Schiarita Ferrania la mega centrale non è più un cardine
vertice al ministero
Passa il lodo-Burlando: la proprietà cerca alternative e conferma l'impegno a rilanciare lo stabilimento
IL SECOLOXIX
 
NESSUN disimpegno a Ferrania, anche se la centrale non si dovesse fare per motivi "tecnici". La cordata genovese Messina-Malacalza-Gavio, rappresentata dal presidente Gambardella continuerà a rimanere a capo dell'azienda di pellicole valbormidese, anche se non si potrà realizzare la maxi -centrale termoelettrica da 800 megawatt.
Intanto partiranno da subito i filoni di sviluppo legati alle biomasse, ricerca, fotovoltaico, alla lavorazione del silicio, al settore medicale- digitale, con lo sblocco dei 20 milioni di euro di fondi pubblici. La proprietà manterrà il suo impegno a Ferrania a patto però che si trovi qualcosa di "alternativo" da realizzare nel sito, in accordo tra istituzioni e privati. Cosa non è ancora dato saperlo. Per gli imprenditori l'accordo di programma con inserita la centrale rimane comunque il punto di riferimento.
Così si è concluso ieri pomeriggio il serrato vertice istituzionale a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, che iniziato poco dopo le 15 è durato circa tre ore e si è concluso con l'approvazione del lodo-Burlando. Il presidente della Regione ha siglato un'intesa con Gambardella, davanti all'Unione Industriali e agli enti locali (Comune e Provincia).
Dopo aver ribadito la validità complessiva dell'accordo di programma stipulato nei mesi scorsi, che comprende anche la centrale, Claudio Burlando davanti ai tecnici ministeriali (Borghini e Minopoli) ha confermato la disponibilità dei 20 milioni di euro, depositati al Cipe. A patto che «l'accordo di programma parta"». Sulla questione "centrale" Burlando è stato esplicito. Per il momento rimane sullo sfondo. «Le istituzioni volevano capire se gli investimenti e l'impegno dell'azienda fossero legati solo a questo. Ci è stato assicurato che così non è».
Anche se la centrale non si dovesse fare, «l'azienda è disponibile a seguire percorsi e progetti alternativi». La Regione ha ribadito la disponibilità a dare il via libera alla mini-centrale a biomasse (combustibile a legna), superiore a 4 megawatt: «Sull'altra non dipende da noi- ha preso le distanze Burlando- bisogna verificarne gli aspetti tecnici, la compatibilità con le nuove norme nazionali ed europee». I rappresentanti delle istituzioni presenti al vertice- per la Provincia il presidente Bertolotto e l'assessore Peluffo, per il comune di Cairo l'assessore Battaglino- hanno precisato che sino ad oggi non è stato depositato alcunatto per l'avvio delle procedure di realizzazione della centrale.
Intanto i sindacati sono cauti. La richiesta di cassaintegrazione per 250 dipendenti è sospesa sino a domani, ma a fronte dell'annunciata verifica sulla fattibilità dell'accordo di programma precisano: «Non siamo disposti a firmare l'accordo sulla cassa, sino a quando non sarà chiaro in cosa consistano le ipotesi di sviluppo alternative alla centrale. Un salto nel buio a cui non siamo disponibili».


28/11/2006