IL CASO  La Repubblica
 
Oggi a Roma incontro per la vertenza della fabbrica di Cairo, ma a Ponente l´emergenza è vasta
 
Lavoro, Ferrania punta d´un iceberg Savona ha già perduto 12.000 posti
rossello (cgil) Il governo deve indicare quali politiche intende adottare nella nostra provincia scegliendo dove e come produrre l´energia
meneghini (cisl) Ci aspettiamo lo sblocco dei finanziamenti dei contratti di programma e la risposta sulla centrale a carbone
OGGI anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, sarà a Roma per partecipare all´incontro che si terrà al ministero dello Sviluppo Economico, sulla vertenza per la Ferrania. Nonostante la decisione dell´azienda di sospendere momentaneamente il ricorso alla cassa integrazione per 250 persone, oltre alle 180 già a casa, resta questo il nodo principale di un´emergenza industriale che comprende ormai buona parte della provincia di Savona. Negli ultimi vent´anni il comparto ha perso almeno 12.000 posti di lavoro, una parte sono stati rimpiazzati in altri settori, ma le crisi piccole e grandi continuano a susseguirsi con ritmo implacabile. La vertenza della Ferrania in particolare è arrivata ad un punto cruciale, dopo che la nuova proprietà, la cordata composta da Messina, Malacalza e Gavio, ha minacciato di mandare tutto all´aria se non arrivano garanzie sugli impegni presi dal governo. «Dall´incontro al ministero ci aspettiamo innanzi tutto che si sblocchino i finanziamenti dei contratti di programma per i progetti industriali specifici - spiega Maresa Meneghini, segretario della Cisl savonese - e anche che arrivi una risposta definitiva sulla vicenda della centrale a carbone, visto che il ministro dell´Industria si era impegnato a verificare con quello dell´Ambiente la fattibilità del progetto. In terzo luogo dalla Regione ci aspettiamo che si vada avanti sulla centrale a biomasse».
L´accordo di programma sulla Ferrania prevede infatti un complesso processo di riconversione per uscire dalla produzione di pellicole fotografiche, un settore ormai in via di estinzione, e arrivare a realizzare un polo energetico e un a piattaforma tecnologica in grado di dare occupazione a tutti i 580 addetti rimasti nella fabbrica di Cairo. Di questo si parlerà oggi a Roma con Burlando, l´assessore regionale allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli, il presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto, l´amministratore delegato di Ferrania Tecnologies Spa Giovanni Gambardella, il presidente dell´Unione Industriali di Savona Luciano Pasquale, il comune di Cairo, la Federazione Unitaria Lavoratori Chimici nazionale, i sindacati Cgil, Cisl, Uil nazionali e della provincia di Savona. «Ci aspettiamo chiarezza sui finanziamenti - dice Francesco Rossello, segretario della Cgil di Savona - ma soprattutto sulla questione del polo energetico. Il governo deve indicare le politiche che intende adottare nella nostra provincia, perché se si vuole avere un comparto industriale serve anche l´energia per farlo funzionare e bisogna scegliere dove o come produrla».
Intanto solo pochi giorni fa è approdata in Regione un´altra vertenza del Ponente, quella della Fac di Albisola, che produce ceramica per uso casalingo, con 150 dipendenti. Qui il pericolo arriva dall´Asia, produrre in Italia e in Liguria non è più competitivo, l´azienda ha presentato così un piano che prevede i mantenere solo la produzione di una parte del settore, quella più di alta qualità, e la commercializzazione di tutto il resto, una prospettiva che ridurrebbe i lavoratori di due terzi. La cassa integrazione incombe anche sulla Ligure Piemontese Laterizi, della Valbormida, 40 dipendenti, dove il Comune di Cairo ha approvato una variante al piano regolatore che trasforma l´area in zona residenziale.
E poi c´è il settore del vetro, che è ormai uno dei comparti industriali più importanti della provincia di Savona con 6 vetrerie e un migliaio di dipendenti. Qui il punto nevralgico è la Vetrotex di Valdo Ligure, 220 addetti, che dovrebbe procedere a rifare il forno, ma recentemente la Saint Gobain, proprietaria dell´azienda, ha fatto una sinergia con la multinazionale americana Ocs e la vicenda è all´esame dell´Antitrust. Se l´Antitrust imponesse qualche dismissione, è evidente che il primo stabilimento a rischio sarebbe proprio quello che necessita di investimenti ingenti, anche se il mercato continua a tirare.
Chi allo stesso modo non ha problemi di carichi di lavoro è la Piaggio Aero Industries, 800 dipendenti, che produce l´aereo P180, ma in questo caso le preoccupazioni arrivano dai progetti di delocalizzazione dello stabilimento da Finale Ligure a Villanova d´Albegna, che procedono a fatica. «Nella provincia di Savona abbiamo una situazione inustriale con diversi punti di emergenza - spiega Francesco Rossello, segretario della Cgil di Savona - e ci sono anche diverse opportunità, come quella della piattaforma portuale di Vado Ligure, prevista dal piano regolatore portuale, o la stessa Piaggio, se va in porto nel modo corretto la delocalizzazione. Il problema è che i punti di crisi sono certezze, le opportunità non è certo se si riuscirà a coglierle appieno».