LETTERE  ALLA  REDAZIONE
                                    

 

 

                  

Comunicato stampa di VIVERE VADO

L’incontro di giovedì è stato eccezionale per Vado: per la prima volta abbiamo assistito ad una

iniziativa autonoma di esperti che hanno messo, senza paura, scienza e conoscenza al servizio degli

Amministratori e di tutta la cittadinanza. Purtroppo le dichiarazioni del sindaco Giacobbe alla

stampa dimostrano che non ha riconosciuto la gravità del problema e non vuole farsene carico visto

che sottolinea gli interrogativi e ignora le risposte che pure sono state date.

Anzi, per deviare l’attenzione dal nodo reale, l’ha indirizzata sulle concause citando l’incidenza del

passato industriale di Vado, del traffico, dell’urbanizzazione.

Noi crediamo che da giovedì sera né queste né altre variabili (l’occupazione, i bisogni energetici, il

modello di sviluppo) possano mettere in secondo piano la salvaguardia della salute di tutto il

comprensorio. Per questo obiettivo Vivere Vado (che aveva già inserito nel proprio programma

elettorale i dati sui licheni) ha ritenuto doveroso sostenere l’impegno del dottor Franceschi

organizzando l’incontro con i cittadini.

L’incontro ha dimostrato che, quando la democrazia non è quella che permette di scegliere una

panchina ma quella che si misura con le grandi questioni che toccano tutti, i cittadini rispondono.

In conclusione, Vivere Vado ritiene fondamentale ottenere:

- Che si prosegua il biomonitoraggio del territorio affiancandolo a una seria indagine

epidemiologica, come ormai richiesto da tutti

- Che i cittadini del comprensorio, a partire dagli esperti del settore, possano dire la loro

riguardo la scelta degli studiosi che se ne dovranno occupare

- Che tali indagini si facciano indipendentemente da qualsiasi progetto di potenziamento della

centrale termoelettrica

La richiesta forte a Tirreno Power deve essere quella di investimenti strutturali sui gruppi in

esercizio, non al semplice scopo di abbassare le emissioni in atmosfera rispetto ad oggi. Tirreno

Power può accontentarsi di rispettare i limiti di legge, chi amministra NO, perché oggi con questi

limiti si muore.

Vivere Vado

Vado Ligure, 09.12.2006

 

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WWF

Fondo Mondiale per la Natura

Sezione Liguria
 

COMUNICATO STAMPA                                                                                GENOVA, 06/12/2006                 

 

Oggetto: Elezione Presidente WWF Liguria 

 

 

IL Consiglio Regionale del WWF LIGURIA, riunitosi nella seduta del 4 Dicembre 2006, presso la Sede Regionale di Vico Casana 9/3 Genova, ha eletto il nuovo Presidente del WWF Liguria nella persona di Marco Piombo (attualmente Responsabile Sezione WWF di Savona).

Marco Piombo è stato eletto dal Consiglio Presidente Regionale del WWF Liguria.  Riconfermato quale Vice Presidente Guglielmo Jansen.

Gli altri consiglieri regionali in carica sono Davide Bozzo, Francesca Mannori e Ilaria Cassiani Ingoni.

 

"....Metterò a disposizione del WWF il mio operato sul territorio e le conoscenze acquisite in anni, in proposte concrete in termini di salvaguardia del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente e della realtà socio economica, e di collaborazione con le altre realtà ambientaliste operanti sul territorio ligure.. ", ha dichiarato il neo Presidente.

 

WWF Liguria

contatti:

Sezione Liguria: 010.267312

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COMUNICATO di FORZA ITALIA 

Forza Italia, come il resto della C.d.L. savonese, non intende esprimere opinioni ufficiali sul progetto Margonara-Torre Fuksas, finché non sarà stato possibile conoscere direttamente il progetto, le sue ragioni, gli obiettivi che esso si pone e la loro condivisibilità sul piano civile e politico.

Qualche considerazione di carattere politico però già s’impone, nel momento in cui una signora, sottosegretario del Governo, oltre ad un certo numero di altri personaggi - a vario titolo - comincia a “sparare a zero” sul progetto, a prescindere dalla sua conoscenza dettagliata.

Ora, che il sottosegretario in questione consideri l’elemento architettonico dominante del costruendo porto della Margonara un “simbolo fallico” e che, come tale, essa lo disdegni, è argomento che attiene alla sfera dei suoi gusti strettamente personali, mentre non dovrebbe interessare la conduzione della Cosa Pubblica.

L’idea poi che questo progetto possa essere sottoposto a referendum è assolutamente abnorme e pertanto assolutamente non condivisibile.

Attraverso la procedura del referendum per un tale argomento, non si riuscirebbe mai più a costruire alcuna opera pubblica, per la semplice ragione che andrebbero a votare soltanto i contrari.

In ogni caso, la decisione sulle Opere Pubbliche da realizzare è esattamente uno dei principali  compiti dei Pubblici Amministratori, i quali già rappresentano il Popolo che li ha eletti e quindi devono saper mostrare la saggezza e la saldezza morale ed intellettuale per decidere, senza voler ricorrere alla “stampella” (storta e fragile, in questo caso) del referendum.

Talvolta le decisioni possono e devono essere impopolari, oppure popolari ma contrarie ai cosiddetti “poteri forti”, a condizione che chi decide sia all’altezza del proprio compito e sappia “vedere” ben oltre la convenienza immediata ed agire veramente nell’interesse collettivo.

 

Savona, 8 dicembre 2006                                                             Il responsabile della comunicazione.

                                                                                                                  (Emilio Barlocco)

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Incontro della Giunta con la V Circoscrizione

Ieri pomeriggio la Giunta e il Sindaco sono venuti presso i locali della V^Circoscrizione per partecipare ad un Consiglio Straordinario indetto dalla stessa per l'occasione.
A mio avviso l'incontro ha messo in evidenza due aspetti : quello che l'amministrazione ha intenzione di  instaurare un rapporto di collaborazione con i decentramenti e la riunione di ieri ne è la conferma, ma che lo vuole fare con strumenti e modalità "non ufficiali", il classico rapporto tra vari livelli che esiste già in tutte le aziende private , fatto di riunioni informali dove si fà il punto della situazione. E' emersa quindi ,la stessa tendenza di comportamento che l'attuale Sindaco stà già mettendo in atto anche a Palazzo nei rapporti con i Consiglieri Comunali.
Io ho posto più volte ha tutti i presenti ,senza avere risposte , il reale problema di una cronica mancanza di risposte ufficiali , agli ordini del giorno , alle interpellanze e quant'altro come da regolamento; gli strumenti  basilari ,a mio parere per un dialogo e un lavoro politico-amministrativo  utile a tutti e non solo ad alcuni!
Il Sindaco stesso ha infatti affermato che bisogna instaurare un rappporto da ammministratori ad amministratori, ma che il regolamento non lo appassiona....
A mio avviso invece una solida e democratica  società si basa anche sulle regole! 
Da denotare ancora l'affermazione fatta dall'assessore Tuvè , il quale ha lasciato intendere che c'è ,da parte dell'Amministrazione, l'intenzione di prendere in considerazione l'ipotesi di trasferimento dell'attuale bibblioteca cittadina, da Monturbano ad un'ala di Palazzo Santa Chiara lato Duomo, l'altra parte dello stesso ,come sappiamo , è già occupata da altri...  
 
 
Emiliano Monticelli
Consigliere V^Circoscrizione -A Sinistra Per Savona  

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Si comunica che domenica 10 dicembre 2006 alle ore 10,30 presso la sala consiliare del comune di Bubbio(AT) si svolgerà il convegno :

NESSUN BIDONE.ACNA-ENI-SYNDIAL! MA BONIFICA INTEGRALE DEI SITI E DELL' INTERA VALLE BORMIDA PER IL SUO SVILUPPO AMBIENTALE ED ECOMPATIBILE.

L' organizzazione è curata dai verdi di AT, CN e Al e dai gruppi regionali verdi della Regione Piemonte e Liguria.

Interverranno , fra gli altri, Adriana Ghelli _WWF Acqui Terme, Stefano Leoni, i consiglieri regionali verdi liguri (Morelli e Vasconi) e piemontesi ( Spinosa, Moriconi).

Conclusioni Grazia Francescato.

A seguire pranzo alla festa del bracchetto a Sessame (AT).

Inutile nascondere che per una volta Liguria e Piemonte "si parlano" nell' ottica avviata anche con il contributo del convegno di Cortemilia di alcuni anni fa a cui parteciparono pure Petrella e Leoni e organizzato dagli enti locali della zona con il contributo dei comitati territoriali di Savona e Alessandria per il contratto mondiale sull'acqua.

cordiali saluti Danilo Bruno

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COMUNICATO-STAMPA

MUORE KI-ZERBO, ILLUSTRE STORICO E POLITICO AFRICANO.

CHIAMA L'AFRICA E CIPSI ONORANO LA SUA MEMORIA: "CI HA INSEGNATO A SCOPRIRE LA DIGNITA’ DELL’AFRICA, AD AMARLA, E A CERCARE FORME NUOVE DI COOPERAZIONE. DAVA VOCE AL SUO CONTINENTE. PROPONIAMO DI CREARE UNA FONDAZIONE INTERNAZIONALE PER NON DISPERDERE IL SUO ARCHIVIO".

Roma, 5 dicembre 2006 "Insegnandoci la storia dell’Africa ci ha insegnato a scoprirne la dignità e a vedere in una dimensione diversa i problemi africani. Ci ha fatto capire che l’Europa della colonizzazione ha il dovere di restituire all’Africa ciò che per secoli le ha rubato, soprattutto la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia, oltre che le sue risorse. Con Ki-Zerbo, in definitiva, abbiamo imparato ad amare l’Africa, e amandola a cercare insieme con gli africani forme nuove di cooperazione. Ki-Zerbo lascia un archivio ricchissimo con migliaia di documenti inediti. Nella nostra ultima visita in Burkina Faso abbiamo preso l’impegno di non disperdere questo tesoro: stiamo valutando l’ipotesi di creare una fondazione a suo nome a livello internazionale".

Questa la dichiarazione congiunta di Chiama l’Africa e del CIPSI Coordinamento di 37 Ong e associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale per onorare la memoria di Joseph Ki-Zerbo, scomparso ieri a Ouagadogou.

Lo scrittore e storico Joseph Ki-Zerbo - (Toma, Alto Volta, 21 giugno 1922), esponente dell’opposizione, considerato uno dei principali intellettuali africani è morto ieri a Ouagadogou, Burkina Faso. Lo ha annunciato Etienne Traoré, docente di filosofia all’Università della capitale, che ad agosto scorso prese il suo posto come deputato in Parlamento, dove era stato rieletto nel 2001. Joseph Ki-Zerbo fu uno storico e politico di fama internazionale, uomo d'azione del Burkina Faso e fondatore del maggiore partito di opposizione del suo Paese.

Chiama l'Africa e CIPSI erano a lui legati da un rapporto intenso di stima, amicizia e stretta collaborazione. Ki-Zerbo ha inaugurato a Firenze la prima campagna di Chiama l’Africa un tour attraverso l’italia per far conoscere il continente africano-, ha partecipato a due convegni, "L’Africa in piedi" oltre che a nostre altre iniziative.

Chiama l'Africa lo incontrò nel novembre 2005 nella sua casa di Ouagadougou, in Burkina Faso. L’occasione si presentò grazie all’amicizia che lo legava da anni ad uno dei partecipanti al nostro viaggio di studio sul continente africano, Anastasio Ferrari, e nonostante le sue condizioni di salute precarie. Il Professore burkinabé dava lezioni di approfondimento e dava voce all'Africa. "L’unità africana è la vera priorità, senza la quale non ci sarà mai democrazia, perché senza un mercato interno africano non ci può essere il valore aggiunto che viene dalla lavorazione delle merci; e così non ci può essere la classe media che è alla base della democrazia. Ora abbiamo solo pochi ricchi che si arricchiscono sempre più, mentre le masse sono sempre più povere; in questo modo rimarremo sempre solo produttori di materie prime per gli altri; non "soggetti della nostra storia", ma "oggetti della storia degli altri". Un proverbio burkinabé dice che "I legni bruciano solo quando stanno vicini". Noi ora siamo divisi, e nessun paese da solo può farcela ad uscire dalla crisi. Dobbiamo riunirci per accendere il fuoco, solo allora potremo donare un colore nuovo all’arcobaleno della storia umana, il colore dell’Africa. Solo uniti potremo avere una personalità ed è in questo che abbiamo bisogno non tanto di aiuti economici, ma di ricostruire il tessuto delle relazioni.

"Meglio perdere il cappello che la testa" recita un proverbio, oggi l’Africa sembra più preoccupata del suo cappello che della sua testa e il rischio è quello dell’omologazione culturale. Senza unità africana avremo non solo povertà ma un continuo impoverimento e questo sta portando ad una urbanizzazione sempre più rapida che ha un duplice effetto negativo: spopola le campagne che invece avrebbero tanto bisogno dei loro giovani, e ingrossa le file dei disperati nelle città;

Un’Africa unita fa paura a molti. Ma noi non chiediamo più potere per dominare, ma solo per poter essere liberi e indipendenti davvero. Quanto ci vorrà? Nessuno può saperlo. Credo però che dobbiamo cercare di realizzarla nel medio periodo, in decenni, perché se ci adagiamo a ragionare sui tempi lunghi, sui secoli, forse non ci arriveremo mai".

Joseph Ki - Zerbo crebbe nel contesto rurale del suo villaggio natale, nella parte settentrionale del paese, figlio di Alfred Ki-Zerbo (da alcuni considerato il primo cristiano dell'Alto Volta) e Thérèse Folo Ki. Lo stesso Joseph affermò che l'ambiente contadino, nel quale trascorse i primi undici anni della sua infanzia, influenzò profondamente la sua personalità. La sua radice africana, la sua concezione di grande famiglia ed il suo rapporto con la natura affondano le origini proprio in quel periodo.

Ki-Zerbo pubblica diversi scritti inerenti la cultura e la storia africana; in tali pubblicazioni espone il suo pensiero e le sue idee sociali. Nel 1963 redige un manuale di didattico di storia e nel 1972 pubblica il celebre Histoire de l'Afrique noire, des origines à nos jours, opera di riferimento sulla storia africana in cui espone concetti rinnovati ed in antitesi con la descrizione riduttiva, discriminante e razzista in auge al tempo nella cultura europea.

Ki-Zerbo sostiene e comprova, nella sua opera, che l'Africa avesse raggiunto un elevato sviluppo sociale, politico e culturale prima del declino del continente determinato in buona parte anche dalla tratta degli schiavi prima dal colonialismo poi.

Tra il 1972 ed il 1978 Ki-Zerbo è membro del consiglio dell'UNESCO e lavora, per conto della stessa organizzazione, alla storia dell'Africa in otto volumi intitolata Histoire générale de l'Afrique. Nel 1980 fonda il Centro studi per lo sviluppo africano (CEDA) e sulla base di una attenta analisi critica dell'imperialismo conia il concetto di sviluppo endogeno. Con l’avvento di Thomas Sankara alla presidenza (1983-87), Ki-Zerbo fu costretto a lasciare il paese e condannato poi in contumacia essenzialmente per motivi politici, mentre la sua biblioteca di oltre 11.000 volumi venne saccheggiata. Nonostante i successivi ripetuti inviti di Sankara a rientrare in Burkina, vi ritornerà solo dopo la morte del giovane presidente.

Ki-Zerbo, storico e politico, ma soprattutto intellettuale africano che ha coniugato scienza e azione politica, non si è limitato a proseguire la carriera scientifica ma, attento osservatore degli avvenimenti, ha preso posizione per mutare l'ordine delle cose in Africa associando la dottrina con l'impegno quotidiano, impegnandosi per l'affermazione della democrazia in Burkina Faso e nell'Africa intera. " I suoi libri costituiscono punti di riferimento imprescindibili per la conoscenza della storia africana. Qualcuno ha scritto che il solo nome Ki-Zerbo è per molti africani e l'Africa un modo di andare alle fonti della propria identità. Oggi si terrà una veglia in sua memoria e giovedì dovrebbe essere seppellito nel suo villaggio natale a Toma, nella provincia occidentale di Nayala.