Ferrania, bufera sul sindacato«Non mobilita più nessuno»
la crisi vista dai lavoratori IL SECOLOXIX
 
Pochi dipendenti hanno partecipato alle
manifestazioni dei giorni scorsi. È polemica alla vigilia di nuovi incontri


03/12/2006
CAIRO. «Il sindacato in Valle Bormida ha salvato pochi posti di lavoro non è più rappresentativo, non mobilita più nessuno. A Ferrania siamo ridotti a poche centinaia, rassegnati, si poteva fare di più». È il j'accuse di Massimiliano Ghione, ex-Filcea/Cgil, già nella Rsu, ora referente dei Cub, comitati unitari di base: «Quando chiedevamo l'occupazione della fabbrica, all'inizio della vertenza e potevamo contare, siamo stati isolati». Lorenzo Ferraro, ex- dipendente Ferrania, è entrato da poco nella segreteria della Filcea ora Filcem/Cgil: «Ho moglie e figli ma credo che sia necessario lottare dal di dentro, cercare di cambiare le cose provando a trattare». Uno invece che la categoria dei "chimici" della Cgil non l'ha frequenta piùè Gianluigi Allasia, pensionato Acna, prima segretario provinciale Filcea, poi segretario della Camera del Lavoro per la Valbormida. «Non ho voluto che Ferrania fosse svenduta ai "genovesi", non ho accettato le disponibilità a dare credito alla cordata di Gambardella e soci». Comunicati e linguaggi contorti non sono lo strumento di lotta preferito da Giacomo Siragusa (rsu della Uilcem): «Bisogna capire che senza stipendio non si possono pagare i mutui». A difendere l'operato soprattutto di questi giorni con la tregua su Ferrania ottenuta dalla Regione (cassa sospesa, stipendi e tredicesime garantite) è l'attuale segretario provinciale della Filcem /Cgil, Fulvio Berruti: «Il sindacato c'è e ha fatto la sua parte, è anche grazie alla mobilitazione che si è arrivati a questo risultato, poi vedremo il futuro da lunedì. Il resto sono chiacchiere». Il segretario Femca/Cisl, Giorgio Cepollini, non parla di crisi del sindacato: «Non siamo riusciti a sbloccare l'azienda, e abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni, non abbiamo abdicato al nostro ruolo».
A.P.


03/12/2006