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ITALIANI PAZZA GENTE? 

Prodi ha definito gli Italiani pazza gente, perché non guarda al futuro e si arrocca nella difesa egoistica della propria categoria.

A Prodi rispondo che la prima categoria che si arrocca nella difesa dei propri, cospicui privilegi, è proprio la sua: quella della classe politica, nonché dei manager di Stato, che incassano emolumenti e liquidazioni che sono un insulto per tutti gli Italiani senza che suia loro richiesta alcuna responsabilità, in quanto, se sbagliano, e sbagliano pressoché sempre, non devono risponderne a nessuno se non alla propria coscienza, notoriamente molto indulgente.

Ma passiamo alle categorie; e, per non generalizzare troppo, occupiamoci di una di quelle additate dal governo come campioni di evasione fiscale: gli “autonomi”. Lasciamo da parte le classi al top della categoria: ossia i professionisti, dai medici ai notai, dagli avvocati agli ingegneri, per considerare i livelli più bassi. Quali? Innanzitutto il popolo delle partite Iva che una massa crescente di giovani deve aprire per uscire dal precariato dei contratti a termine ed entrare nel precariato autonomo. Queste “ditte” hanno fatturati risibili e nella maggior parte dei casi sono i genitori, i “vecchi”, che devono integrare le magre entrate, con un travaso di risorse in senso inverso a quello tradizionale, dai padri ai figli. Ciononostante, ai figli, insomma a queste partite Iva, in quanto appartenenti alla classe dei perseguitati “autonomi”, la Finanziaria ha ridotto le detrazioni ai minimi assoluti, mentre ha alzato la già dissanguante quota minima di versamenti INPS obbligatori.

Dopo questa sventurata classe di giovani alla disperata quanto infruttuosa ricerca di un impiego a tempo indeterminato, che il mercato offre con crescente avarizia a causa degli esuberanti contributi e imposte che una tale assunzione comporta per il datore di lavoro, si profila il variegato insieme dei piccoli commercianti, anch’essi additati come evasori e quindi minacciati di pene bibliche se oseranno sgarrare anche di pochi centesimi, ad es. con la mancata emissione di uno scontrino. Su tutti costoro grava la rete degli “Studi di Settore”, che a quanto pare se ne infischia di una concorrenza tra poveri per la mera sopravvivenza: concorrenza che il DS Bersani punta ad ulteriormente esacerbare consentendo ai negozi di moltiplicarsi secondo le più sfrenate regole liberiste (se i vecchi del PCI si rigireranno nella tomba, non trapela tuttavia il minimo sussulto da parte di uno di loro, tuttora vivo e vegeto e diventato addirittura Capo dello Stato). Vogliamo scendere un po’ tra le file di questi “evasori”? Prendiamo la categoria forse più diffusa in Italia: quella dei bar/tavole calde e fredde. Apertura verso le 7 del mattino, nessun intervallo a pranzo e cena, chiusura spesso verso mezzanotte, attività spesso anche la domenica. In caso di malattia del titolare, nessuna indennità e, se il personale è ridotto all’osso per risparmiare, capita anche di dover chiudere e perdere ogni incasso. Se si osa chiudere per ferie, è chiaro che l’incasso va a pallino, mentre le spese fisse continuano impietosamente. Nonostante il salasso dei versamenti INPS, le prospettive sono di una vecchiaia in miseria se non si ricorre a previdenze integrative; che però costano salate e non sono alla portata di tutti. Ciliegina sulla torta, come ogni attività non parassita dello Stato, se i conti non tornano si chiude, a denti stretti e con l’amaro in bocca.

Ora, estendendo queste considerazioni in varia misura a tutti i commercianti, come pretendere che non cerchino di evitare ulteriori aggravi e accanimenti fiscali scendendo in piazza per protestare contro un Governo che diffonde l’impressione di voler risollevare le sorti del Paese infierendo sulla loro categoria (e non soltanto questa, ovviamente), mentre non toglie neppure un euro dalle prebende dei parlamentari, che giocano con la loro pelle nel quotidiano teatrino di sinistra vs. destra (classifiche ormai prive di ogni residuo senso), mentre, a fronte della criminalizzazione del mancato scontrino, su cui si avventano i baldi uomini della GdF in borghese come un lupo sull’agnello, gli tocca ascoltare su Report (Rai 3) che il giro d’affari della criminalità organizzata, ovviamente tutto in nero, veleggia a cifre confrontabili col Pil, con tanto di interviste a personaggi dal volto coperto che attestano un traffico di container da Paesi come la Cina senza controlli e quindi esenti da tasse e diritti doganali? E gli esempi potrebbero riempire ben più di queste scarne pagine.

Caro Prodi, se io, negoziante, non mi difendo e ti lascia mano libera, seguendo le tue esortazioni, se non faccio, come ripetutamente dichiarato, da Berlusconi a Dalema, un buon 30% di nero, vado a picco, “eroicamente” a picco. E’ questo che tu chiedi alla maggioranza degli Italiani: di suicidarsi gloriosamente, come un kamikaze? Ma in nome di quale ideale? Del mantenimento dei privilegi tuoi e di quanti ci governano, o meglio ci dovrebbero governare? Perché noi poveri mortali dobbiamo pagare il biglietto su treni e aerei e voi invece no? Perché noi dobbiamo faticare per raggranellare quanto basta, o più spesso non basta, per arrivare al 30 del mese, pena il fallimento, mentre voi potete fare e disfare incassando comunque stipendi e agevolazioni da capogiro, senza alcuna responsabilità, cioè rendiconto, per quello che fate? Forse che tu hai gestito l’IRI fruttuosamente? Forse che Cimoli ha risolto i problemi delle FS o dell’Alitalia, pur mietendo stipendi e buonuscite pubblicate su ogni organo di informazione?

Capito perché si scende in piazza, perché non ci sta bene che ci frughiate nelle tasche, nei conti correnti? Perché avremo evaso sì, qualcosa, per sopravvivere, e anche per pagarvi le tasse, i contributi e le sanzioni per non aver rispettato i tempi (tempi che lo Stato mai rispetta, con ad es. i rimborsi Iva oltre i 25 anni) ma mai come le cosche che non riuscite (?) a sgominare; con l’ulteriore differenza che noi creiamo ricchezza, mentre quelle creano, esentasse, disperazione e miseria. Dedicate ai malavitosi tutte le attenzioni che promettete di dedicare a noi, trovate lì i soldi che mancano per ridare fiato al Paese. E versate un obolo anche voi. Sarebbe la più bella pubblicità che potreste farvi, invece di attirarvi gli improperi e l’indignazione di (quasi) tutti gli Italiani. Il “quasi” si riferisce a quelli che in piazza non hanno bisogno di scendere, perché stanno bene così, a spese di tutti gli altri. Altro che, come dice Visco, “in piazza scendono solo gli evasori”! 

Marco G. Pellifroni  

Finale L., 12 novembre 2006