Tre miliardi per puntare al pareggio  La Repubblica
Da Roma i fondi per il 2007. Burlando: "Ma ora chi sgarra paga"
la sanità
Scambio di crediti con l´Emilia per evitare di alzare ancora le tasse
Montaldo: "Ora potremo attuare il programma per i prossimi tre anni"
 
AVA ZUNINO

Quasi tre miliardi di euro, 2.862 virgola cinque, che sommati ai 100 milioni derivanti dalla manovra regionale varata un anno fa (benzina, bollo auto, Irpef e Irap solo per le assicurazioni), quasi equivalgono alla spesa della sanità in Liguria: ed è la cifra che la Regione ha ottenuto nel riparto del fondo sanitario nazionale per il 2007. «Ora il piano è triennale e adesso, governando il sistema della sanità, possiamo affrontare già il 2007 con l´obiettivo del pareggio, consentendoci di attuare una fortissima azione di responsabilizzazione dei direttori generali: dal 2007 chi non sta dentro alle spese se ne va», ha detto ieri pomeriggio il presidente della Regione Claudio Burlando, insieme all´assessore alle risorse finanziarie, G.B. Pittaluga, e all´assessore alla sanità Claudio Montaldo, rientrati da Roma dove si è svolta la riunione per la suddivisione dei fondi nazionali della sanità. «Un buon risultato - ha detto Montaldo - che ci mette in condizioni di attuare il programma che durerà tutta la legislatura, riducendo e trasformando costi, liberando risorse per i servizi che sono carenti». Questo significa innanzitutto una cosa: «non ci sono più alibi», dice Burlando che annuncia una leggina o un emendamento alle proposte di legge sulla sanità, sui direttori generali. «Chi non è in grado di gestire la sanità non può restare dove è: lo diremo ai direttori generali», dice il presidente. Poi spiega che le risorse per il 2007 e per i due anni successivi stabilizzano le entrate su un livello corrispondente alla spesa, e che dunque: «col 2007 può scattare un´azione fortissima di responsabilizzazione dei direttori generali: finché la sanità era "fuori" di 300 milioni era un conto, ma ora se si governa bene si è in pareggio. Noi il nostro lo abbiamo fatto, ci aspettiamo dal sistema che liberi risorse per altro. E´ evidente che se una famiglia guadagna 500 mila vecchie lire al mese e fa debiti non la si può biasimare, ma se ne guadagna il doppio e il triplo qualcosa non va». A fornire i numeri dell´accordo romano è stato Pittaluga. Il governo ha approvato il piano di rientro del deficit della sanità del 2005, in cui era prevista la vendita del patrimonio immobiliare (Arte e Filse hanno scelto Mediobanca come advisor che anticiperà i quattrini in attesa delle vendite vere e proprie). Il 2006 va quasi in pareggio grazie ad uno scambio con la Regione Emilia: ha rinunciato a 119 milioni di finanziamento del 2006 per darlo alla Liguria, che ha rinunciato ad identica cifra a copertura del disavanzo 2004 per darla all´Emilia. «La mancata copertura del 2006 farebbe scattare le aliquote massime delle imposte, mentre per il 2004 il disavanzo di 170 milioni di euro si può coprire tra i dieci ed i 30 anni». Pittaluga spiega che la ripartizione del fondo nazionale della sanità non ha tenuto conto del peso degli anziani: «c´era una contrapposizione con le regioni meridionali che volevano far pesare un indice di deprivazione per le popolazioni a minor reddito. E´ passato il criterio che nessuno avrebbe preso meno del 3,20 del fondo». La Liguria ha avuto una quota del 3, 88.