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SCAMBIO AREE DEMANIALI
di PAOLO BOSSI

Un giorno, mentre siete in casa con la famiglia, ricevete la visita d’un vecchio amico. Vi racconta delle sue disinvolte esperienze politiche, vi parla d’affari e poi chiede se voi volete acquistare la vostra cantina. I bambini (ingenui!) interrompono i giochi e dicono: “Ma papà, la cantina è già nostra, dicevi di volerla riordinare, per metterci del vino nuovo”. L’ospite insiste: “Se vuoi usare la tua cantina, devi meritartela, dandomi in cambio il tuo garage!” Non andrete dal notaio, ma accompagnerete l’amico in psichiatria, per cure urgenti.

La storiella è incredibile? Vediamo.

In altre realtà, i Comuni hanno ottenuto la gestione delle aree demaniali marittime; a Savona neanche la chiedono. Eppure, le aree ex Italsider sul litorale ad est del Priamar non sono certo strategiche per il Porto: non vi possono attraccare navi e s’erano già ipotizzati usi diversi (arena del mare ...). La stessa Autorità Portuale non sembra alla ricerca di nuovi traffici e/o di spazi (fino ad ora, al contrario, s’é occupata di promuovere speculazioni edilizie nella zona portuale).

Il bel tratto di costa dovrebbe essere reso pubblico e fruibile (per esempio: wind surf, pallanuoto, pesca, libera balneazione, ecc.).

Invece, leggiamo su La Stampa (19/11) che il nostro sindaco darebbe via libera alla (privata) colata di cemento sull’area (pubblica) Madonnetta-Margonara, in cambio del recupero di piccola parte della zona (pubblica) demaniale ex Italsider. Insomma: cediamo il nostro garage per poter utilizzare la nostra cantina! Non solo, ma – con un assurdo sistema di “piastre” a quote diverse, l’accesso al mare resterebbe ancora più precluso ai savonesi. Quindi, per recuperare (male) parte (piccola) di quello che – quali cittadini – ci spetta, regaliamo e lasciamo rovinare un’altra nostra proprietà.

Quanto poi alla “prevalenza di usi pubblici nelle aree ex Italsider” di cui al programma elettorale dei Democratici di Sinistra e del nuovo sindaco, abbiamo appreso che si tratterebbe essenzialmente d’un parcheggio (di proprietà privata) a pagamento da realizzarsi nell’ecomostro-Crescent. Non solo, ma questo parcheggio sarebbe concordato coll’ulteriore prezzo dell’impegno del Comune a non realizzare, od autorizzare, altri parcheggi (nell’area, cruciale, tra Darsena, Aurelia e zona pedonale). E’ compito della pubblica amministrazione (tra l’altro di sinistra) incaricarsi di massimizzare il lucro degli imprenditori “amici”? Davvero un gran servizio alla cittadinanza.

Se questa è la “Città delle idee” della campagna elettorale, è meglio emigrare!

Paolo Bossi