«COMINCIO A CREDERE che non è di una sede universitaria che
ha bisogno la nostra provincia». E' la prima volta da quando
esiste il campus di Legino, che un politico autorevole ne
mette in discussione l'utilità. La sortita del presidente
della Provincia, Marco Bertolotto, è destinata a far rumore.
Mira dritto al cuore di una realtà di cui Savona va fiera,
forse dell'ultimo grande progetto che la città ha saputo
realizzare a costo di grandi sacrifici. Ma non è un
sacrilegio, anzi può essere utile, invitare la collettività
a riflettere sul domani del campus, se è il caso anche
pensando a soluzioni estreme.
«Siamo così sicuri che avere un'università a Savona
costituisca un vantaggio per la nostra provincia?» si chiede
Bertolotto. E ancora: «Ha senso esportare nelle nostre
periferie un sistema in crisi come quello degli atenei
italiani? Non è meglio, per accrescere le capacità relazioni
ed autocritiche dei nostri giovani, invogliarli a scegliere
università distanti dal nido familiare?».
Il ragionamento del presidente prende le mosse dai risultati
di un'indagine condotta dalla Camera di Commercio e ripresa
dal Secolo XIX, secondo la quale le imprese savonesi non
offrono opportunità si lavoro ai nostri laureati costretti,
così, ad emigrare. Una "fuga di cervelli" che Savona rischia
di pagare a caro prezzo.
«Sono d'accordo con chi afferma che è senza futuro un
territorio senza laureati - afferma Bertolotto -; ma
aggiungo che i laureati savonesi ci sono, anche se spesso
lavorano distante dalla città di residenza». Ed è questo,
secondo il presidente, il dato importante, a prescindere dal
fatto che siano costretti a fare le valigie per trovare un
lavoro. Anzi, a suo avviso, togliere le tende da Savona è
un'esperienza che arricchisce i neo laureati.
Da questa considerazione a quella sul futuro del campus di
Legino, il passo è breve. «Ne discutiamo spesso con il
sindaco Berruti e con il presidente della Spes, Schiesaro, e
non nascondo che dei tre io sono il più scettico. Il nostro
campus è un piccolo gioiello dal punto di vista
architettonico - prosegue Bertolotto -: è moderno e
funzionale. Ma temo che ad oggi non abbia ancora trovato una
sua dimensione. E francamente non abbiamo ancora ascoltato
una proposta di alto profilo, per cui valga la pena di
investire risorse umane e finanziarie, che sappia dare al
nostro territorio quel valore aggiunto di cui tutti sentiamo
la necessità». E allora, è il ragionamento di Bertolotto,
meglio ammettere a se stessi che l'esperienza è da
riconsiderare, prima di investirvi nuove risorse.
Luciano Pasquale, direttore dell'Unione Industriali è ,con
il compianto sindaco Armando Magliotto, uno dei padri
fondatori dell'università di Savona. Era il 1991 quando
proprio nello studio di Pasquale, in via Gramsci, venne
scritto lo statuto della Spes, la società di gestione del
campus di Legino. Il direttore è sorpreso dalle parole di
Bertolotto. «Se il presidente intende dire che l'università
di Savona ha bisogno di una correzione di rotta, di un
progetto di rilancio - osserva Pasquale - siamo tutti
d'accordo. Se al contrario ritene che sia un'esperienza
superata, non so che dire. Non si è mai discusso
dell'eventualità di chiudere il campus».
Pasquale ammette però«che se l'università vuole avere un
rapporto con il territorio deve operare in settori in
qualche modo collegati alla massa critica dell'economia
locale. Mi spiego: un laureato in scienze delle
comunicazioni difficilmente potrà trovare lavoro nella
nostra realtà di piccole e medie imprese. Al nostro sistema
che punta oggi sulla logistica legata al porto e, per quanto
riguarda l'industria, all'energia - conclude il direttore
degli Industriali - servono lauree in ingegneria, chimica,
economia e commercio».
E a proposito di laureati, la Provincia ha recentemente
condotto un'indagine sulla loro presenze nelle maggiori
aziende del territorio. In termini percentuali la più alta
concentrazione (circa il 30 per cento) è alla Bombardier e
all'Infineum. Presenze molto più modeste alla Tirreno Power,
alla Piaggio e alla Saint Gobain. Alla Ap Locked di Cairo
sono appena 18 su 429 dipendenti.
BRUNO LUGARO
Berruti: «Nel 2008 al campus contratti per
ricercatori» |
il
progetto |
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A PARTIRE dal 2008 la Fondazione De Mari
potrebbe finanziare contratti per
ricercatori al campus di Legino. Sarebbe
un passo decisivo verso il rilancio
dell'università e nella prospettiva di
un suo reale collegamento con la realtà
economica savonese. Il sindaco Federico
Berruti vede l'obiettivo a portata di
mano. «Insieme alla Spes - rivela -
abbiamo sottoposto alla Fondazione un
progetto di finanziamento per la
ricerca, ottenendo riscontri positivi.
Il discorso andrà ora approfondito, ma
sono ottimista».
Il sindaco commenta, poi, le
dichirazioni di Bertolotto sul futuro
dell'università. «Voglio interpretarle
come uno stimolo a far crescere il
campus di Legino piuttosto che a
rinunciarvi - dice -. E continuo a
considerare la Provincia un alleato nel
progetto di rilancio dell'università».
Alleati che il sindaco sostiene di aver
già trovato nel presidente della
Regione, nel rettore dell'Università di
Genova e, come detto, nella Fondazione
De Mari.
«Con Burlando - spiega Berruti - ho
fatto di recente una ricognizione sui
temi strategici per la nostra città ed
ho avuto conferma che la Regione è
pronta ad investire nel campus di Legino.
Lo stesso rettore, oltre ad esprimere un
giudizio positivo sul lavoro che si sta
facendo, ha manifestato la volontà di
collocare a Savona corsi che abbiano una
loro unicità. Insomma, si va verso un
decentramento universitario sempre più
d'eccellenza. Credo sia la strategia
vincente».
Sulla fuga di cervelli, il sindaco
condivide in parte le opinioni di
Bertolotto. «E' vero che per i nostri
giovani laureati sono utili le
esperienze lontano da casa; ma dobbiamo
creare i presupposti per cui, alcuni di
loro, maturate esperienze altrove,
tornino poi a Savona per arricchirla
culturalmente. I flussi migratori dei
neo laureati non sono di per sé da
demonizzare - prosegue Berruti - purché
non avvengano a senso unico e cioè solo
in uscita da Savona. Col tempo la nostra
università deve diventare polo
d'attrazione per studenti forestieri. E'
questo l'obiettivo che Spes ed enti
locali devono porsi».
B. L.
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14/11/2006