Margonara e Fuksas telenovela lunga 16 anni
LA STAMPA
Del porto turistico si parla già da 16 anni ma ben poche volte i consiglieri comunali hanno avuto la possibilità di discutere effettivamente il merito del progetto da 730 posti barca.

L’inizio nel 1990
La storia dell’approdo della Margonara era partita ufficialmente nel 1990, quando per la prima volta nel Piano territoriale di coordinamento paesistico della Provincia comparve la sagoma allungata del porticciolo di Savona-Albissola. In seguito l’idea è stata ripresa dal Piano territoriale degli insediamenti produttivi e dal Piano territoriale della costa. Il porto turistico non figura nel Piano regolatore di Savona ancora vigente perché risale al 1977 ed è stato solo emendato con una maxi-variante dalla giunta Magliotto-Tortarolo nel 1992. Il Piano regolatore portuale, approvato dalla Regione nel 2005, prevede la realizzazione dell’approdo turistico e ovviamente anche il Comune di Savona lo ha inserito nella bozza del nuovo Piano regolatore che è ancora in attesa di approvazione. In pratica l’approdo della Margonara è previsto da tutti gli strumenti di pianificazione «sovraordinata».
Omnia Enterprise e Spada
Il primo atto concreto per la realizzazione del porto turistico venne avviato dalla Port Authority con la pubblicazione di un bando di gara internazionale che risale al 1998. La gara viene vinta dalle società Omnia e Spada che poi formano un’unica società denominata «Porticciolo di Savona e Albissola srl». Nel 1999 il Comitato portuale incarica la società di realizzare l’approdo e la società chiede una concessione di 50 anni corredata da un progetto preliminare redatto dall’architetto Gambardella. Nel 2001 la Conferenza dei servizi esamina il progetto preliminare e il Consiglio comunale di Savona nel 2003 si pronuncia a favore ma con numerose prescrizioni fra cui la riduzione della cubatura residenziale, l’obbligo che le costruzioni non superino il livello dell’Aurelia e la necessità che venga realizzata una passeggiata fra la Vecchia darsena e il nuovo porto turistico. La Conferenza dei servizi convocata dalla Port Authority valuta l’ammissibilità del progetto ma sospende ogni decisione in attesa che il ministero dell’Ambiente si pronunci sul Piano regolatore portuale. Nel 2005 nuova Conferenza dei servizi in cui viene ordinato ai progettisti di adeguare il preliminare alle prescrizioni del Comune.

L’avvento di Fuksas
A questo punto gli imprenditori Omnia e Spada decidono di affidare un incarico preliminare a Massimiliano Fuksas che pochi mesi dopo incontra i rappresentanti di Comune, Regione, Port Authority e ipotizza per la prima volta l’idea di realizzare un grattacielo in mezzo al mare, sul molo frangiflutti del nuovo porto turistico. La scorsa primavera il progetto Fuksas viene presentato sotto forma di plastico e di elaborazioni grafiche di massima. I faldoni con la documentazione vengono però custoditi dalla Port Authority e formalmente non sono mai stati consegnati al Comune.

La gita a Roma
Nelle scorse settimane il sindaco Berruti e il presidente della Port Authority si recano nello studio di Fuksas a Roma per ottenere delucidazioni sui contenuti del progetto.

Convegno e referendum
Al convegno di Italia Nostra in Provincia il sottosegretario all’Ambiente Laura Marchetti paragona il grattacielo a un «simbolo fallico». Pochi giorni dopo il sindaco chiede al suo staff di verificare la possibilità tecnica e legale di indire un referendum. I partiti di maggioranza si dividono ulteriormente.
I privati chiedono al Comune di affrettare i tempi del verdetto
 
  Il sindaco Berruti ha deciso di affrontare di petto il problema del porto turistico della Margonara. Dopo aver studiato per due o tre mesi gli incartamenti, ha informato la giunta dell’avvio di un procedimento che dovrà portare il Consiglio comunale a pronunciarsi sul porto turistico e sul grattacielo di Fuksas entro gennaio. A parte il fatto che il procedimento della Port Authority era stato avviato nel 1998 e del dell’approdo si parlava già dal 1990, infatti, ora il Comune è sotto pressione perchè gli imprenditori vogliono sapere se devono affidare all’architetto Fuksas l’incarico di redigere un progetto vero e proprio. Le firme internazionali, come è facile immaginare, costano e nessuno è disposto a pagare la parcella di Fuksas per poi gettare il progetto del porto nel dimenticatoio.
Il sindaco è consapevole delle prese di posizione molto variegate all’interno della propria maggioranza: Verdi e Rifondazione sono apertamente contrari, lo sdi favorevole al porto ma non al grattacielo e la Margherita come al solito darà battaglia. Finora il sindaco non ha fatto nulla per condizionare il giudizio della sua coalizione e ora pare intenzionato ad aprire ancora più il dibattito in modo che ognuno abbia modo di esprimere le proprie opinioni e di assumersi le proprie responsabilità.
Il primo passo da compiere per poter esprimere un giudizio di merito sarà quello di acquisire la documentazione dalla Port Authority che dovrà essere fornita ai consiglieri comunali in modo che possa svilupparsi il dibattito in Commissione.
Il Comune deve di fatto pronunciarsi su un progetto completamente nuovo. Quello vecchio che prevedeva le casette lungo la costa e che erta stato approvato con numerose prescrizioni, è stato abbandonato. La nuova idea presentata da Fuksas è rivoluzionaria, sia per l’altezza dell’edificio, sia perchè libera gli spazi sulla costa.
Un particolare non di poco conto, infine, è che il grattacielo verrà realizzato su terreno demaniale e quindi gli acquirenti degli appartamenti, del ristorante o dell’albergo non diventeranno proprietari ma solo concessionari per un periodo variabile fra 60 e 99 anni.
Comitato Albinsieme «Sulla torre nessuno ascolta la nostra voce»

L'argomento Fuksas riguarda anche le Albissole? Se lo chiedono i promotori del Comitato Albinsieme, lo stesso che sta portando avanti la difficile battaglia sull’unificazione dei due Comuni. «Il dibattito sembrerebbe investire solo i savonesi: semmai il progetto porticciolo-grattacielo riguarda soprattutto gli albisolesi. Non sappiamo se questo disinteresse dipenda da dallo scarso peso politico che i due Comuni divisi riescono ad esercitare. Certo è che il dibattito sulla torre passa sopra le teste degli albisolesi che rischiano di subirne le conseguenze e non trovano modo di far sentire la loro voce», spiega Angelo Canepa del direttivo Albinsinieme. «A Savona il referendum, ad Albissola il silenzio? Siamo già periferia?», si chiedono Elda Nicolini e Giancarlo Bianchi dello stesso comitato