IN PRIMO PIANO  La Repubblica
Il pm Pinto ha chiesto una superconsulenza sulle carte sotto sequestro per le indagini su abuso d´ufficio
Arenzano, l´ora dei veleni
 
L´inchiesta nata da un esposto presentato dall´opposizione
Ora toccherà al commissario prefettizio gestire la transizione
Uno degli ex consiglieri di Arenzano Insieme: "Speriamo che sia la svolta"
 
MARCO PREVE

Nasce da un esposto presentato da alcuni consiglieri di opposizione l´inchiesta della procura di Genova e dei carabinieri che, procedendo per il reato di abuso di ufficio, indagano su una decina di membri della maggioranza, assessori e consiglieri, del Comune di Arenzano. Oggetto dell´indagine del pm Francesco Pinto è una variante dall´iter contrastato, che risale al 2003 quando la città era governata dalla prima giunta Gambino. Ma la maggior parte degli amministratori oggetto degli accertamenti, ha fatto parte anche della seconda giunta Gambino, insediatasi nel 2004 e appena decaduta in seguito a una crisi politica che ha visto undici consiglieri, cinque dei quali di maggioranza, presentare le proprie dimissioni.
Al centro dell´inchiesta della magistratura c´è una variante al piano regolatore comunale che era già stata bocciata dal Tar nel 2004. Il presunto reato riguarda il conflitto di interessi da parte di alcuni consiglieri e assessori rispetto ad una pratica in votazione.
La variante redatta dalla giunta di allora prevedeva tutta una serie di interventi, tra i quali la trasformazione di aree agricole in edificabili. Nel ricorso al Tar presentato dalla minoranza si sottolineavano le situazioni di otto, tra assessori e consiglieri, che direttamente o indirettamente, per via di legami famigliari, avevano interessi legati ai terreni oggetto della revisione del piano regolatore.
I giudici amministrativi avevano bocciato la variante (la giunta aveva fatto ricorso al consiglio di stato) rilevando tra le altre cose l´esistenza del conflitto di interessi e riservandosi di trasmettere la pratica alla magistratura ordinaria.
Alcuni consiglieri però avevano giocato d´anticipo ed erano andati di persona in procura facendo di fatto partire l´indagine penale. Il pm Pinto, oltre ad aver fatto sequestrare ai carabinieri gli incartamenti riguardanti la variante e le pratiche "conflittuali", ha incaricato un ingegnere, docente universitario di urbanistica, di analizzare tutta la documentazione. Le sue conclusioni sono attese entro fine mese, dopodiché il pm valuterà le singole posizioni notificando eventualmente atti e convocazioni.
Filippo Lo Nigro è uno degli ex consiglieri di Arenzano Insieme, la colazione che avevano presentato ricorso al Tar: «Non intendo commentare il lavoro della procura. Penso però che ci voglia una bella faccia tosta a dire che i cementificatori di Arenzano siamo noi, quando si sa che c´è un´indagine della magistratura e che una delle ultime decisioni della giunta appena caduta è stata quella di ricorrere al Tar contro la Provincia che aveva bloccato alcune costruzioni abusive in Pineta. Possiamo solo augurarci tutti che da questa tempesta venga fuori una Arenzano un po´ migliore».
Subito dopo le dimissioni dei consiglieri che avevano fatto cadere la giunta, il sindaco Luigi Gambino aveva sparato a zero contro l´opposizione e i cinque "traditori" affermando che aveva«vinto il partito del mattone». Il riferimento riguardava una variante, che avrebbe dovuto essere votata oggi e che nelle intenzioni di Gambino e dei suoi fedelissimi sarebbe servita a contenere lo sviluppo immobiliare in Pineta.
In realtà, però, tutta Arenzano in queste ore discute della questione urbanistica. L´indagine in corso, rivelata da Repubblica, e la concomitante crisi politica, rappresentano gli aspetti più eclatanti di un´ondata cementifera che vede concentrarsi sulla cittadina una grande quantità di volumetrie, alberghiere e residenziali, in parte già realizzate, in parte ancora alla fase autorizzativa o progettuale. Argomenti dei quali potrebbe doversi occupare presto il viceprefetto Pasquale Gioffrè, nominato dal prefetto a commissario del Comune di Arenzano.
La storia di un piano regolatore contestato sin dall´epoca della giunta Biasotti
 
Galeotta fu la variante urbanistica Quattro anni di scontro con la Regione
la modifica Oggi il consiglio avrebbe dovuto votare una variante per abbattere i volumi
la battaglia L´amministrazione aveva fatto ricorso al Tar contro i "tagli" operati agli indici di edificabilità
 
AVA ZUNINO

Se non fosse caduta la giunta, con l´immancabile contorno di polemiche, volantini e commissariamento dell´amministrazione, oggi il consiglio comunale di Arenzano avrebbe dovuto pronunciarsi sulla variante urbanistica per i due quartieri della Pineta e di Cantarena. La delibera che si doveva votare avrebbe diminuito le possibilità di edificare, derivanti da un atto approvato dalla giunta dello stesso sindaco Luigi Gambino nel suo primo mandato, pochi anni fa. E´ un giro complesso, ma che si può ricostruire con alcuni punti fermi. Quattro anni fa il Comune di Arenzano approva un nuovo piano regolatore, in cui apre la strada a nuove edificazioni; si stabilisce cioè che nella cittadina del ponente genovese sarà possibile costruire nuovi edifici, in particolare appartamenti. Poi, come prevede la legge, il Comune prende il nuovo piano regolatore e lo manda in Regione, dove in quel momento governa il centrodestra di Sandro Biasotti (nella foto l´allora assessore Franco Orsi). La giunta regionale non entra neppure nel merito di quel piano: gli uffici verificano che, a loro parere, prevede un eccesso di volumetrie per la residenza. Osservano: non va bene, supera i parametri, prevede nuove costruzioni senza una giustificazione. E tagliano gli indici di edificabilità previsti. Il Comune di Arenzano non si arrende e decide di fare ricorso al Tar contro questa decisione della Regione che riduce la possibilità di nuove costruzioni. Il ricorso è un atto non usuale da parte di una civica amministrazione. La Regione (che da quel momento in avanti, si apprende, non vedrà più neppure un atto urbanistico del Comune di Arenzano, perché la scelta sarà poi di non toccare il piano regolatore "tagliato") prevede ridimensionamenti in particolare sulla Pineta, il quartiere più "chic" e dunque più costoso, sulla collina a mare tra Arenzano e Cogoleto, ma anche in Cantarena, altra collina sul versante a monte e più spostata a ponente. Ad Arenzano si comincia a pensare ad una variante urbanistica, che è uno strumento più snello del piano regolatore tutto intero, dal momento che il tempo passa e sembra diventare chiaro che il Tar non avrebbe riammesso tutti i volumi previsti nella stesura originale del piano regolatore "tagliato" d´ufficio dalla Regione. Regione che per la Pineta in particolare, dimezza gli indici previsti dal Comune, portandoli da 0,5 a 0,3 cosicché, secondo una stima tecnica, le nuove costruzioni avrebbero potuto avere una consistenza massima (e totale) di 3 mila metri cubi. La variante per aumentare i volumi poi non viene adottata, ma i volumi crescono lo stesso. Succede infatti che la previsione della Regione rimane sulla carta perché nella realtà una serie di calcoli sui locali interrati e sulle cosiddette pertinenze (cantine, vani dove ospitare i servizi come le caldaie), insieme al fatto che vengono presentati singoli interventi e non un unico progetto che sarebbe più facile da pesare tutto in una volta come calcolo delle volumetrie, fa lievitare i metri cubi. In Pineta ci si trova di fronte a progetti di edificabilità per il triplo, metro più metro meno, della previsione fatta dagli uffici regionali quando hanno tagliato il piano regolatore comunale: da 3 mila metri cubi, sono diventati tra gli 8 ed i 9 mila. Ed è a questo punto che si innesterebbe la variante che oggi il consiglio comunale avrebbe dovuto votare per impedire la realizzazione di tutti quegli 8-9 mila metri cubi, e scendere se non proprio ai 3 mila iniziali, molto vicino a quella quota. Vero è che in questo lasso di tempo alcuni progetti sono già perfezionati e che districarsi in quanto è accaduto nell´edilizia ad Arenzano non è facile: è un cammino costellato di autorizzazioni, annullamenti (tre villette in Pineta, a punta San Martino, da parte della Provincia) e soprattutto di esposti, ricorsi e denunce firmati da singoli cittadini e comitati. L´ultimo, in ordine di tempo, è un ricorso al Tar per l´insediamento residenziale Rio Tonino in Pineta, nell´area verso ponente, affacciato da un lato sul mare e dall´altro sul Lerone: un gruppo di cittadini contesta le volumetrie e il mancato rispetto di norme paesistiche ed ambientali. Il ricorso al Tar è partito meno di un mese fa, subito dopo che la Provincia aveva annullato la concessione edilizia che il Comune di Arenzano aveva rilasciato nel 2004 per le tre villette di punta San Martino.