Mi chiedo se sia un' UTOPIA sperare di liberarsi dell'INSIPIENZA e chiedere che sia costruita anche qui la nostra MARLENE DIETRICHT PLATZ.!! GUIDA DEI MONUMENTI ALL'INSIPIENZA Antonia Briuglia |
Non conosco, a fondo, la realtà di altri comuni della provincia, ma se si analizza Savona, e Albisole, Varazze...; ci si convince che la patologia è preoccupante.
In molti casi, è pur vero, non sono supportati neanche dai funzionari comunali, che se non sono freddi burocrati, mostrano, senza ritegno, tutta la loro incapacità.
Se pensiamo di affacciarci al futuro, pensando di trovare quello che saremo capaci di portarvi, in queste città vi troveremo sicuramente: monumenti all'insipienza e all'incapacità, privi di etica e di sostenibilità.
Il primo esempio è all'ingresso di Savona, lato Albissola:
l'EX CASERMA DELLA GUARDIA COSTIERA.
Inutilizzata dalla data di fine lavori, per mancanza di decisioni sulla futura destinazione d'uso: ci appare come un'accozzaglia di materiali immotivati e inutilmente utilizzati. Poco comprensibile anche nel prospetto,riesce solo ad inquinare visivamente la fisionomia urbana della zona che si affaccia sul mare,mostrando un esempio di inutile disorganicità.
La stessa analisi si può fare su un altro esempio:le"BAITE" DEL PORTICCIOLO DI VARAZZE,concepiti senza un etica progettuale.
Altro esempio: gli enormi CASERMONI, accostati e anonimi nella periferia di Savona, rimasti senza una loro identità, non sono riusciti a "farsi città",per la loro funzione e la scarsa qualità del "costruito".
Se invece cerchiamo "monumenti all'abbandono e al degrado": a Savona troviamo sempre in area adiacente al porto, I VECCHI RUDERI dietro il MERCATO COPERTO, l'EX OSPEDALE SAN PAOLO, e gli EDIFICI INDUSTRIALI DISMESSI sul Letimbro.
Ad Albisola, in zona casello autostradale, "monumenti" della stessa specie sono l'EX FABBRICA DELLA GHIAIA e le INDUSTRIE DISMESSE di Via CASARINO.
Sono tutti lì in attesa di lucrosi progetti e di ottimi profitti per questo o quel gruppo di privati, davanti all'immobilità e all'incapacità di chi dovrebbe governare per farli riassorbire dal tessuto urbano, rigenerandoli, come è accaduto in molte città europee: in luoghi di incontro, punti emergenti, di riferimento e di riqualificazione per le città.
Per quanto riguarda i "monumenti" al dissesto idrogeologico, abbiamo gli AGGLOMERATI costruiti sulle colline di Albissola Marina, di Luceto e di Carpineto ad Albisola Superiore.
Un paesaggio deformato, ormai, da una cementificazione dissennata, che non intende arrestarsi, contaminando l'ambiente e provocando già i primi, non trascurabili, danni al territorio, di cui nessuno dei Comuni sembra aver preso coscienza.
Grandi PROGETTI, alcuni già realizzati, sono ottimi esempi di "monumenti" all'incompatibilità ambientale: il complesso ASTOR, il GRATTACIELO nel porto di VARAZZE, il "TORNADO" di FUXAS e il NUOVO QUARTIERE di GRANA ad Albissola ( in fase di completamento).
Sono tutti simboli di un "modernismo" miope, attraverso i quali viene imposto a migliaia e migliaia di persone una "FULL IMMERSION" nella vergognosa testimonianza di una politica territoriale perversa.
Non ci comunicheranno alcun orgoglio di appartenenza alla città che abitiamo e saranno, invece, la prova di come l'architettura possa essere, a detta di Renzo Piano, un'"arte socialmente pericolosa."
Le città non sono solo luoghi di pratiche di acquisto, ma anche oggetto di "consumo".
Vengono" consumate ", perchè il loro patrimonio di edifici e di monumentio, viene percepito dalla cultura contemporanea, come interessante e significativo da "vedere e fare esperienza".
Il sociologo inglese Urry, parla,infatti, di consumo visuale della città come spazi adatti allo sguardo e all'esplorazione visiva.
La città diventa desiderabile,perchè carica di significati e gli edifici portatori di quei significati, diventando simboli e immagini da decodificare.Mi chiedo, allora, se sia un' UTOPIA sperare di liberarsi dell'INSIPIENZA e chiedere che sia costruita anche qui la nostra MARLENE DIETRICHT PLATZ.!!!ANTONIA BRIUGLIA