Vado base 1412  IL SECOLOXIX
 
Vado. «Il master plan presentato dallo studio Cevini dimostra che le attività produttive e le esigenze degli abitanti si possono integrare e possono coesistere». Con la presentazione delle ipotesi progettuali del nuovo waterfront, il sindaco Carlo Giacobbe ha finalmente visto compiere il primo passo concreto verso la riqualificazione di una delle zone di Vado più complesse dal punto di vista urbanistico.
Ieri pomeriggio si è svolta una riunione di giunta convocata d'urgenza per analizzare le ipotesi progettuali che Ips ha pubblicato martedì. Le prime impressioni sono di soddisfazione, le ipotesi presentate sembrano piacere agli amministratori, soprattutto perché rispondono alle richieste e alle esigenze di organizzare le aree pubbliche in modo armonioso. Ma sono possibili ulteriori affinamenti, in particolare per aumentare ancora la quota di aree verdi in modo da collegarle ai giardini esistenti.
Il piano presentato da Ips, secondo Giacobbe, sottolinea come siano possibili scelte di sviluppo compatibili con le esigenze dei cittadini che abitano nelle zone circostanti. Gli accordi, d'altra parte, prevedono anche il trasferimento delle attività legate al trasporto del carbone nella zona degli alti fondali del porto di Savona, liberando Vado dai traffici meno sopportati.
Dopo la conclusione della gara per stabilire una "classifica" delle proposte, ora la palla passerà al consiglio comunale di Vado, che dovrà valutare il progetto vero e proprio. «Siamo solo all'inizio - spiega Giacobbe -, bisognerà ora sviluppare in concreto un piano delle opere pubbliche e individuare le risorse finanziarie per concretizzarle.
A Giacobbe è poi tornata in mente una dichiarazione dell'architetto catalano Ricardo Bofill, che aveva detto che Savona avrebbe dovuto rivestire il ruolo di porto al servizio della città, mentre il porto industriale avrebbe dovuto gravare su Vado. «Il nuovo waterfront - commenta Giacobbe - è la dimostrazione che le attività produttive e quelle degli abitanti possono coesistere. La posizione di Bofill diventa quindi superata».
Nel frattempo il Comune ha raggiunto un accordo con Acts e Corsica Ferries per posizionare il capolinea del bus numero 6 all'interno del terminal traghetti di Portovado. «La soluzione studiata con Corsica Ferries - spiega l'assessore Enrico Carelli - consentirà di offrire agli abitanti di Portovado un servizio più efficiente e contestualmente di rispondere alle esigenze della compagnia di navigazione, dei dipendenti che vi lavorano e dei numerosi turisti che utilizzano i traghetti». Sta prendendo infatti piede la moda del trekking per la Corsica e molti turisti si mettono in viaggio in bicicletta o in treno.
Giovanni Vaccaro
 

«riqualificate zone in degrado»
i cittadini
 
Vado. L'ipotesi progettuale presentata è accattivante, ma i vadesi non sono gente che si lascia convincere con facilità: ciò che vogliono, in sintesi, è vedere il progetto finale, sapere come sarà integrato anche con la piattaforma e quanto influirà sulla vita della cittadina.
«Secondo me si tratta di un intervento importante - commenta Doriano Pons -, perché darà una riqualificazione a molte zone ora degradate. Penso al piazzale marittimo e alle aree dismesse. Inoltre, se ciò che è stato promesso verrà mantenuto, sarà anche una buona occasione per creare nuovi posti di lavoro». Nel bar di Loredana Sussarellu i commenti si incrociano: «La curiositàè parecchia - spiega la titolare - Molti sperano che l'operazione porti una maggiore vivacità e nuovi servizi per gli abitanti».
Una nuova proposta arriva da Paolo e Fabio Incorvaia, il primo titolare dell'omonimo cantiere nautico e il secondo titolato campione di moto d'acqua: «Sarebbe bello poter inserire un centro sportivo per motonautica da corsa. Guido Cappellini, dieci volte campione del mondo, ha la sua base sul lago di Como e ha sviluppato un'attività che funziona benissimo, attira turisti e produce lavoro».
«L'ipotesi presentata non è brutta - commenta Giancarlo Esposito -, ma Portovado continua ad aspettare che venga eliminato lo "sperone" dal pontile San Raffaele. Pochi digeriscono la futura piattaforma, ma poi ci si è resi conto che, essendo impossibile combatterla, l'unica soluzione era di bilanciarla. La preoccupazione riguarda il ricircolo delle acque: poiché le correnti entrano da levante, si rischia che l'acqua ristagni a Portovado. Conterà poco avere a terra biblioteche e spazi verdi se poi il mare qui davanti sarà morto. Inoltre molti a Vado temono che le strutture previste costino troppo e che alla fine si rinunci a qualcosa».
G. V.