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BREVE   STORIA DELLA SOCIETA' MUTUO SOCCORSO " AURORA  VALLEGGIA

100° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE 1907-2006

di ROSANNA LAVAGNA

TERZA PUNTATA

LA RESISTENZA

La popolazione di Valleggia non fu mai fascista; già a partire dal 1924 maturò in paese un'opposizione clandestina che, anche se non sempre sorretta da consapevoli motivazioni politiche, rifiutò l'adesione al regime. Tale opposizione, dopo l' 8 settembre del '43, si tramutò naturalmente nella Resistenza e nella lotta di Liberazione.

Nacque infatti il Distaccamento Calcagno le cui file furono progressivamente ingrossate dai giovani che, non volendo sottostare alla Repubblica di Salò, presero la via della montagna.

Questa zona divenne, quindi, il teatro delle azioni dei partigiani molti dei quali vennero uccisi, ma subì anche le rappresaglie dei nazi-fascisti, pagando un enorme tributo di sofferenza e di sangue. Molti degli abitanti non presero la via dei monti, ma collaborarono alla Resistenza rimanendo in paese, scelta anche questa estremamente rischiosa.

Numerosi soci dell'Aurora parteciparono, in vari modi, alla lotta di liberazione, pagando spesso di persona.

Giacomo Falco racconta che, alla fine del '43, quando aveva 19 anni, venne reclutato da alcuni partigiani e partecipò, in una baracca, alla sua prima riunione, alla quale era presente anche Pietro Morachioli (Furetto); da quel momento cominciò a fare la staffetta portando cibo, abiti, messaggi dal paese alla montagna; spesso rischiò di essere catturato, talvolta fuggì fortunosamente; oggi dichiara: «Ne ho fatte tante... lo rifarei».

Giovanni Battista Parodi (nome di battaglia Noce), scomparso lo scorso anno, fu tra gli organizzatori e il primo comandante del Distaccamento Calcagno, nato nel gennaio 1944. Ci racconta così, in una testimonianza di alcuni anni fa, la nascita del Distaccamento: «Dopo 1'8 settembre con numerosi compagni mi preoccupai di reperire e recuperare più armi possibile [...]. Esplorammo le montagne circostanti alla ricerca di un luogo che avesse le caratteristiche idonee per ospitare la nostra base [...]. Chiesi ed ottenni che come Commissario Politico mi fosse assegnato Gin Bevilacqua [...]. La mia scelta si rivelò fondamentale per la costruzione del Distaccamento che venne dedicato a Francesco Calcagno, un giovane partigiano [...] catturato nel dicembre del 1943 e fucilato pochi giorni dopo per rappresaglia» (N. DE MARCO - G. FERRO, Ricordo di Gin Bevilacqua, Coop Tipograf, Savona 2001)

Tancredi Vallarino, anch'egli ormai scomparso, partecipò alla Resistenza, con il nome di battaglia di Zazà e, dal settembre al dicembre del 1944, ebbe il comando del Distaccamento Calcagno. Ecco una sua testimonianza tratta da un'intervista rilasciata alcuni anni fa:

«Subito dopo l'8 settembre partecipai con altri giovani di Valleggia a riunioni clandestine per organizzare azioni contro i nazi-fascisti. Ci vedevamo di notte in un vecchio "teccio" nelle campagne soprastanti la nostra frazione. Successivamente verso maggio 1944, il mio spirito combattivo e la mia esperienza militare (avevo partecipato alle campagne di Francia, Grecia e Russia) mi spinsero ad arruolarmi tra i partigiani che già operavano in montagna» (N. DE MARCO - G. FERRO, Ricordo di Gin Bevilacqua, Coop Tipograf, Savona 2001)

Ed ecco il ritratto che ci fornisce di lui il partigiano Giacomo Saccone: «Aveva il tipico aspetto del ribelle, come erano stati descritti o visti fotografati sui giornali: capelli neri e folti, baffi spioventi; indossava un giubbotto e calzoni impermeabili; infilata nella cintura aveva una "P. 38". Aprendo la bocca mostrò due file di denti bianchissimi, che contrastavano con lo scuro pellame del viso» ( G. SACCONE, La Valle rossa, a cura della Sede A.N.P.I. di vado Ligure Tipografia F.lli Stalla, Albenga 1997) 

 

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