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 Demolizione del promontorio di S. Giorgio

 

Negli ultimi giorni della settimana scorsa sono stati iniziati a ritmo accelerato lavori di demolizione del promontorio roccioso di S.Giorgio, nell’area ex Italsider compresa tra la ferrovia del porto e corso Mazzini,  parte antichissima della città,  interessata con gli approdi circostanti dagli  insediamenti preromani della “Savo oppidum alpinum”.

Il promontorio (sul quale già nel 1100  sorgeva la Chiesa di S.Giorgio, la principale della città dopo la Cattedrale dell’Assunta,  e più tardi fino al 1600 il Castello di San Giorgio)  era stato in parte spianato e poi completamente interrato verso la fine del secolo XVII, per creare gli spalti a nord della fortezza. 

Con il promontorio vennero interrati i resti di molte parti della Savona più antica;  a sud-est, la spiaggia dell’Arsenale; a est ed a nord-est, le fondamenta del borgo del molo, a nord ed a nord-ovest, le fondamenta delle mura e forse di alcune torri del Castello e l’adiacente antichissimo primo molo della città.

Da allora, per circa tre secoli, il promontorio ed i resti circostanti restarono interrati, dapprima a servizio della fortezza, in seguito a servizio dell’industria siderurgica.

Dell’esistenza e dell’importanza di quella parte dell’antica Savona furono invano  avvertiti, nei decenni scorsi, amministratori, tecnici e funzionari.

Con il chiudersi dell’industria, quelle vastissime aree, in origine tutte di proprietà pubblica, potevano ritornare al servizio della Città, per recuperare e valorizzare i resti più antichi e per riutilizzare diversamente le parti prive di quei resti.

Ma nessuno dette ascolto, finchè il cosiddetto Master Plan dell’Architetto Bofil sovrappose senza alcuna esitazione l’enorme palazzone del “Crescent” ai resti ignorati della nostra città sepolta.

Nei mesi scorsi, in  tutta l’ area a tra corso Mazzini e la ferrovia del porto furono iniziati vastissimi lavori di sterro ed il promontorio, assieme alle prime tracce dell’antica città, iniziò ad emergere in tutta evidenza.  Era il momento, dunque, di rendere noti a tutti i savonesi quei ritrovamenti e di riesaminare a fondo tutta l’impostazione di quegli interventi.

Invece, gli scavi proseguirono ed in questi giorni è stata iniziata a tamburo battente la demolizione del promontorio stesso.

In questa situazione, la Consulta Culturale Savonese, formata dalle quattro più antiche Associazioni che difendono i valori culturali, storici ed ambientali della nostra città (la Campanassa, la Società savonese di Storia patria, la sezione sabazia dell’Istituto di Studi liguri e la sezione savonese di Italia Nostra) ha inviato alle Autorità la lettera qui allegata, in data 21 Novembre, e chiede a tutti i mezzi di informazione di portare a conoscenza dei savonesi l’importanza e l’urgenza del problema.

 

per incarico della Consulta Culturale Savonese  Domenico Buscaglia