«Accordi tra privati e Comuni contro l'emergenza casa»
sindacati inquilini in allarme
Gli affitti fuori controllo a oltre 500-600 euro al meseper il Sunia indicano solo l'esigenza di cambiare rotta
IL SECOLOXIX

 

«AFFITTI MEDI oltre i 500-600 euro al mese, una risposta minima dal progetto di accordo tra pubblico e privato, e una generale mancanza di progettualità da parte delle amministrazioni comunali». E' in questo mare di problemi che si dibatte l'emergenza abitativa savonese secondo Carmelo Lauria, segretario provinciale del Sindacato degli inquilini e assegnatari Sunia. Tra la vostra denuncia, le grida di allarme di qualche esponente di giunta e i tormenti dei cittadini, si possono indicare anche possibili soluzioni?
«All'orizzonte - risponde Lauria - abbiamo tempi medio-lunghi per la costruzione di nuove case popolari, una politica edilizia che produrrà molte case costose per cittadfini privilegiati e un nuovo piano regolatore con programmi oggi ancora troppo evanescenti dal punto di vista abitativo». E quindi? «Le strade a questo punto sono poche e senza troppe alternative: spingere sui progetti Social housing, ossia sulla collaborazione tra enti pubblici e imprese private, può significare andare oltre la risposta minima di 20-30 alloggi da immettere sul mercato, come indicato in un primo momento; e indicare nel documento programmatorio urbanistico del Puc come prioritaria la proposta di convenzione con enti e cooperative edilizie, come mezzo prioritario per abbattere, calmierare, ridurre gli affitti attuali che spesso indicano soltanto il livello di un mercato selvaggio e fuori controllo».
Strumenti di programmazione e progetti non risolvono le questioni più immediate. «Certo. Neppure la delibera regionale di due settimane orsono che diminuisce il limite di accesso alle case popolari applicando i parametri di reddito Isee. E neanche i messaggi contrastanti sullo stabile di via Sansoni, già oggetto di accordo tra Arte e Comune per l'edilizia pubblica prima del crollo, e poi passato alla vendita per valutazioni contabili che sicuramente non danno risposte all'emergenza abitativa. Ciò senza considerare troppo che il problema casa nel capoluogo e in provincia sta facendo sempre più vittime tra i ceti medi, oltre che tra i medio bassi, proprio a causa degli affitti che noi consideriamo fuori mercato».
 

Alloggi PER I POVERI IN VIA SANSONI

LA PROPOSTA

 

«CON opportuni interventi, l'antico edificio di via Sansoni potrebbe essere fruibile da parecchie famiglie in difficoltà». La proposta è di Emiliano Monticelli, consigliere della quinta circoscrizione della lista A Sinistra per Savona. «E' una delle soluzioni possibili atte ad alleviare l'escalation di richieste di abitazioni in città, giustamente denunciata dall'assessore Bacciu. Sinceramente non riesco a comprendere - dice Monticelli - le motivazioni per le quali si debba vendere la quota del Comune per "fare cassa", mentre contestualmente l'amministrazione si dichiara impegnata a partecipare al bando di assegnazione di fondi regionali per il Social Housing, bando specifico pedr progetti e iniziative legate all'edilizia sociale».
Da questo punto di vista il consigliere Emiliano Monticelli intravede contraddizioni tra quanto dichiarato dagli assessori Tuvè e Bacciu a poca distanza. «Sacrosanto e veritiero il grido di allarme della responsabile dei servizi sociali sull'emergenza casa a Savona, sorprendenti le dichiarazioni del responsabile dell'urbanistica, che quantomeno indicano una linea non unitaria a Palazzo sisto».