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Usciamo dal silenzio 

Sabato 25 novembre: la giornata che l’ONU quest’anno ha scelto per ricordare il drammatico problema della violenza sulle donne.

Quale sia l’ampiezza di questo squallido fenomeno è chiaro a tutti.

Basta ascoltare i telegiornali o leggere i quotidiani e si hanno notizie di stupri, di violenze perpetrate in famiglia, di aggressioni, di omicidi che hanno per vittime le donne, anche qui nella civilissima Italia. 

In ogni città d’Italia, ma credo del mondo, si sono svolte manifestazioni.

Qui a Savona in piazza Sisto IV c’è stata una manifestazione organizzata dalla Commissione provinciale per le Pari Opportunità, dalle associazioni che fanno parte di “Usciamo dal silenzio” e  da Telefono Donna.  

Bello questo incontro collettivo!

 C’erano tante donne, alcune già avanti con l’età, ma anche tante giovani. Ileana Scarrone della CGIL  ha spiegato il significato dell’evento;l’attrice Maria Assunta Rossello ha recitato con la consueta bravura; ma la cosa più bella è stato vedere queste donne offrire alle passanti dei vasi contenenti viole del pensiero e fasciati in artigianali contenitori con l’indicazione “usciamo da silenzio” e il significato del tutto.

La manifestazione sarebbe stata ancora più completa se il tempo inclemente non avesse impedito l’esibizione di un gruppo folcloristico.  

Il venerdì antecedente un settimanale, che io solitamente leggo, aveva pubblicato un servizio titolato “Così si uccidono le donne in India – una ogni settanta sette minuti” 

“Morire per una dote. Succede a migliaia di donne indiane; un delitto ogni 77 minuti” (Raimondo Bultrini ) 

L’articolo parlava della pratica del dowry severamente proibita in  India per legge dal 1961, ma ancora largamente praticata, soprattutto nelle campagne.

Il dowry è un pagamento in soldi e altri beni dovuto per tradizione dalla famiglia della sposa al genero e ai suoceri della ragazza.

Pratica terribile perché se il marito giudica che la dote sia stata  pagata in modo inferiore   al pattuitoèautorizzato a uccidere la moglie con il consenso tacito della propria famiglia.

Questi omicidi sono poi giustificati come incidenti domestici e tutto finisce lì.

Il governo indiano del partito del Congresso di cui fa parte Sonia Gandhi cerca di lottare contro questo stato di cose, ma è molto difficile perché si viene a cozzare contro tradizioni secolari travestite da norme religiose.

Tuttavia un passo importante è stato compiuto.

Nei giorni scorsi un uomo che ha picchiato e strangolato sua moglie è stato condannato dalla Suprema Corte anche se lui ha detto che la donna era morta per il morso di un serpente velenoso. In realtà le numerose ferite sul corpo di lei lo hanno smentito e si è arrivati alla condanna.

Questo è un importante precedente giudiziario perché dopo questa sentenza  qualsiasi morte sospetta di una donna sposata sarà attribuita al marito se questo non sarà in grado di dimostrare la sua innocenza.

Comunque è ancora molto difficile cambiare questo costume perché, tra l’altro , la tradizione si avvale della modernità.

Grazie al diffondersi delle ecografie che rivelano molto presto il sesso del nascituro, si ricorre all’aborto selettivo.

Alcuni dati terribili:dieci milioni di bambine non nate a causa di aborti effettuati dopo l’ecografia; nel 2001 è  risultato un numero di bambine neonate molto inferiore a quello dei maschi, in controtendenza a ciò che avviene nel resto del mondo.

Sono solo alcuni dei messaggi terribili che ci giungono dal mondo sulla condizione della donna. 

Ma torniamo a casa nostra e guardiamoci intorno in modo consapevole.

Qui non succedono cose così terribili, ma ne succedono altre,pur se decisamente meno gravi e diffuse, per cui val la pena di scandire insieme “Usciamo dal silenzio” 

Margherita Pira