LA CITTA' dei veleni. Nel vero senso della parola. Dalla
collina di Passeggi all'ex Metalmetron, dalla Fontanassa al
greto del torrente Letimbro, dalla discarica di Lavagnola
alle aree dove sorge la piscina di corso Colombo, il
sottosuolo della città sembra nascondere una vera e propria
bomba ecologica, che potrebbe esplodere da un momento
all'altro. Negli anni passati in molti siti anche vicini al
centro della città sono stati infatti smaltiti rifiuti di
ogni genere ma con un particolare comune, quello di essere
tossico-nocivi. Liquami provenienti da aziende che ormai
appartengono alla storia di una Savona industriale che non
esiste più, ma anche rottami di veicoli e rifiuti derivanti
da interventi edilizi.
Una situazione che sotto il profilo ambientale non può esser
certo definita delle migliori, che il Decimonono ha provato
a censire.
Partendo da ponente il primo sito che balza all'attenzione è
la collina di Passeggi, immediatamente alle spalle del
depuratore consortile di Zinola. Una zona nella quale a
cavallo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80
era in funzione un inceneritore di rifiuti. Nei terreni di
quella zona, seppure a vent'anni di distanza dal termine
dell'attività dell'inceneritore,, continuano ad esser
presenti tracce rilevanti di benzene e di metalli pesanti.
Segno evidente che nonostante sia o trascorsi un paiodi
decenni dalla chiusura dell'inceneritore le tracce dei
rifiuti che vi sono stati smaltiti sono ancora ben presenti.
Sempre restando sulla collina alle spalle della città si
arriva alla Fontanassa. Dove il Comune ha realizzato un
impianto di atletica su un terreno che sino a pochi anni
prima era stato utilizzato come deposito, anche se abusivo,
di rifiuti di ogni genere. Un terrapieno sul quale ogni
giorno si allenano decine di ragazzini, inconsapevoli che
nel sottosuolo sono state sepolte sostanze tossico-nocive.
Una vicenda che era balzata in maniera clamorosa all'onore
delle cronache dei giornali tra la fine del 1999 e i primi
mesi del 2000. Quando il procuratore della Repubblica
Vincenzo Scolastico aveva disposto l'apertura di una
inchiesta giudiziaria volta a stabilire se la presenza dei
rifiuti nel terrapieno potesse provocare danni ai ragazzini
che quotidianamente si allenano nella struttura e
soprattutto inquinare le falde acquifere sottostanti. Alla
fine, pòerò, dopo mesi di indagini con prelievi di campioni
di terreno ed esami di laboratorio, tutto si era risolto con
l'assoluzione del funzionario comunale ex responsabile
dell'ufficio tecnico. Senza prevedere inoltre alcun
intervento di bonifica sui terreni in questione.
Scendendo verso il litorale si incontrano invece le aree
dell'ex Metalmetron, che si affacciano su via Stalingrado.
Aree che nei mesi scorsio vennero poste sotto sequestro (il
provvedimento risale giusto a un anno fa e porta la firma
del sostituto procuratore Alberto Landolfi) perchè si
sospettava che nelle grandi vasche che si trovano
all'interno dell'ex azienda che produceva pezzi destinati
all' industria automobilistica fossero state stoccate
sostanze nocive i cui liquami, con il trascorreredel tempo,
potrtebbero essersi infiltrati nel sottosuolo. Nelle aree ex
Metalmetron è ancora in corso l'intervento di bonifica
ordinato da autorità giudiziaria e autorità sanitarie. E
soltanto dopo che l'intervento sarà ultimato si potrà
pensare a un loro utilizzo per strutture artigianali o
commerciali.
E dall'ex Metalmetron di via Stalingrado a corso Colombo la
distanza è breve. La notizia relativa al ritrovamento di
tracce di idrocarburi durante i lavori per la realizzazione
della piscina coperta è recente. Si tratterebbe, almeno
secondo i risultati dei primi acertamenti effettuati, di
tracce che potrebbero derivare dall'attività delle ex
Officine Servettaz, un'azienda che sorgeva proprio su quelle
aree sulla sponda sinistra alla foce del Letimbro.
Ed è proprio risalendo il corso del torrente Letimbro che ci
si imbatte in un altro caso di inquinamento. Nella sabbia e
nelle pietre che si trovano nel greto del torrente sono
state infatti trovate tracce consistenti di idrocarburi. In
quantità sufficiente per impedire che il materiale potesse
esser tranquillamente utilizzato per il ripascimento degli
arenili. cittadini, in particolare di quello delle Fornaci.
Continuando a percorrere aritroso il corso del Letimbro si
arriva a Lavagnola, dove sulla sponda destra del torrente
esisteva una discarica abusiva a cielo aperto. Un centinaio
di migliaia di metri quadrati di terreno sui quali, nel
corso degli anni, erano state gettate carcasse d'auto, di
roulotte e rifiuti di ogni genere. Su queste aree,
dissequestrate lo scorso anno, è prevista la realizzazione
di un polo dell'artigianato che però sta tardando a
decollare a cusa del protrarsi dell'intervento di bonifica.
Collina di passeggipronto il progetto |
il
comune |
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«ALLA FINE il discorso è sempre lo
stesso: ad inquinare sono le aziende
private mentre tocca poi agli enti
pubblici sobbarcarsi le spese di
bonifica o almeno messa in sicurezza
delle aree». È il parere dell'assessore
comunale all'ambiente Jorg Costantino
che annuncia anche come sia ormai pronto
il progetto che consentirà di recuperare
la collina di Passeggi. «Pensare a una
bonifica è assurdo - spiega Costantino -
piuttosto abbiamo presentato richiesta
per ottenere ifinanziamenti necessari
per la messa in sicurezza delle aree in
questione. Aree sotto le quali vi sono
certamente tonnellate di rifiuti
nocivi».
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«Ex
metalmetronda controllare» |
la
procura |
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«ALL'INTERNO dell'ex Metalmetron -
sottolinea il sostituto procuratore
Alberto Landolfi - sono stati trovati
dei vasconi nei quali in passato furono
stoccate grandi quantità di rifiuti
tossico-nocivi derivanti dall'attività
produttiva dell'azienda. Proprio in
questi giorni è in corso l'operazione di
svuotamento di queste vasche, e ci
auguriamo che i liquami in esse
contenuti non siano finiti anche nel
terreno sottostante. Si tratta di una
potenziale situazione di pericolo
ambientale, che come procura stiamo però
tenendo sotto stretto controllo. Per il
resto, tutti quanti sanno benissimo i
siti presenti sul territorio comunale
nei quali sono stati smaltiti rifiuti
nocivi».
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15/12/2006