Le Ferrovie: nessuna chiusura. Ma per martedì è fissata una riunione decisiva del consiglio di amministrazione di Tav
 La repubblica
Il terzo valico dei misteri
 
Lettera di Odone a Prodi: se non si fa, per noi sarà un disastro
Il presidente della Camera di commercio: "La tensione e la preoccupazione sono altissime tra le imprese"
 
MASSIMO MINELLA

Tre giorni per salvare il terzo valico. Martedì si riunisce infatti a Roma il consiglio di amministrazione della Tav, la società di Rfi-Fs a cui spetta la realizzazione dell´alta velocità ferroviaria italiana, mentre dalle Ferrovie stesse arriva una puntualizzazione che alimenta il giallo sulla sorte dell´opera: «La notizia è falsa e priva di ogni fondamento», scrive il portavoce del gruppo Ferrovie dello Stato, Federico Fabretti, che però non smentisce l´intenzione di murare le gallerie. Peraltro, il presidente e il segretario generale del Comitato Transpadana, Francesco Bettoni e Bruno Bottiglieri, hanno chiesto un incontro urgente ai vertici della Tav tra l´amministratore delegato Antonio Savini Ricci e i soci del Comitato, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Confindustria Genova. Nessuno parla ancora di addio definitivo, ma le decisioni che stanno per essere prese suonano a tutti gli effetti come vere pietre tombali sul valico. Appare inquietante la probabile decisione di murare i cunicoli aperti nei due cantieri di Fraconalto e di Molini di Voltaggio. Che significa? Una messa in sicurezza in attesa di riprendere i lavori iniziati solo per qualche mese lo scorso anno, dopo un blackout che durava dal ´98, o la cancellazione definitiva dell´opera? In attesa delle risposte, la comunità genovese indaga con comprensibile preoccupazione sulla vicenda che circola da giorni in un tam tam sempre più inquieto. Collettore delle tensioni diventa così la casa comune di tutti i soggetti economici cittadini, la Camera di commercio di Genova. Giovedì pomeriggio il presidente Paolo Odone ha rotto gli indugi e ha deciso di mettere per iscritto le preoccupazioni della Lanterna. «Ho scritto al presidente Romano Prodi - spiega - Lo avevo già fatto in passato altre due volte e l´ho fatto di nuovo. La tensione è altissima, ho già convocato una riunione della giunta camerale per valutare quale posizione prendere. Ma i tempi sono strettissimi». I toni della lettera di Odone rendono bene il senso della preoccupazione genovese. «Se il consiglio di amministrazione di Tav dovesse deliberare, come pare, la chiusura dei cunicoli esplorativi della galleria di valico aperti in Liguria ed in Piemonte e la chiusura degli uffici genovesi della TAV, questo dimostrerebbe l´intenzione di non voler realizzare l´opera».