Deserta l'assemblea di Acts, Delbene convoca un notaio
ieri la riunione IL SECOLOXIX
Gli azionisti non si presentano, il presidente fa verbalizzare tutto: «L'inadempienza è colpa loro»
 
ALLA FINE ciò che volevano i principali azionisti dell'azienda trasporti Acts spa è successo: sette dei nove componenti del consiglio di amministrazione si sono dimessi ieri mattina per restituire il mandato e lasciare carta bianca ai soci-azionisti sulla gestione futura (già delineata, con l'avvocato Paolo Marson presidente designato). Ma queste dimissioni sono arrivate troppo tardi: Comune di Savona e Provincia le aspettavamo da giorni e non avendole ricevute avevano già deciso (mercoledì) di boicottare l'assemblea di ieri. Cosa che hanno fatto. E così l'assemblea è andata deserta e le dimissioni "tardive" sono risultate inutili: «Perché avendo dato le dimissioni la maggioranza del cda, di fatto sono dimissioni inefficaci e tutto resta com'è in attesa degli sviluppi»è la spiegazione.
Continua il caos insomma. All'ordine del giorno dell'assemblea deserta c'erano il rinnovo dei vertici societari, la ricapitalizzazione, la copertura dei costi del progetto Metrobus e l'analisi della situazione economica finanziaria. Temi che non è stato possibile affrontare, con tutto ciò che comporta in termini di scadenze e urgenze. «Chi è mancato oggi ha una responsabilità di cui dovrà rispondere»è così scappato al presidente dimissionario Delbene.
Del cda erano presenti sette consiglieri su nove (mancavano solo i consiglieri Mario Bruzzone e Carlo Vasconi) ma dei soci-azionisti c'erano solo due Comuni (Quiliano e Spotorno) mentre tutti gli altri 36, a cominciare ovviamente da Comune di Savona e Provincia, erano assenti. L'assemblea ordinaria era convocata alle 9, a seguire c'era la convocazione per la "straordinaria". Sono bastati pochi istanti, alle 9, per prendere atto della diserzione e decretare «l'assemblea deserta». Il tutto mentre sette dei nove componenti del cda avevano già formalizzato le proprie dimissioni: i noti Sergio Altamura e Gianfranco Barbieri, più il presidente Luca Delbene, Carlo Cipollina, Rodolfo Margheritino, Carlo Vasconi e Renato Viazzi. Niente da fare per Marina Piccardi e Mario Bruzzone, che sono voluti rimanere in sella.
Il presidente dimissionario Delbene ha fatto allora verbalizzare al notaio Agostino Firpo, convocato per l'occasione, che vista l'assenza dei soci, nonostante fosse stata recapitata nel modo corretto la raccomandata per l'invito, l'assemblea era nulla. «Ho fatto verbalizzare tutto al notaio - ha spiegato - anche per motivi civilistici: all'ordine del giorno c'erano punti delicati per l'azienda, non averli affrontati può rappresentare un danno in chiave futura. Non vorrei, un domani, trovarmi a rispondere delle mancate decisioni di oggi. Da qui la presenza del notaio». «Adesso - ha proseguito Delbene - riconvocherò un'altra assemblea la prossima settimana con lo stesso ordine del giorno nella speranza di farla i primi di gennaio. Se così non sarà, si andrà al 28 febbraio per l'analisi del bilancio».
Fino ad allora resterà in carica lo stesso cda di oggi: perché nonostante si siano dimessi quasi tutti, con la sola eccezione di due consiglieri, resterà in carica lo stesso consiglio non essendoci pronta un'alternativa.
Dopo l'assemblea lo stesso Delbene è stato poi convocato dal vicesindaco del Comune di Savona Paolo Caviglia che gli ha chiesto notizie sulla sitazione contabile di Acts. «L'ho fatto perché nonostante questo momento difficile l'azienda deve far fronte ad una serie di spese vive - ha spiegato Caviglia - Visto che il Comune è uno degli azionisti di maggioranza mi pare giusto essere informato. Io stesso martedì relazionerà la giunta». Nell'incontro Delbene-Caviglia il presidente di Acts ha tra l'altro evidenziato che la situazione economica è sì pesante ma c'è la disponibilità di un istituto bancario (la Carisa) ad elevare il fido dell'azienda (a quanto pare a 250 mila euro, ndr) affinché si possano affrontare i prossimi mesi senza affondare.
 
«Un mese e mezzosulla graticola»
lo sfogo
 
HA UN DIAVOLO per capello il presidente dimissionario Luca Delbene. Ma l'assemblea deserta di ieri mattina non c'entra. «Il problema è che da un mese e mezzo sono sulla graticola e ho subito ogni genere di attacco - accusa - Ho controllato: da quando è esplosa la vicenda Acts ci sono stati solo tre o quattro giorni in cui il mio nome non è finito sui giornali affiancato ad ogni genere di sospetto e allusione. La vicenda è stata strumentalizzata e lo so bene ma mi sembra che in ogni caso si sia esagerato. Se non fossi sicuro di uscire a testa alta da questa situazione penso valuterei di andare a vivere fuori dalla Liguria per continuare a lavorare. Ora non voglio accusare nessuno ma quando sarà il momento mi tutelerò nelle sedi opportune». «Le mie dimissioni oggi, quattro mesi prima della scadenza del mio mandato, credo siano un gesto di grande disponibilità che ho voluto mandare» conclude .
Sempre ieri è stata durissima anche la presa di posizione dei consiglieri provinciali di Forza Italia Rosavio Bellasio e Livio Bracco nei confronti della decisione di Comune Savona e Provincia di disertare l'assemblea di Acts. «Una decisione assolutamente ingiustificabile» hanno scritto i capigruppo della minoranza. «La Provincia - proseguono - essendo uno dei due soci di maggioranza, con questa decisione ha reso di fatto impossibile la ratifica delle dimissioni di chi, responsabilmente e coerentemente, aveva deciso di presentarle». «Agendo in questo modo, il presidente della Provincia Bertolotto ha stroncato sul nascere l'ipotesi di un eventuale ripensamento da parte dei due membri che si sono dichiarati attualmente non disponibili a rinunciare all'incarico (Bruzzone e Piccardi), oltre ad impedire l'avvio in tempi brevi della ricapitalizzazione della società».