'ambiente Jorg Costantino che annuncia anche come sia ormai pronto il progetto che consentirà di recuperare la collina di Passeggi. «Pensare a una bonifica è assurdo - spiega Costantino - piuttosto abbiamo presentato richiesta per ottenere ifinanziamenti necessari per la messa in sicurezza delle aree in questione. Aree sotto le quali vi sono certamente tonnellate di rifiuti nocivi».
«Ex metalmetronda controllare»
la procura
 
«ALL'INTERNO dell'ex Metalmetron - sottolinea il sostituto procuratore Alberto Landolfi - sono stati trovati dei vasconi nei quali in passato furono stoccate grandi quantità di rifiuti tossico-nocivi derivanti dall'attività produttiva dell'azienda. Proprio in questi giorni è in corso l'operazione di svuotamento di queste vasche, e ci auguriamo che i liquami in esse contenuti non siano finiti anche nel terreno sottostante. Si tratta di una potenziale situazione di pericolo ambientale, che come procura stiamo però tenendo sotto stretto controllo. Per il resto, tutti quanti sanno benissimo i siti presenti sul territorio comunale nei quali sono stati smaltiti rifiuti nocivi».
 



15/12/2006