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Cairo. I soldi pubblici, 20 milioni di euro, sono pronti
per "foraggiare" Ferrania, prima però le istituzioni
vorrebbero vedere nero su bianco i progetti da
finanziare. Dall'altra parte l'azienda contesta la
mancata consegna dello stanziamento concordato
nell'accordo di programma per avviare successivamente la
fase di sviluppo. Uno stallo foriero di un nuovo periodo
di cassaintegrazione dietro l'angolo, per 40/60
dipendenti, annunciata ai sindacati dall'Unione
Industriali, con la prevista chiusura di un reparto ("le
stese" del medicale radioanalogico) a febbraio, per far
fronte al calo del mercato.
Una situazione che questa mattina verrà affrontata al
vertice convocato a Ferrania tra le segreterie di
categoria di Cgil, Cisl e Uil, e le Rsu in stato di
agitazione. Pronto lo sciopero, scelta che verrà
delegata all'assemblea di fabbrica.
È lo scenario emerso ieri mattina nel corso del vertice
in Regione, a Genova, con l'assessore allo sviluppo
economico Renzo Guccinelli e gli enti locali cairesi,
guidati dall'assessore all'ambiente di Cairo, Giancarlo
Battaglino. Un incontro chiesto dai sindacati, dalle
segreterie dei chimici di Filcem/Cgil, Femca/Cisl e
Uilcem, che sono state relazionate da Guccinelli sui
recenti incontri tra i soci e proprietà Ferrania e il
ministro Pierluigi Bersani. «Ci sono i soldi, 20 milioni
di euro, depositati al Cipe dal marzo scorso, ma non i
progetti da attivare, da parte dell'azienda, come
l'auspicato consorzio di imprese per esempio» denuncia
Pino Congiu. «Invece la proprietà denuncia le
istituzioni agli organi che devono vigilare sull'accordo
di programma, per inadempimenti sugli stanziamenti, una
sorta di gioco delle parti» prosegue il sindacalista.
«Stiamo vivendo una situazione di stallo conflittuale,
con la richiesta da parte dell'azienda di un'ulteriore
periodo di cassaintegrazione» spiega Fulvio Berruti,
segretario della Filcem/Cgil.
09/11/2006
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