La nuova Agenzia creata dalla giunta costerà due milioni di euro all´anno, deciderà come dovremo curarci
 
La Sanità ligure cambia per legge
 
il cuore
 
Montaldo: "Gli ospedali saranno più dei medici che dei tecnici"
Approvata la nuova Banca del cordone ombelicale con sede al San Martino
 
AVA ZUNINO  La Repubblica

E´ legge da ieri pomeriggio la sanità della giunta Burlando: dopo quattro mesi e mezzo di discussione in commissione consiliare, è arrivato il "si" di tutto il centrosinistra sul nuovo modello di funzionamento e di governo delle strutture sanitarie liguri. All´inizio dell´anno nuovo partirà il bando per individuare il direttore generale dell´Agenzia ligure della sanità, il cuore della nuova organizzazione: «si occuperà, con competenza scientifica e tecnica, delle prestazioni date ai cittadini; saranno dei medici ad occuparsi dei problemi della salute - ha detto l´assessore alla sanità, Claudio Montaldo - mentre ora questi processi sono stati governati con avvocati, economisti, ragionieri. Questa legge crea le condizioni perché la Regione possa governare la sanità ed è anche una sfida ai medici che non solo nell´agenzia ma anche nei collegi di direzione partecipano al governo». Sarà, sintetizza l´assessore, una sanità: «un po´ più dei medici, un po´ meno dei tecnici». Quanto ai cittadini-pazienti, questo nuovo assetto è teso: «a migliorare i servizi», puntando anche sulla prevenzione. E´ rimasto tal quale l´articolo sulle visite, anche se l´assessore Montaldo assicura che verranno trovate le formule per garantire il rapporto medici-pazienti: le visite con i medici ospedalieri che fanno anche attività privata (l´intramoenia) si potranno prenotare solo al Cup. La rigidità che potrebbe derivarne (nell´assenza di un contatto, ad esempio, per la verifica immediata di una cura che potrebbe portare ad una nuova visita): «si cercherà di evitarla trovando una formula ma il problema è garantire la trasparenza dell´attività intramoenia», quella che i medici pubblici devono effettuare cedendo alla Asl o all´azienda ospedaliera una parte del denaro che incassano dal paziente. «Abbiamo bisogno che ci sia una registrazione delle visite - spiega l´assessore - perché dalle verifiche in corso in tutta Italia da parte dell´agenzia delle entrate e della guardia di finanza, emerge una propensione di molti non solo all´evasione fiscale ma anche alla truffa». La legge fissa il termine perentorio dei 67 anni per la pensione dei primari e, per diminuire lo iato che separa gli ospedalieri e gli universitari, con un emendamento dell´ultimo momento, stabilisce che anche gli ospedalieri possano esercitare fino a 70 anni didattica e ricerca. Ma non possono più fare i primari in ospedale. L´opposizione ha votato contro la legge e per una singolare coincidenza, sono due medici che si sono fronteggiati dagli opposti schieramenti: Claudio Gustavino, dell´Ulivo e Matteo Rosso di Fi. Ha tuonato contro la legge un altro medico, Gianni Plinio di An, che a differenza degli altri due non ha mai esercitato. E a proposito di medici ieri il presidente dell´Ordine, Enrico Bartolini, era in Regione dove si è trattenuto a colloquio con Montaldo: «Non è vero che come ordine non ci siamo pronunciati sulla legge: noi ci muoviamo a tutela dei cittadini e non dei miei colleghi - ha detto - La legge la giudicheremo nei fatti, quando sarà operativa». Ieri la giunta ha deciso la costituzione di una Banca del Cordone Ombelicale a San Martino.