Su temi che avrebbero meritato e (a maggior ragione) meritano grande attenzione

Una sceneggiata
di terz' ordine

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Tempesta in un bicchier d'acqua, lite da cortile, rivolta di peones, il ruggito del coniglio e anche una citazione letteraria "polli di Renzo". La contestazione di una pattuglia di consiglieri di maggioranza nei confronti del sindaco Berruti si è risolta come si poteva facilmente prevedere: segreterie dei partiti, Ds e Margherita in testa, schierate a testuggine, assessori trasformati in bodyguard del blindatissimo sindaco, consiglieri riottosi bacchettati sulle manine e mandati dietro la lavagna. Una sceneggiata di terz'ordine su temi che avrebbero meritato e (a maggior ragione) meritano grande attenzione. E' il Puc ma soprattutto quello che (non) contiene a tenere banco, ma soprattutto il rischio, sempre più incombente, di varianti ad uso e consumo di voraci imprenditori dell'edilizia. Ma anche, come afferma Livio Giraudo, leader dei rivoltosi, l'emergere di una sindrome di emarginazione, come evidenzia la richiesta di "ridare significato e valore al consiglio comunale".  
La vicenda, sulla quale le segreterie hanno cercato di alzare cortine fumogene, ha comunque messo in luce un certo malessere tra gli scranni della maggioranza, ma è soprattutto servita per mettere in luce un lato del sindaco Berruti fin qui rimasto nella penombra: la grinta. Con quella faccia da giovanotto della porta accanto, da signorino tanto a modino, Berruti ai primi contrasti ha subito mostrato i muscoli, ha abbassato per un istante la maschera e ha esibito la faccia feroce. Certo il duo Lunardon-Minetti, il gatto e la volpe della situazione, hanno fatto quadrato. Ma il loro è stato il classico andare in soccorso del vincitore. Berruti sin dal giorno dell'elezione si è sdoganato dai partiti, ha fiutato l'aria, ha preso qualche spruzzo in faccia, poi ha scelto gli alleati. Ha capito che sui temi urbanistici con la coppia Ruggeri-Zunino non si scherza, che Canavese è uno che porta a casa finanziamenti e accordi pesanti (piattaforma di Vado, polo carbonifero, Miramare, aree sotto il Priamar) oltre ad avere sponde giuste. Come dirgli "no" quando gli ha proposto di incontrare Massimiliano Fuksas, l'architetto della Torre di cristallo. Un incontro ad alto rischio. Ma, furbescamente, il "signorino" di Palazzo Sisto IV si è messo al coperto con un'affermazione di principio: "No a interventi di mero incremento immobiliare-residenziale". Ma ha lasciato aperto un portone a soluzioni "necessarie per lo sviluppo economico" della città. 
C'è da giurare che il porto turistico della Margonara si farà e avrà la sua Torre alta 120 metri. Un'operazione indolore. Un'agopuntura, per dirla alla Fuksas. Purché non diventi una grossa supposta.

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