ALLA FINE ciò che volevano i principali azionisti
dell'azienda trasporti Acts spa è successo: sette dei nove
componenti del consiglio di amministrazione si sono dimessi
ieri mattina per restituire il mandato e lasciare carta
bianca ai soci-azionisti sulla gestione futura (già
delineata, con l'avvocato Paolo Marson presidente
designato). Ma queste dimissioni sono arrivate troppo tardi:
Comune di Savona e Provincia le aspettavamo da giorni e non
avendole ricevute avevano già deciso (mercoledì) di
boicottare l'assemblea di ieri. Cosa che hanno fatto. E così
l'assemblea è andata deserta e le dimissioni "tardive" sono
risultate inutili: «Perché avendo dato le dimissioni la
maggioranza del cda, di fatto sono dimissioni inefficaci e
tutto resta com'è in attesa degli sviluppi»è la spiegazione.
Continua il caos insomma. All'ordine del giorno
dell'assemblea deserta c'erano il rinnovo dei vertici
societari, la ricapitalizzazione, la copertura dei costi del
progetto Metrobus e l'analisi della situazione economica
finanziaria. Temi che non è stato possibile affrontare, con
tutto ciò che comporta in termini di scadenze e urgenze.
«Chi è mancato oggi ha una responsabilità di cui dovrà
rispondere»è così scappato al presidente dimissionario
Delbene.
Del cda erano presenti sette consiglieri su nove (mancavano
solo i consiglieri Mario Bruzzone e Carlo Vasconi) ma dei
soci-azionisti c'erano solo due Comuni (Quiliano e Spotorno)
mentre tutti gli altri 36, a cominciare ovviamente da Comune
di Savona e Provincia, erano assenti. L'assemblea ordinaria
era convocata alle 9, a seguire c'era la convocazione per la
"straordinaria". Sono bastati pochi istanti, alle 9, per
prendere atto della diserzione e decretare «l'assemblea
deserta». Il tutto mentre sette dei nove componenti del cda
avevano già formalizzato le proprie dimissioni: i noti
Sergio Altamura e Gianfranco Barbieri, più il presidente
Luca Delbene, Carlo Cipollina, Rodolfo Margheritino, Carlo
Vasconi e Renato Viazzi. Niente da fare per Marina Piccardi
e Mario Bruzzone, che sono voluti rimanere in sella.
Il presidente dimissionario Delbene ha fatto allora
verbalizzare al notaio Agostino Firpo, convocato per
l'occasione, che vista l'assenza dei soci, nonostante fosse
stata recapitata nel modo corretto la raccomandata per
l'invito, l'assemblea era nulla. «Ho fatto verbalizzare
tutto al notaio - ha spiegato - anche per motivi civilistici:
all'ordine del giorno c'erano punti delicati per l'azienda,
non averli affrontati può rappresentare un danno in chiave
futura. Non vorrei, un domani, trovarmi a rispondere delle
mancate decisioni di oggi. Da qui la presenza del notaio».
«Adesso - ha proseguito Delbene - riconvocherò un'altra
assemblea la prossima settimana con lo stesso ordine del
giorno nella speranza di farla i primi di gennaio. Se così
non sarà, si andrà al 28 febbraio per l'analisi del
bilancio».
Fino ad allora resterà in carica lo stesso cda di oggi:
perché nonostante si siano dimessi quasi tutti, con la sola
eccezione di due consiglieri, resterà in carica lo stesso
consiglio non essendoci pronta un'alternativa.
Dopo l'assemblea lo stesso Delbene è stato poi convocato dal
vicesindaco del Comune di Savona Paolo Caviglia che gli ha
chiesto notizie sulla sitazione contabile di Acts. «L'ho
fatto perché nonostante questo momento difficile l'azienda
deve far fronte ad una serie di spese vive - ha spiegato
Caviglia - Visto che il Comune è uno degli azionisti di
maggioranza mi pare giusto essere informato. Io stesso
martedì relazionerà la giunta». Nell'incontro
Delbene-Caviglia il presidente di Acts ha tra l'altro
evidenziato che la situazione economica è sì pesante ma c'è
la disponibilità di un istituto bancario (la Carisa) ad
elevare il fido dell'azienda (a quanto pare a 250 mila euro,
ndr) affinché si possano affrontare i prossimi mesi senza
affondare.
«Un
mese e mezzosulla graticola» |
lo
sfogo |
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HA UN DIAVOLO per capello il presidente
dimissionario Luca Delbene. Ma
l'assemblea deserta di ieri mattina non
c'entra. «Il problema è che da un mese e
mezzo sono sulla graticola e ho subito
ogni genere di attacco - accusa - Ho
controllato: da quando è esplosa la
vicenda Acts ci sono stati solo tre o
quattro giorni in cui il mio nome non è
finito sui giornali affiancato ad ogni
genere di sospetto e allusione. La
vicenda è stata strumentalizzata e lo so
bene ma mi sembra che in ogni caso si
sia esagerato. Se non fossi sicuro di
uscire a testa alta da questa situazione
penso valuterei di andare a vivere fuori
dalla Liguria per continuare a lavorare.
Ora non voglio accusare nessuno ma
quando sarà il momento mi tutelerò nelle
sedi opportune». «Le mie dimissioni
oggi, quattro mesi prima della scadenza
del mio mandato, credo siano un gesto di
grande disponibilità che ho voluto
mandare» conclude .
Sempre ieri è stata durissima anche la
presa di posizione dei consiglieri
provinciali di Forza Italia Rosavio
Bellasio e Livio Bracco nei confronti
della decisione di Comune Savona e
Provincia di disertare l'assemblea di
Acts. «Una decisione assolutamente
ingiustificabile» hanno scritto i
capigruppo della minoranza. «La
Provincia - proseguono - essendo uno dei
due soci di maggioranza, con questa
decisione ha reso di fatto impossibile
la ratifica delle dimissioni di chi,
responsabilmente e coerentemente, aveva
deciso di presentarle». «Agendo in
questo modo, il presidente della
Provincia Bertolotto ha stroncato sul
nascere l'ipotesi di un eventuale
ripensamento da parte dei due membri che
si sono dichiarati attualmente non
disponibili a rinunciare all'incarico (Bruzzone
e Piccardi), oltre ad impedire l'avvio
in tempi brevi della ricapitalizzazione
della società».
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