EMERGENZA AMBIENTE  La Repubblica
 
Arenzano, scandalo dopo la crisi dieci indagati per abuso d´ufficio
 
Via libera alle costruzioni, nel mirino assessori e consiglieri
Le indagini si concentrano sulla zona confinante con la Pineta e la collina sul mare
Sospetti sui terreni resi edificabili, riconducibili alle famiglie dei politici
la legge Se un amministratore ha un interesse personale in una pratica deve astenersi
il sindaco Qui ha vinto il partito del mattone, ero contrario a una nuova variante
 
MARCO PREVE

Non è solo la vita politica, dell´amministrazione di Arenzano, ad essere stata scombussolata dal mattone. Adesso c´è anche un´inchiesta giudiziaria a complicare un quadro già piuttosto intricato. Dieci, tra assessori e consiglieri della maggioranza appena decaduta, sono infatti iscritti al registro degli indagati con l´accusa di abuso di ufficio.
L´indagine del sostituto procuratore Francesco Pinto, che si è avvalso per gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Arenzano e di un ingegnere di Milano, mira a far luce su una serie di varianti sospette.
Quelle che avrebbero trasformato alcuni terreni da agricoli in edificabili. Fin qui nulla di troppo strano, in una Liguria in cui le deroghe ai piani paesistici sono prassi assai diffusa, come denunciano sistematicamente istituzioni e associazioni come la Soprintendenza e Italia Nostra. Il problema nasce nel momento in cui questi terreni sarebbero, direttamente o indirettamente - famigliari più o meno stretti - , riconducibili agli amministratori indagati.
La legge stabilisce che se un amministratore ha un interesse personale in una pratica in fase di approvazione si deve astenere dal partecipare alle votazioni. Comportamento che, invece, non sarebbe stato tenuto dai dieci indagati.
I terreni oggetto dell´indagine sono situati in diverse zone di Arenzano, ma perlopiù in quelle confinanti con la Pineta e sulla collina, soprastante l´autostrada, rivolta verso il mare. Il pm Pinto dopo aver raccolto la notizia di reato che aveva fatto scattare l´indagine alcuni mesi orsono, ha fatto sequestrate ai carabinieri atti e documenti negli uffici dell´urbanistica e della segreteria. Il materiale è stato poi affidato ad un docente universitario di ingegneria al quale è stato chiesto di rispondere ad una serie di quesiti riguardanti il valore di ogni singolo terreno e la procedura seguita per effettuare il cambio di destinazione d´uso. Gli avvocati degli indagati dal canto loro si stanno già muovendo per dimostrare la buona fede dei loro assistiti e la regolarità degli iter amministrativi.
Certo è che le questioni edilizie stanno profondamente segnando la vita pubblica di Arenzano. La crisi dell´amministrazione è provocata dalle dimissioni di undici consiglieri. Sei appartenenti alla minoranza (tutto il gruppo Arenzano Insieme, composto da una parte della Margherita, da Arenzano Democratica, e dall´indipendente Maurizio Damonte) e cinque di maggioranza (due Sdi, due Udeur e un Ds). Se chi se ne è andato sostiene di averlo fatto per la gestione non democratica del sindaco Luigi Gambino, quest´ultimo ha replicato duramente che: «Ha vinto il partito del mattone». Spiegando poi che la crisi arriva alla vigilia di una riunione del consiglio, riguardante una variante del piano regolatore, a cui lui era contrario, per nuovi insediamenti residenziali in Pineta e in località Cantarena.
 
IL CEMENTO
 
Colossale colata di un milione di metri cubi da Arenzano a Cogoleto: affari per un miliardo di euro
 
Cantieri e progetti pronti per diecimila inquilini
Tra cantieri appena aperti o in fase di conclusione, e progetti in fase di approvazione, appena presentati o ancora allo studio, tra Arenzano e Cogoleto potrebbe abbattersi una colata di cemento stimata in circa un milione di metri cubi. Che vuol dire 300 mila metri quadrati, che con una media di appartamenti da 90 metri quadri, vuol dire 3mila e rotti alloggi, che ancora sta a significare 10 mila inquilini e che soprattutto vogliono dire, considerando un prezzo medio di 4mila euro al metro quadro, un affare da un miliardo e 200 milioni di euro.
Un vortice di soldi e mattoni da incanalare verso due obiettivi. Migliorare l´offerta ricettiva per i milanesi in fuga sulla riviera, offrendo alberghi e seconde case, ma trasformarsi anche in propaggine residenziale per i genovesi del ponente stanchi del caos cittadino (ma con i prezzi come la mettiamo?).
Ad Arenzano sono quattro le operazioni principali. La prima riguarda un albergo da realizzare in località Ferriera nelle vicinanze della nuova Coop. Il progetto prende forma quando i capannoni di proprietà dell´impresa Mario Valle grazie ad una variante diventano spazi commerciali e vengono acquistati dalla Coop. Proprio lì a fianco, c´è un´area per servizi - stoccaggio merci - per la quale la Mario Valle ha presentato richiesta di licenza per un grande albergo con annesso residence. Sempre la Valle ha fatto domanda per la riconversione delle Opere Parrocchiali, il grande complesso situato dietro la vecchia stazione, in pieno centro. L´idea è quella di spostare le scuole e ricavare alloggi dall´immobile.
Un´altra operazione in fase di realizzazione è quella riguardante i terreni confinanti con lo svincolo autostradale, sotto l´ospedale, un tempo di proprietà della Gepco del marchese Cattaneo Adorno. Da discarica per inerti, attraverso una variante, è partito il cantiere per la realizzazione di edifici residenziali da parte della Lega Coop. Sempre restando all´autostrada, nella collina situata di fronte all´uscita dell´A10, sopra il concessionario di auto di lusso, dove si trova la zona sportiva della Pineta, la famiglia Cattaneo Adorno ha chiesto il cambio di destinazione per costruire case e un hotel.
Infine, sarebbero allo studio progetti riguardanti attività produttive legate ad alcuni capannoni ed aree della Val Lerone al confine con il comune di Cogoleto.
Un´iperattività sul fronte progettuale, che era ben chiara anche alla giunta Gambino. Al punto che l´ormai ex assessore all´urbanistica Cinzia Damonte ieri, a proposito della crisi aperta dagli undici consiglieri, sosteneva che si è trattato di una «manovra per bloccare una variante» che avrebbe limitato gli interventi immobiliari e che «voleva tutelare l´ambiente».
In città, comunque, già da tempo il tema urbanistico è oggetto di discussione. Angelo Guarnieri, psichiatra, tra i fondatori dell´associazione "Solidarietà e Democrazia" spiega che «noi ci eravamo opposti a questa maggioranza che imbarcava rappresentanti di ambienti lontani dagli ideali della sinistra. Si è voluto vincere facile dimenticando gli impegni per la conservazione del paesaggio. E quando qualcuno ha presentato il conto il risultato è stato lo sfascio». (m.p.)

Una folla di imprenditori e affaristi

 
LA NUOVA FRONTIERA
 
Dopo l´industria scoppia la febbre del cemento

Per lasciarsi alle spalle un passato industriale scomodo (vedi Stoppani con gli strascichi ambientali e giudiziari) e riciclare migliaia di metri quadri, anche a Cogoleto è stata imboccata la strada del mattone. Idee innovative come quella del presidente della Camera di Commercio Paolo Odone, che alcuni anni fa aveva lanciato l´idea di un Parco della Virtualità a Pratozanino, sono cadute nel dimenticatoio e non sembrano aver fornito nessun tipo di ispirazione.
Ecco quali sono invece i grandi progetti in ballo. Si parte da Stoppani dove i proprietari, tra eredi e nuovi possibili soci come la Ecoge dei fratelli Mamone, oltreché pensare al recupero delle aree inquinate, stanno mettendo a punto una richiesta al Comune per realizzare 200mila metri cubi di volumi residenziali.
Altra futura opportunità è rappresentata dagli spazi della ex Tubighisa. Prima della dismissione, il costruttore Pietro Pesce aveva acquistato il 30% delle aree e sembra scontata una richiesta per un cambio di destinazione d´uso in senso residenziale.
Lo stesso Pesce (costruttore con qualche guaio giudiziario pendente per presunti abusi edilizi e questioni fiscali) ha portato a termine un intervento in località Donegaro, centomila metri quadri di residenziale e commerciale, con locali venduti alla Coop. E sempre di Pesce è l´area ex demaniale dove sorgeva l´enorme rotonda, ecomostro poi abbattuto e - dopo condoni e privatizzazioni - al posto del quale dovrebbe sorgere, se il progetto sarà approvato, un albergo con beauty farm. Stessi volumi, dice la legge, ma aspetto diverso, un po´ come il rospo che si trasforma in principe.
Ma Cogoleto è soprattutto il golf, polo di attrazione per turisti e residenti di fascia alta. Un lotto da 25 appartamenti in villette realizzato dalla Mario Valle sarebbe stato acquistato dall´immobiliarista Ernesto Cavallini, imprenditore che ha spesso trattato affari con società del gruppo Carige.
E che Cogoleto sia diventata terreno di caccia per immobiliaristi lo dimostra anche lo sbarco, precedente il suo arresto di alcuni mesi fa, di Giuseppe Bianchi, ex presidente della Camera di Commercio di Imperia ma soprattutto alla guida di una delle più grandi imprese di costruzioni della Liguria. Bianchi aveva acquistato dodici villini in costruzione sulla collina di Cogoleto. Lo aveva fatto poco tempo prima che un´inchiesta della procura di Sanremo lo facesse finire in manette. Le accuse? Questioni di tangenti, e di mattoni.
(m. p.)