Interessa sapere se esiste ancora un briciolo di rispetto e sensibilità per l’ambiente o se gli interessi economici e i diritti già acquisiti debbano comunque prevalere su tutto.
Questo è il nocciolo della questione, qui come altrove

Perché sì
 

                                          di Nonna Abelarda          versione stampabile

 Non so se vi è mai capitata, in veste di figli o di genitori, la situazione in cui il pargolo insistentemente chiede le ragioni di una determinata decisione, e l’adulto, dopo aver tentato in tutti i modi di spiegare, alla fine, esasperato, taglia corto: perché sì.

Si fa così perché lo dico io, io sono quello che ha la conoscenza e il potere, tu che sei piccino sta’ zitto e obbedisci.

Ecco, parliamo di politici. Mi pare che molto spesso lungi da considerarsi, non dico nostri “dipendenti”, come propone Beppe Grillo, ma almeno nostri rappresentanti, eletti dal popolo, assumano un atteggiamento simile.

Come dire: io conosco la situazione, io ho i mezzi per giudicare, si tratti di volta in volta di progetti, viabilità, trasporti, leggi e leggine, piani e modifiche, anche cruciali per l’economia, il benessere, il futuro della comunità e del territorio. Io non ho tempo né voglia di spiegarti, ci mancherebbe dovermi anche giustificare, qui si discute e si decide, noi siamo i politici di professione, voi dall’esterno (ma anche voi forze politiche minori della coalizione!)  non fateci perdere tempo. Si fa così e basta discutere invano.

Come se gli interlocutori fossero dei bambini immaturi e fastidiosi che pretendono di sapere cose che non possono capire né giudicare. Cose da lasciare agli “adulti”. Altro che democrazia: qui siamo fermi al feudalesimo.

Abbiamo un bell’irritarci, protestare, cercare argomenti, tanto non si smuovono di un millimetro. Quando si “abbassano” a spiegare, lo fanno con quel tono di pazienza esasperata, e sono subito pronti a ritirare gli ambasciatori e a trincerarsi dietro frasi involute e autoconsistenti di politichese, se appena appena si rischia di sfiorare il nocciolo concreto della questione, con critiche sostenibili e suffragate da dati precisi. Infatti, fateci caso,  è sintomatico, più la questione è cruciale, dibattuta e da dibattere, più ci sono lacune e punti deboli nascosti, ma che possono facilmente venire alla luce, e più l’atteggiamento si ripropone. Per esempio, sulla TAV e su molte grandi opere con tanti lati oscuri ai più (ma molto chiari per certi potentati economici): si assumono atteggiamenti decisi di chiusura, si arriva a fare insinuazioni, se non a incriminare gli oppositori, per delegittimarli. E tanti saluti.

Nel centro sinistra, specie in area diessina, è strategia molto diffusa, ma  anche in altre forze di segno diverso, con toni più o meno presuntuosi o arroganti, in buona o cattiva fede,  il comportamento si ripete.

Ora, questa mancanza di dialogo irrita alquanto il cittadino consapevole, affamato di discorsi concreti. Si fanno avanti allora i grandi comunicatori, apparentemente schietti, immediati. E fanno subito proseliti. Peccato che molto spesso usino luoghi comuni, falsità, pregiudizi che solleticano l’ignoranza, argomenti emotivi, e che si tratti di arruffapopoli, di sobillatori, di venditori di spazzole, di cialtroni in malafede pronti ad approfittare del consenso per manipolare le persone a proprio esclusivo vantaggio. Ne abbiamo molti esempi, purtroppo, e anche illustri e tristemente recenti.

Mi chiedo, e caldamente lo chiedo anche ai  politici più illuminati: per non lasciare il monopolio della discussione a cotali personaggi, non si potrebbe fare uno sforzo di lealtà, di chiarezza verso l’elettorato? Mi rivolgo anche ai mezzi d’informazione: non dico essere brutali e provocatori e non guardare in faccia nessuno, per carità! D’accordo che sarebbe questa la missione del giornalismo, ma in Italia pare che non si usi. Almeno, fare domande precise e ottenere risposte concrete. E’ pretendere troppo?

Invece di sapere sempre esattamente cosa pensa Tizio di Caio e Sempronio, e perché A non si è alleato con B, e perché C è irritato con X che ha fatto un certo discorso,e qual è la “logica politica” delle decisioni…non si potrebbe conoscere COSA esattamente stanno discutendo i vari personaggi? Il merito della questione e le motivazioni concrete di ciascuno.

Mi lancio a fare un paio di esempi a caso. Locali.  Il consiglio regionale, con una delle tante misteriose leggi in deroga alla questione caccia, che rischiano di farci beccare sanzioni economiche dalla comunità europea, consente di sparare a storni e fringuelli. (Nota: una delle belle intese trasversali che piacciono a destra e a sinistra).  L’esponente dei Verdi usa mezzi plateali per protestare, tanto che alla fine, volente o nolente, la sonnacchiosa opinione pubblica si ridesta, il Tar (se non ricordo male) blocca la cosa. Solo temporaneamente, purtroppo: tanto questo tipo di leggi si ripropongono allegramente e senza pudore. 

All’epoca della protesta, il presidente della regione intervenne con disappunto, lamentando il comportamento indecoroso della Morelli e mostrandosi molto infastidito, quasi che la questione fossero i panni sporchi da lavare in consiglio e non in pubblico. A me invece sarebbe piaciuto che anziché biasimare i toni della protesta e basta, avesse piuttosto difeso la sua scelta, spiegando ai cittadini PERCHE’ si sfidavano le leggi europee facendo loro rischiare una multa salata. Esiste, esisteva un motivo, che non fosse la lobby dei cacciatori e le loro intimidazioni abituali? Che so, gli uccelli sono troppi, danneggiano le coltivazioni, sporcano la macchina dei consiglieri, sono infetti…

Niente. Non eravamo ritenuti degni di una tale spiegazione, e il fatto che fossimo autorizzati a pensare le cose peggiori non aveva la minima importanza. NOI non avevamo la minima importanza: ciò che contava, era che la Morelli doveva evitare di dare spettacolo. Mantenere il decoro, ecco.

E veniamo a questi giorni, a Savona, ai famigerati box di via Ottaviano, l’ultima triste novità piovuta dal cielo già bell’ e confezionata. I Verdi, molto attivi in proposito,  sono intervenuti con una serie di pesanti critiche, con appelli in varie direzioni, infine (forse per disperazione?) con accuse precise al sindaco. Apriti cielo: stessa reazione del presidente della regione. Fastidio e offesa. Non ci si rivolge ai giornali. Non si mettono in piazza le divergenze. E se non vi sta bene, quella è la porta.

E sul merito delle questioni sollevate? Riporto da www.ivg.it :

“La verità è esattamente opposta ed è evidente a tutti: noi stiamo svolgendo, nel rispetto delle norme e dei diritti acquisiti, un’azione di guida pubblica forte anche nel caso di processi amministrativi già avviati, ricercando in ogni caso soluzioni che siano di interesse generale per la città”.

A questo punto, come già alcuni lettori di IVG, io mi chiedo: si potrebbe tradurre, per favore? Mi spiace che io sia fra quei pochi ottusi per cui la verità non è così evidente. In soldoni, cosa vuol dire, che gli alberi li tagliano o no? Che i box li costruiscono comunque? Tutti, come previsto? E se sì, perché? Ecco, è questo che interessa a tanti cittadini, non se il sindaco vada d’accordo con i Verdi (o, più di recente, con Margherita e comunisti). Ma il perché, i motivi precisi del disaccordo e le rispettive posizioni.

 Interessa sapere se esiste ancora un briciolo di rispetto e sensibilità per l’ambiente o se gli interessi economici e i diritti già acquisiti debbano comunque prevalere su tutto. Questo è il nocciolo della questione, qui come altrove. E un po’ di concretezza e chiarezza farebbe un gran bene, per allontanare tutti quei dubbi che continuano a frullarci in mente senza che alcuno si preoccupi di smentirli.

Nonna Abelarda